sabato 26 febbraio 2011

Gli scrittori coratini alla ribalta

Libro e uomo: come dire libro per l’uomo, libro segno dell’uomo, come dire che l’uomo si rispecchia e si ritrova nel libro in modo particolare; uomo e libro, dunque, invertendo i termini del discorso? Ed esso vale per qualsiasi uomo, insieme autore e lettore, almeno virtualmente; ogni uomo, infatti, ha un messaggio da comunicare con la sua esistenza ed è nella sua natura interrogare le cose e gli essere che lo circondano, ascoltare il messaggio degli altri uomini, anche oltre il tempo, e il messaggio che si trasmette, o quello che si legge o che si ascolta, si manifesta con la parola.

Il libro è infatti la parola fissata con la scrittura; insieme punto d’arrivo e punto di partenza per la grande avventura sia dell’autore sia del lettore, giacché, suggerisce una eco agostiniana, l’uomo ch’è giunto al termine non fa che cominciare. Lo sanno bene i tanti autori coratini che ho avuto il piacere e l’onore di conoscere in questi anni grazie ai Presidi del Libro instancabilmente diretti dalla brava Angela Pisicchio, alla Secop Edizioni di Peppino Piacente, al Consigliere delegato alla cultura Giuseppe D’Introno, ai responsabili della Biblioteca comunale, Francesco Capogna e Vincenzo Amenduni ed alle librerie locali.

Il libro, anche grazie a questi talenti non sempre considerati dal grande pubblico, è un protagonista per quello che conta in se stesso e per quello che suscita, che crea nei singoli e nella società, nelle strutture civili e nella coscienza.

Di qui l’importanza primaria del libro e della parola scritta nell’educazione, in ogni direzione e ad ogni livello. Lo sanno bene i componenti della commissione costituita in seno alla Consulta della Cultura, presieduta da Stefania Stefanachi, che si accinge a redigere un programma di presentazione di libri aventi ad oggetto l’Unità d’Italia, in occasione delle celebrazioni previste per il 150° anniversario.

Ma non può tacersi che il libro, il giornale, la pagina scritta sono fatti pubblici; la loro vita reale comincia quando sono pubblicati. La lettura può essere catalogata sia nell’ordine delle attività solitarie, intime, personali, aristocratiche, private, sia in relazione ai valori del dialogo, della coralità e di un ideale di democrazia. In questo senso, la lettura è un dovere civico, una preparazione al dialogo, un modo di solidarietà al bene da costruire nel mondo.

Questi brevi richiami ai temi della partecipazione sui quali come “Centro Studi Politici “A. Moro” non ci stancheremo mai di insistere, puntano ancora una volta a sollecitare un impegno più specifico di carattere istituzionale nei servizi di pubblica lettura. Il libro, in quanto parola, è manifestazione dell’uomo e sua vera storia; come l’uomo ha una sua identità e una sua fisionomia che ne consente la collocazione nello spazio e nel tempo. Molti libri, però, come molti uomini, non escono dal loro spazio, non superano il loro tempo; ma in molti altri si riconoscono gli uomini di ogni luogo e di ogni tempo, per quello che misteriosamente tutti li unisce.

Fra tutte le attività che si praticano nel tempo libero, purtroppo, la lettura è quella meno diffusa. Tanto che alle diverse presentazioni dei bravi autori locali di quest’ultimo anno i presenti e gli acquirenti eravamo sempre pochi. Lo sanno bene Biagio Tempesta, Gaetano Bucci, Pasquale Tandoi, Luigi Tosti, Maria Grazia Talia, Giuseppe Arbore, Arturo De Benedittis, che hanno scritto libri di diverso stile e contenuto, ma tutti accomunati dall’amore per la cultura, la storia, la società e la propria città. Libri che si adattano a lettori di ogni età e preparazione, poiché danno frutto a chiunque li legge e comunque siano letti, tanto sono pieni di succo nutriente per ogni stomaco. Grande è il nostro debito di riconoscenza verso tutti loro, quanti li hanno preceduti e tutti gli altri che vorranno cimentarsi in questa esaltante esperienza di scrittori.

Ed ecco allora il problema: quanti sono disposti ad ascoltare le idee altrui? Chi è disposto a sacrificare anche una sola parte del proprio tempo libero per operare uno scambio culturale di questo tipo? La risposta va purtroppo individuata, ancora una volta, nella difficoltà di comunicazione interpersonale. Non solo. Per molti il libro sembra uno strumento di comunicazione superato. Oggi, infatti, la comunicazione ha assunto aspetti molteplici: televisione, radio, e reti telematiche hanno ampliato la trasmissione del sapere a ritmi incalzanti, al punto che si è cercato di adattare loro il libro stesso, utilizzando soluzioni che hanno sempre più successo. Si pensi al libro su cd rom o agli e-boock, letti o ascoltati attraverso un computer multimediale.

In conclusione, non resta che augurarsi di poter vivere in una società in cui i contenuti di ogni libro vengano espressi sempre in assoluta libertà, scritti per raccontarci un punto di vista, un’ idea o anche solo un episodio banale, ma comunque in grado di destare puntualmente un’emozione positiva.

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