venerdì 18 marzo 2011

CORATO S’E’ DESTA

Il 17 marzo anche la nostra città ha celebrato, con una serie di iniziative programmate dalla Civica amministrazione, previa discussione nella Consulta della Cultura e nell’apposita Commissione consiliare, il 150° Anniversario dell’Unità d’Italia. All’invito del sindaco Luigi Perrone ad esporre il tricolore alle finestre e ai balconi ed a partecipare agli eventi in programma ha partecipato, accanto alle autorità amministrative, politiche e sociali e culturali, anche una straordinaria rappresentanza di cittadini, tra i quali hanno fatto bella mostra di sé anche moltissimi docenti e studenti delle scuole di ogni ordine e grado.

Lasciando ad altri la cronaca e i commenti sulla bella e solenne festa, che tutti ci auguriamo continui ad essere segno della concordia e della consapevolezza di appartenere ad una grande comunità nazionale, sempre unita nel celebrare valori condivisi, come Centro Studi Politici “A. Moro”, cogliamo l’occasione non solo per esprimere la nostra sincera gratitudine a tutti gli organizzatori, ma anche per associarci all’appello del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, affinché “la ricorrenza dei 150 anni dell’Unità d’Italia stimoli un esame di coscienza collettivo, nella consapevolezza di un patrimonio comune da salvaguardare e da preservare”.

Invito subito colto non solo dagli artisti presenti alle Mostra a tema risorgimentale “A 150 anni dell’Unità d’Italia – Noi credevamo…noi crediamo”, (Palazzo Bombini) “I luoghi della memoria risorgimentale a Corato e nel nord barese (Chiesa di San Francesco) brillantemente curate da Pasquale Pisani e illustrate dallo scrittore Raffaele Nigro, “Memorie presenti a 150 anni dell’Unità d’Italia” (Museo della Città e del territorio), ma anche dall’instancabile e puntuale ricercatore e storico locale Gaetano Bucci, il quale, muovendo dal preziosissimo libro scritto da Pasquale Tandoi”: “Corato – Dalle società segrete all’Unità d’Italia ha potuto dimostrare, con documenti tratti dal libro, che a Corato si sviluppò una vera e propria cultura del Risorgimento. “La città che non aveva mai avuto un suo “epos” – racconta – lo vide e lo visse per la prima volta nella complessa e lunga vicenda dell’unità nazionale, che non dimentichiamolo, si protrasse fino alla prima guerra mondiale”.

“La memoria, infatti, è conoscenza, ricerca, ripensamento, rivisitazione partecipe di luoghi, uomini, delle loro storie, delle loro idee, per guardare avanti e scegliere” ho scritto in un mio precedente articolo per invitare tutte le parti interessate alla celebrazione della ricorrenza a costituire un comitato promotore che coordini tutte le iniziative proposte nei vari ambiti decisionali e che veda tra i principali protagonisti la scuola. La scuola, infatti, è il posto giusto per farlo perché è il luogo privilegiato di formazione del cittadino, il luogo in cui si trasmette il senso del vincolo dell’unità nazionale.

Non si tratta, insomma, solo di celebrare il passato, ma di rilanciare l’unità in una prospettiva ben più larga. C’è urgente bisogno di un ruolo ancora più forte dell’Italia, che non può continuare ad essere sequestrata dalla vicenda o dagli interessi di qualcuno.

L’auspicio è che, trascorso il periodo delle celebrazioni centenarie, questi obiettivi ritornino ad essere rivalutati e riproposti. Pertanto, ci auguriamo che nelle scuole italiane si ritorni a riscoprire lo spirito autentico del Risorgimento, partendo dalle idee e dai progetti di quanti furono protagonisti di quel periodo cruciale per la storia degli italiani e seppero guardare al futuro con una visione profetica e lungimirante.

Lì, 18/03/2011

Presidente Centro Studi Politici “A. Moro”

Nessun commento: