sabato 26 febbraio 2011

Rubrica a cura di Vito De Leo su “LA NUOVA CITTA’” DI TERLIZZI Blog …partecipazione

L’obiettivo della redazione è quello annunciato nei numeri precedenti: creare un luogo di confronto su temi politici, amministrativi, culturali e sociali, che hanno già visto la luce sul mio blog;: http:comune partecipato.blogspot.com.

Perché non inserire nello statuto comunale un articolo sulla responsabilità politica dei consiglieri comunali?

Di fronte alla perdita di credibilità della politica e di alcuni suoi rappresentanti; di fronte al distacco sempre crescente tra elettori ed eletti; di fronte alla mancata risposta ai reali problemi delle persone, di fronte alla crisi degli istituti di partecipazione democratica abbiamo noi del Centro Studi Politici “A. Moro”, abbiamo proposto al Consiglio comunale di inserire nello Statuto comunale un articolo sulla responsabilità politica dei consiglieri comunali.

E’ purtroppo noto, infatti, che il consigliere comunale eletto non sempre sente il legame con i suoi elettori; non sempre ritiene importante ritornare ad informare chi lo ha eletto, non sempre ritiene doveroso impegnarsi a tempo pieno; non sempre ha scrupoli nel tradire le promesse elettorali, non sempre avverte l’obbligo di dimostrare come ha speso il denaro della comunità. Per fortuna nel nostro Consiglio comunale non tutti assomigliano a questo negativo profilo. Ci sono, infatti, lodevoli eccezioni soprattutto tra i banchi della minoranza.

I punti fondamentali della proposta:

1. Gli obiettivi: aumentare la partecipazione dei cittadini alla vita amministrativa, con forme di democrazia reale. Creare un rapporto continuativo tra elettore ed eletto. Permettere la sostituzione del consigliere comunale inadempiente attraverso verifiche periodiche del suo operato.

2. Chiarezza nei programmi elettorali: I programmi elettorali devono essere pubblici, sintetici e comprensibili. Testo non più lungo di cinque pagine con obiettivi, impegni di azione e di opposizione, tempi di realizzazione e risultati previsti. I diversi programmi dovranno essere pubblicati sul sito del Comune e diffusi dall’ufficio elettorale del comune e consegnati ad ogni elettore insieme al certificato elettorale.

3. Verifica elettorale per tutti gli eletti: Ogni sei mesi gli eletti dovranno redigere una relazione sul loro operato, seguendo gli stessi criteri di sinteticità e chiarezza dei programmi elettorali, descrivendo gli obiettivi raggiunti, gli impedimenti incontrati, le iniziative in corso e specificando il numero delle presenze rispetto alle sedute complessive dell’organo di appartenenza (consiglio comunale e commissioni consiliari). Tali relazioni dovranno essere diffuse dall’ufficio elettorale e pubblicate sul sito del Comune. Dovranno essere previsti anche dei forum aperti alla cittadinanza nei quali poter chiedere chiarimenti e fare proposte costruttive. Il collegamento radiofonico e televisivo dovrà essere sempre garantito.

4. No al cumulo delle cariche: Dato il maggiore impegno politico-amministrativo comportato da questo articolo dello Statuto, non potranno essere cumulate diverse cariche elettive (es. un consigliere comunale non potrà essere contemporaneamente consigliere provinciale o regionale o deputato o parlamentare europeo).

Appare evidente che l’obiettivo di questa nostra proposta è quello di realizzare un “Patto tra elettori ed eletti” per creare occasioni di dialogo e partecipazione, ciascuno con le proprie competenze, a tavoli di confronto e di lavoro, per formalizzare un impegno che non sia una generica dichiarazione d’intenti, ma si traduca in progetti condivisi, realizzabili, messi in atto e verificati.

Il testo proposto è, ovviamente un documento “aperto”: tutti possono contribuire ad arricchirlo, indicando forme di impegno e di responsabilità.

150° Unità d’Italia: proposte di programma per il 17 marzo

Facendo seguito all’invito formulato dalla presidente della Consulta della Cultura, ins. Stefania Stefanachi, il Centro Studi Politici “A. Moro”, in vista dell’incontro programmato, ha redatto una serie di proposte che sottopone all’attenzione dell’assemblea della Consulta, dell’Amministrazione comunale, delle organizzazioni politiche e sindacali e delle istituzioni scolastiche.

Poiché riteniamo che il valore dell’Unità d’Italia, almeno questo, non debba essere ad appannaggio di partiti e motivo di scontri e dibattiti inutili, lanciamo un appello alla Civica Amministrazione affinché sia realizzato un programma comune di iniziative da attuarsi dal 17 marzo in poi aperte a tutti i cittadini.

Il 17 marzo 1861, infatti, Vittorio Emanuele II veniva proclamato re d’Italia. Sarebbe utile poter costituire un Comitato promotore che coordini le varie iniziative. Sarebbe questo un modo per rammentare, soprattutto ai giovani, la partecipazione dei nostri concittadini alla storia del Risorgimento. Sarebbe questa un’interessante occasione per rievocare tanti episodi di eroismo, i molti giovani che sacrificarono la loro vita per la causa della libertà, dell’indipendenza e dell’unità.

Valorizzeremmo così il nostro originale apporto al patrimonio storico – nazionale. Bisognerà, pertanto, realizzare iniziative capaci di operare una narrazione dotata di un’autentica capacità attrattiva, in grado di accrescere il sentimento democratico e di sviluppare una buona rappresentazione simbolico - collettiva.

Gli eventi celebrativi potranno essere anche un’opportunità da utilizzare appieno per riflettere sulle radici dei cambiamenti che hanno trasformato l’Italia. Per queste pagine di storia comune che andremmo a scrivere tutti insieme, dovremo aspettarci perciò grande partecipazione, senza scetticismi e senza tergiversazioni, da oggi al 17 marzo e oltre.

Dobbiamo dire ai giovani, a chi è coinvolto in queste celebrazioni, di fare squadra, di trasmettere nelle scuole, nei luoghi di lavoro e nei luoghi di svago il messaggio dell’unità nazionale, dell’identità italiana, della causa comune e del patto che deve legare gli italiani del futuro in difesa di valori risorgimentali che sono poi confluiti nella Costituzione, per far crescere un’Italia unita, libera e democratica.

Viaggio nella storia, nell’arte e nel paesaggio murgiano

Parco Parco Nazionale dell’Alta Murgia: firmato il protocollo d’intesa per la costituzione del Partenariato territoriale del Sistema Ambientale e Culturale di “SAC MURGIANO”.

Non tutti sono informati dell’importante iniziativa regionale tesa a finanziare la “Proposta” di costituzione del partenariato territoriale del sistema ambientale e culturale di “SAC MURGIANO”, che vedrà coinvolti i Comuni di Altamura, Andria, Cassano Murge, Corato, Gravina di Puglia, Grumo Appula, Poggiorsini, Ruvo di Puglia, Santeramo in Colle e Toritto, nonché la Provincia di Bari.

L’idea forza, le risorse ambientali e culturali da valorizzare e mettere in rete, gli obiettivi, gli interventi e le modalità organizzative dell’azione di sviluppo e gestione integrata del Sistema costituiscono la struttura essenziale del progetto.

La Struttura del Piano integrato delle attività di valorizzazione e gestione “SAC MURGIA”, che anche noi del Centro Studi Politici “A.Moro” insieme all’assessore all’ambiente Ignazio Salerno ed altre associazioni coratine abbiamo contribuito a redigere, si articola nelle seguenti Misure: “Idea forza”: promuovere la cultura e il paesaggio del territorio murgiano; “Strategia”: Marcheting Strategico Territoriale - Azioni di rete interna e di reti esterne per la valorizzazione integrata; e nelle seguenti Azioni: “Azione 1”: Consolidamento interno del SAC ai fini della promozione turistica; “Azione 2”: Azioni per la promozione regionale, nazionale e internazionale; “Azione 3” : Ricerca, innovazione, creatività; “Azione 4”: Formazione, occupazione e imprenditorialità: “Azione 5”: Miglioramento del contesto territoriale e della qualità della vita.

Con la sottoscrizione del Protocollo d’intesa i soggetti firmatari si sono impegnati a cooperare, ciascuno per la propria competenza, per definire e attuare un’azione stabile e duratura di valorizzazione e gestione integrata del patrimonio ambientale e culturale del proprio territorio a fini di sviluppo, nel quadro della valorizzazione e del funzionamento dei Sistemi Ambientali e Culturali.

La Carta dei Beni presenti nella nostra città illustrata dall’assessore Ignazio Salerno al tavolo del Partenariato interistituzionale del SAC è costituita dai seguenti monumenti: Museo della Civiltà contadina, Dolmen Chianca dei Paladini, Chiesa Madre di Santa Maria Maggiore (fine XI sec.), Chiesa di San Vito (fine XI sec.), Chiesa di San Domenico (fine XI sec.), Chiesa di Maria Santissima Incoronata (XV°-XVI° sec.), Torre Gisotti (fine XIII° - inizio XIV° sec.), Palazzo De Mettis (1579), Palazzo Catalano (1558), Palazzo Gentile (1559), Palazzo di Città (XV° sec.), Teatro Comunale (XIX° sec.).

Il nostro auspicio è che questo Programma Operativo abbia un adeguato impatto territoriale nella direzione della valorizzazione culturale, ambientale e turistica, favorendo così la generazione di economie distrettuali, adeguatamente organizzate e gestite in ragione della capacità di promuovere percorsi di valorizzazione, sviluppo e cooperazione interistituzionale, sulla base di una idea-forza capace di attivare percorsi avanzati di attrattività, anche attraverso la crescita e la qualificazione dei flussi turistici.

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Se non ora, quando?

Con questo slogan oltre un milione di donne sono andate in 230 piazze italiane,tra cui anche quella di Corato, per protestare contro il “bunga bunga” berlusconiano. Una piazza minoritaria, che non va sottovalutata, ma anche una piazza pacifica, allegra, festosa, che ha visto protagoniste le donne ribellarsi “al turpe quadro riprodotto dai media” e che hanno voluto chiedere “a tutte le donne di difendere il valore della loro dignità”.

In Italia la maggioranza delle donne lavora fuori o dentro casa, crea ricchezza, cerca un lavoro, studia, si sacrifica per affermarsi nella professione che si è scelta, si prende cura delle relazioni affettive e familiari, occupandosi di figli, mariti, genitori anziani.

Purtroppo, però, checché se ne dica, se ci limitiamo ad osservare la nostra realtà politica ed istituzionale, il maschilismo è ancora imperante. Basti osservare la composizione del nostro Consiglio comunale. Dei trenta soggetti che lo compongono, soltanto Maria Bovino può essere presente, essendo stata candidata sindaco del PD. E tutte le altre concittadine dove sono? Perché non riescono ad affermarsi? Perché c’è scarsa presenza delle donne, soprattutto nelle amministrazioni locali? Sono le donne a disinteressarsi o manca la fiducia nei loro confronti da parte degli elettori? Si può fare scuola politica al femminile?

Perché non inserire nello Statuto comunale l’obbligatorietà da parte del Sindaco di nominare assessore almeno una donna, in modo da non lasciare questa prerogativa soltanto alla sensibilità di chi va ad occupare quella carica? Potrebbe essere questo un modo concreto per dimostrare che le “pari opportunità” non sono una scelta occasionale, ma una realtà istituzionale.

Una società non discriminante può fondarsi solamente su responsabilità, opportunità e risorse condivise fra entrambi i generi. Non è più il caso di fare demagogia o retorica; non bastano le manifestazioni di piazza, le conferenze, i convegni. Basta con le parole; rimbocchiamoci le maniche e lavoriamo tutti insieme, uomini e donne, giovani e meno giovani alla nostra ricostruzione morale e civile.

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