mercoledì 23 marzo 2011

NUOVE PROSPETTIVE “Considerate la vostra semenza: fatti non foste per viver come bruti, ma per seguire virtude e conoscenza”

Come nei numeri precedenti propongo ai lettori del nostro mensile le riflessioni su alcuni temi di interesse politico, amministrativo e culturale, inseriti nel mio blog: http://comunepartecipato.blogspot.com.

8 MARZO: DONNE E IMPEGNO POLITICO

All’altra metà del cielo è ancora preclusa la possibilità di realizzare pienamente la propria soggettività.

Ogni anno, la ricorrenza dell’8 marzo accende i riflettori sulla condizione dell’universo femminile. Ma nel turbinio della società dell’immagine, le luci si spengono con analoga velocità. Ed è questo il primo grande scoglio che le istituzioni devono superare, attuando politiche di promozione e valorizzazione che mettano la donna, tutti i giorni dell’anno, al centro della Politica.

Le lacune da colmare e le incrostazioni da rimuovere – com’è noto - sono ancora tante. Basti pensare che nel nostro Consiglio comunale è presente soltanto una donna su 30 e che nessuna detiene una delega assessorile.

Sappiamo bene che il lavoro da compiere per creare parità ed opportunità di genere è lungo e complesso.

La situazione nella nostra città è più ricca di ombre che di luci. I dati sul lavoro sono allarmanti, l’accesso alle istituzioni – altra grande questione – è ostacolato dalla “politica al maschile”, e anche da una legge elettorale che, pur prevedendo la presenza adeguata delle donne nelle liste elettorali, non consente un’adeguata rappresentanza di genere nel nostro Consiglio comunale. Una situazione questa, che dovrà necessariamente essere sanata in sede di riflessione politica e di revisione dello statuto comunale.

Nonostante gli sforzi e le continue iniziative della F.I.D.A.P.A. (vedasi in particolare il Distretto Sud-Est, Corato e Terlizzi, che ha organizzato il progetto “Voci di donne”, sempre impegnate sul territorio, nel sociale, nei luoghi di cultura, spendendo incessantemente i propri profili professionali e umani, a Corato manca un vero e proprio movimento politico al femminile impegnato nella valorizzazione delle soggettività femminili.

E’ sperabile che le donne coratine sull’argomento facciano salire il tono del dibattito. Se non interverranno sulla questione coraggiose prese di posizione, iniziative individuali e azioni collettive, modifiche dello Statuto comunale ma anche dei comportamenti di ciascuno, temiamo che la questione sia destinata a rimanere tra quelle non ancora risolte nella nostra città.

Occorre, però, lavorare anche negli istituti formativi (scuola, università) e nei centri di socializzazione per diffondere un senso nuovo del rispetto e della dignità della persona, di qualunque genere.

16 MARZO 1978: RICORDI E RIFLESSIONI SUL RAPIMENTO DI ALDO MORO

A 33 anni dal suo rapimento anche noi del Centro Studi Politici “Aldo Moro” che lo conoscemmo da studenti universitari, da dirigenti del suo stesso partito, da pubblici amministratori sempre ispirati ai suoi valori di onestà, trasparenza e democrazia, vogliamo ricordarlo soprattutto a quei giovani che non lo hanno conosciuto e a tutti i politici che lo hanno dimenticato e non potranno mai somigliargli.

Le qualità dell’illustre statista pugliese non riusciamo ancora ad intravederle nei massimi rappresentanti politici che affollano continuamente i mass-media con barzellette e accostamenti femminili di ogni genere. Aldo Moro, oltre che abile comunicatore, dimostrò di possedere anche l’arte della mediazione e l’ispirazione riformista che quasi sicuramente è all’origine della sua uccisione da parte delle Brigate Rosse

Il 9 maggio 1978, mentre si recava a votare la fiducia al quarto Governo Andreotti, che avrebbe dovuto avere l’inedito sostegno del PCI alla DC: storica svolta politica voluta dallo stesso Moro, che avrebbe vinto le forti contrarietà della destra DC, dopo 54 tragici giorni di prigionia, seguiti al suo rapimento a Roma, in Via Fani, in cui persero la vita i 5 uomini della sua scorta, il suo corpo fu ritrovato nel bagagliaio di una renault rossa parcheggiata in Via Caetani.

Dall’anno seguente alla sua uccisione, come tanti altri, lo abbiamo sempre ricordato con messaggi e cerimonie presenziate dalle cariche istituzionali. Quelli di noi che hanno avuto il privilegio di conoscerlo e di ricevere i suoi insegnamenti sono ogni volta presi da nostalgia e rimpianto. Sentimenti comprensibili e veri, ma non sufficienti a un ricordo di lui, che, secondo il linguaggio cristiano, noi intendiamo piuttosto come “fare memoria”.

“Fare memoria” per noi vuol dire ricordare per continuare e imparare, per trasmettere alle generazioni più giovani un messaggio che è attuale e serve insieme per capire il passato, riflettere sul presente, progettare il futuro.

Noi non vogliamo essere gli uomini del passato, ma quelli dell’avvenire. Il domani non appartiene ai conservatori ed ai tiranni: è degli innovatori attenti, seri, senza retorica. E quel domani nella società civile appartiene, anche per questo, largamente, alla forza rivoluzionaria e salvatrice del cristianesimo. Lasciamo dunque che i morti seppelliscano i morti. Noi siamo diversi, noi vogliamo essere diversi dagli stanchi e rari sostenitori di un mondo ormai superato”.(A. Moro)

17 MARZO: FESTA DEL 150° ANNIVERSARIO DELL’UNITA’ D’ITALIA

Il 17 marzo anche Terlizzi ha celebrato, con una serie di iniziative programmate dalla Civica amministrazione, il 150° Anniversario dell’Unità d’Italia. All’invito del sindaco Vincenzo Di Tria a condividere gli eventi programmati ha partecipato, accanto alle autorità amministrative, politiche e sociali e culturali, anche una straordinaria rappresentanza di cittadini, tra i quali hanno fatto bella mostra di sé anche moltissimi docenti e studenti delle scuole di ogni ordine e grado.

Come Centro Studi Politici “A. Moro”, anche noi abbiamo aderito e condiviso l’appello del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, affinché “la ricorrenza dei 150 anni dell’Unità d’Italia stimoli un esame di coscienza collettivo, nella consapevolezza di un patrimonio comune da salvaguardare e da preservare”.

La memoria, infatti, è conoscenza, ricerca, ripensamento, rivisitazione partecipe di luoghi, uomini, delle loro storie, delle loro idee, per guardare sempre più avanti. La scuola è il posto giusto per farlo perché è il luogo privilegiato di formazione del cittadino, il luogo in cui si trasmette il senso del vincolo dell’unità nazionale.

L’auspicio è che, trascorso il periodo delle celebrazioni centenarie, questi obiettivi ritornino ad essere rivalutati e riproposti. Pertanto, ci auguriamo che nelle scuole italiane si ritorni a riscoprire lo spirito autentico del Risorgimento, partendo dalle idee e dai progetti di quanti furono protagonisti di quel periodo cruciale per la storia degli italiani e seppero guardare al futuro con una visione profetica e lungimirante.

24 MARZO: GIORNATA NAZIONALE PER LA PROMOZINE DELLA LETTURA

Quanti cittadini sono stati a conoscenza che il 24 marzo si celebra la “Giornata nazionale per la promozione della lettura”, istituita con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri il 15 luglio 2009? All’art. 1 il decreto recita. “E’ istituita la “Giornata nazionale per la promozione della lettura”, che si terrà il 24 marzo di ogni anno. In tale giornata le amministrazioni pubbliche, anche in coordinamento con le associazioni e gli organismi operanti nel settore, assumono, nell’ambito delle rispettive competenze, iniziative volte a promuovere la lettura in tutte le sue forme e sensibilizzare i cittadini, e in particolar modo le nuove generazioni, sui temi ad essa legati”.

Evidentemente, né gli assessorati alla P.I e alla Cultura, né la Consulta della Cultura, né le scuole di ogni ordine e grado, né il Forum del libro, né le associazioni culturali, né i tanti operatori che fanno della penna il loro mestiere (giornalisti, scrittori, saggisti, ecc.), ne erano a conoscenza o hanno voluto assumere iniziative che avrebbero potuto benissimo essere inserite anche nella programmazione degli eventi collegati ai festeggiamenti del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia.

Soltanto la lettura consente di attraversare il passato con la compagnia di personaggi che dicono in che modo le cose sono andate, oppure in che modo non sono andate, che spiegano le cause e gli effetti delle scelte, delle decisioni, che raccontano i modi di pensare e di agire in un tempo lontano e diverso da quello che si vive.
Leggere vuol dire dislocarsi: essere in ogni luogo, abitarlo con consapevolezza per il tempo che dura una descrizione, una pagina, un solo verso. Forse anche oltre quel tempo.
Leggere davvero significa anche essere disposti a pagare di persona quel senso che si cercava e che si trova, quello che non si cercava - non si sospettava - e che si incontra in una pagina, una riga, quello a cui si dà la caccia, disperatamente, ma che sfugge, come una preda scaltra.

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