sabato 26 febbraio 2011

LA RUBRICA DI VITO DE LEO SU EVENTI&COMMENTI DI CORATO “Considerate la vostra semenza: fatti non foste per viver come bruti, ma per seguire virtude e

E’ questo il viaggio in cui Ulisse stimola i compagni. E’ la metafora poetica all’interno del proprio sé, delle proprie idee, delle proprie radici per cui ciascuno di noi è stato quello che è stato nel bene e nel male.

Come annunciato nei numeri precedenti, anche questo mese ho il piacere di proporre ai cari e tanti lettori di “Eventi e Commenti”, le mie riflessioni su alcuni temi di attualità.

L’obiettivo della redazione è quello annunciato nel numero scorso: creare un luogo di confronto su temi politici, amministrativi, culturali e sociali, che hanno già visto la luce sul mio blog: http://comunepartecipato.blogspot.com

LETTERA APERTA A CHI COSTRUISCE, A CHI LOTTA, A CHI RESISTE

Un messaggio di speranza e di incoraggiamento a tutti coloro che hanno deciso d’impegnarsi per un 2011 migliore.

Siamo grati al presidente della Regione Puglia Nichi Vendola che, accompagnato dagli assessori Alba Sasso e Silvia Godelli, ha sottoscritto con il Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Puglia, Lucrezia Stellacci, e il coordinatore nazionale della Tavola della Pace, Flavio Lotti, (l’organismo che da molti anni organizza la marcia per la Pace Perugia-Assisi) il Protocollo d’Intesa denominato “La mia scuola per la pace”.

Il programma prevede la realizzazione di incontri, seminari, corsi di formazione, forum e laboratori che guideranno i giovani alla riscoperta del significato autentico dei valori della pace, della giustizia, della libertà e della responsabilità che rappresentano l’ossatura della Costituzione italiana e della Dichiarazione universale dei Diritti umani. L’intento è quello di coinvolgere il maggior numero di scuole di ogni ordine e grado, favorendo l’incontro, il confronto e lo scambio di esperienze di studenti e insegnanti delle diverse scuole e città.

E’ questo sicuramente un modo concreto ed utile di celebrare il 44° anniversario della “Giornata mondiale della Pace 2011” che ricorre il prossimo 1° gennaio.

Se ognuno di noi, infatti, imparasse ad ascoltare i suoi simili, senza distinzione di razza, religione, pensiero polittico, lingua, situazione economica e, soprattutto, se si trasmettessero alla generazione futura i valori fondamentali come amore, fratellanza, rispetto, solidarietà, tolleranza, dialogo, ascolto, ci sarebbe sicuramente un mondo migliore: ricco di gente non solo pacifica, ma attivamente pacifista.

Si impara da piccoli a diventare grandi, a saper amare e a saper perdonare. Si impara l’educazione nel parlare e a saper ascoltare. “L’educazione delle giovani generazioni - ha detto Nichi Vendola – non può che essere educazione alla pace e alla convivialità delle differenze”. Siamo pienamente d’accordo!

La guerra e l’odio non contribuiranno mai alla pace: bisogna essere più semplici, ricchi dentro e non fuori.

La pace si costruisce col libero pensiero. E’ la costruzione di un muro, fatto di tanti piccoli mattoni, che non divide, ma condivide il bene con gli altri: ovunque si va, dovunque si sta. Un bene scambiato col bene. E’ una fede, la pace, che se non si trova in sé stessi non si può donare agli altri. Chi si prende cura degli altri fa bene anche a se stesso. Per questo l’impegno in attività pro-sociali promuove lo sviluppo dell’identità personale e sociale, soprattutto nei suoi aspetti morali, incrementa l’autostima, facilita la comprensione di sé e degli altri.

Occorre, allora, cambiare le nostre abitudini di vita per lasciare alle generazioni future la possibilità di vivere. Occorre anche recuperare la solidarietà umana, uscire dall’anonimato e dall’isolamento, perché chi vive momenti di difficoltà non si senta isolato. Bisogna ricostruire quella rete sociale fatta di volontariato, di mutuo soccorso, cooperazione perché solo insieme è possibile dare una risposta all’emergenza che ci troviamo a vivere.

La partecipazione responsabile alle scelte della comunità sono la nuova frontiera della democrazia. Ad essa si richiama molto dell’agire della Regione Puglia che ha destinato importanti risorse del suo bilancio deliberato in questi ultimi giorni di dicembre, al finanziamento di progetti approvati con la partecipazione dei cittadini.

Ecco allora un altro modo per creare le condizioni per uscire dalla crisi. Destinare le scarse risorse disponibili in progetti condivisi, che vedano il coinvolgimento di quante più persone è possibile.

Per questo come Centro Studi Politici “A. Moro” non ci stancheremo mai di dire che tutti dobbiamo partecipare alla vita politica, culturale ed economica. Come pure che è necessario superare il divario tra nord e sud del mondo, le barriere che si frappongono tra le generazioni, creando un agire comune che è il solo modo per fare gli interessi di tutti, nessuno escluso.

Auguriamo a tutti un BUON 2011.

ALBO PRETORIO ON-LINE: IL REGOLAMENTO IN DIRITTURA D’ARRIVO

di Vito De Leo*

Quanti cittadini sono informati dell’importante ed utile “Regolamento per la disciplina dell’albo pretorio online”che dovrà entrare in vigore, prossimamente? Quale ne è l’oggetto? Secondo la norma esso “disciplina le modalità di svolgimento degli atti emessi dalla Pubblica Amministrazione o da privati, per i quali sia obbligatoria la pubblicazione per essere portati a conoscenza del pubblico in specifica attuazione dell’art. 32 della legge 18 giugno 2009 n. 69”.

Con decorrenza 1° gennaio 2011, infatti, tutti i documenti per i quali sussiste l’obbligo di pubblicazione conseguono la pubblicità legale con la pubblicazione all’Albo Pretorio on line del Comune. La pubblicazione avrà una durata di 15 giorni, per tutti i giorni dell’anno, qualora non ne sia specificata una diversa dalla legge o dal soggetto richiedente la pubblicazione.

L’accesso agli atti pubblicati dovrà essere consentito in modalità di sola lettura al fine di evitare che gli stessi possano essere modificati o cancellati dallo spazio “web”. Questi, in sintesi, i contenuti degli articoli di cui dovrà essere composto il Regolamento per la disciplina dell’Albo pretorio on line, istituito, evidentemente, per ampliare i confini della trasparenza amministrativa, non solo in termini amministrativi, ma - ci auguriamo - anche per realizzare una maggiore proattività d’impegno e di verifica e controllo dell’operato degli amministratori comunali.

Per noi del Centro Studi Politici “A.Moro”, che da sempre ci esprimiamo e ci confrontiamo sui temi della Trasparenza amministrativa, della Responsabilità Sociale Pubblica, della Cittadinanza attiva e sullo sviluppo di una politica incentrata sulla centralità delle persone, dei loro bisogni e del loro ben-essere, è questa una positiva iniziativa che merita di essere maggiormente divulgata in termini di conoscenza e di possibilità di uso da parte di tutti coloro che – come noi - hanno maturato la necessità di proporre un cambiamento di mentalità all’attuale gestione della cosa pubblica, riproponendo stili e modalità di amministrazione centrati sull’eticità, sulla trasparenza e sull’effettivo ben-essere delle persone presenti sul territorio.

Ci auguriamo che questa pregevole disposizione legislativa abbia al più presto la possibilità di essere varata dal Consiglio comunale al fine di far crescere e sviluppare la cultura della rendicontazione sociale, dell’etica e della trasparenza amministrativa del territorio. Non solo. Ma consenta anche di realizzare percorsi informativi-formativi rivolti in particolar modo alle organizzazioni politiche, sociali, culturali ed economiche sulle tematiche del Bilancio Sociale e di Missione e su tutte le quelle collegate alla responsabilità sociale, al fine di realizzare un vero e proprio cambiamento culturale della società civile e dei movimenti dei cittadini che si vogliono proporre in maniera attiva e partecipativa quali “controllori” dell’operato della pubblica amministrazione e non limitarsi a vaghe denunce o ad esternazioni di sentimenti di indignazione.

Sarebbe encomiabile, a questo punto, realizzare un forum di sensibilizzazione e di formazione alle tematiche della Cittadinanza attiva della partecipazione “dal basso” dei cittadini e delle associazioni del Terzo Settore presenti sul territorio, in modo da fornire ai partecipanti gli strumenti e le conoscenze introdotti dai modificati articoli 117 e 118 della nostra Costituzione (sussidiarietà orizzontale).

Sarebbe questo un modo non solo formale di augurare da parte dei pubblici poteri un “Buon anno” a tutti i cittadini, i quali non sempre vedono nel Comune una vera “Casa di vetro”.

OGGETTO: Richiesta di adesione all’appello al Presidente della Repubblica promosso dalle Associazioni “Avviso Pubblico” e “Libera” per sollecitare interventi di contrasto alla corruzione.

Ill.mi,

a nome dell’Associazione contro la criminalità per la legalità e la non violenza avverto il dovere civico di invitarVi ad aderire all’appello promosso dalle associazioni Avviso Pubblico e Libera, finalizzato a rinnovare l’attenzione su un fenomeno che minaccia la credibilità e il prestigio delle istituzioni, corrode il senso civico, distorce gravemente l’economia e sottrae risorse notevoli alle comunità in un momento di particolare difficoltà per la finanza pubblica.

E’ tristemente noto che laddove la corruzione è prassi abituale intacca alla radice il vincolo di fiducia che lega i cittadini alle istituzioni rappresentative, producendo un costo politico. La corruzione, in altri termini, non scava soltanto voragini nei bilanci pubblici, ma genera un pericoloso deficit di democrazia. In termini pratici, perché va a falsare la competizione elettorale che della democrazia è il meccanismo procedurale per eccellenza, assicurando risorse addizionali e un vantaggio concorrenziale ai corruttori e ai corrotti, ma anche la violazione di valori democratici fondamentali quali i principi di trasparenza e uguaglianza.

In questo senso sarebbe opportuno che anche il nostro Comune, attraverso i suoi massimi rappresentanti istituzionali, amministrativi, politici, sociali e culturali attivi momenti di sensibilizzazione al fine di sostenere la raccolta di sottoscrizioni dell’appello al Presidente della repubblica, on. Giorgio Napolitano.

Ancora meglio sarebbe se un’apposito o.d.g. venisse discusso e approvato all’unanimità dal prossimo Consiglio comunale e che la relativa deliberazione fosse trasmessa all’associazione Avviso Pubblico, che provvederà a consegnarlo ai presidenti di Camera e Senato, affinché sottopongano al Parlamento la calendarizzazione dell’approvazione delle leggi indispensabili per favorire il contrasto alla corruzione nel nostro Paese.

Distinti saluti.

SOLIDARIETA’, AMICIZIA, STORIA, IMPEGNO, SPERANZA RIVISSUTI ANCORA UNA VOLTA NEL ROMANZO DI GERO GRASSI

di Vito De Leo

Ancora una volta l’amico deputato e scrittore Gero Grassi ha gratificato la sua città natale con un romanzo di indubbio valore storico e letterario. Lo ha fatto il 22 dicembre scorso, a Terlizzi, nella sala-eventi di Via Aminale, davanti a centinaia di invitati, insieme all’insuperabile “narratore” Nichi Vendola, anch’egli scrittore, oltre che amico e concittadino.

Il romanzo di 248 pagine, edito dalla Cooperativa Culturale R.T.S., intitolato “GIANNA: Lotta di una donna – Dal Polesine al Mezzogiorno d’Italia”, si avvale di una prefazione firmata dalla senatrice Maria Pia Garavaglia, già Ministro della Sanità nel Governo Ciampi, che si definisce coetanea ed amica di Gianna, protagonista del romanzo. Quello a cui abbiamo avuto l’onore di partecipare è stato un evento reso straordinario dai tanti illustri convenuti, di cui mi piace ricordare alcuni nomi: Vito Santarsiero, sindaco di Potenza e Vice-presidente nazionale ANCI, Ruggiero Mennea, consigliere regionale Puglia, Nicola Maffei, sindaco di Barletta, Tommaso Pellegrino, sindaco di Sassano (SA), Michele Monno, capogruppo PD alla Provincia di Bari, Gianluca Vurchio, assessore del Comune di Cellamare, Antonella Cusmai, consigliere comunale di Margherita di Savoia, Michelangelo Superbo, consigliere provinciale BAT, Vito Ottombrini, presidente del consiglio comunale di Ruvo di Puglia.

Tutti abbiamo avuto il piacere di ascoltare con la massima attenzione l’intervento illustrativo dello stesso autore e la brillante presentazione del romanzo fatta dal Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, che da tanti anni, dà lustro alla nostra cara Terlizzi per l’impegno profuso a livello politico, amministrativo e culturale.

Incomprensibile ai più, tuttavia, è apparsa l’assenza del sindaco di Terlizzi Vincenzo di Tria e/o di qualche rappresentante della Civica amministrazione. Eppure, come è stato detto da Nichi, il romanzo è un atto d’amore di Gero Grassi verso la propria città natia, costruito in un contesto che è sì la denuncia delle incomprensioni politiche e amministrative che hanno caratterizzato i 50 anni di storia nazionale e locale, ma anche l’evidenziazione del vissuto quotidiano di personaggi, che si distinguono innanzitutto per essere “persone” dotate di sentimenti, capacità di sacrificio, talento, passione, come dimostra la protagonista Gianna, attraverso la quale si comprende il messaggio: la storia la fanno le piccole persone e non solo gli uomini.

Le presentazioni di un libro sono sempre qualcosa di speciale. Negli incontri si ha modo di sentire punti di vista nuovi e, soprattutto, si ha la possibilità di conoscere dalla viva voce dell’autore circostanze ed aspetti che di necessità non sono esplicitati nell’opera.

Come obiettivamente è stato scritto nell’articolo pubblicato sulla Gazzetta del Mezzogiorno del 22 dicembre 2010 dal bravo giornalista Michele Cozzi, “L’ultima “favola” di Grassi – come la definisce Maria Pia Garavaglia nella prefazione – completa il ciclo composto da “Il ministro e la brigatista” e la “Principessa e il figlio del professore”, gli altri due romanzi in cui l’autore raffigura passaggi nodali della storia italiana”.

Denominatore comune è l’unione della “macrostoria”, quella degli ultimi 50 anni della Repubblica, con la “microstoria”, cioè il vissuto quotidiano di personaggi, spesso inventati, ma che rappresentano lo specchio di alterne vicende di un Paese, che in un tumultuoso susseguirsi di avvenimenti e trasformazioni culturali ed economiche ha mutato volto: dalla “guerra civile” del dopoguerra, al terrorismo, dalla morte di Moro alla fine della Prima Repubblica. Il libro, infatti, scorre lungo gli anni che vanno dal 1949 al 1996. La storia di Gianna, un’orfanella che dal Polesine sbarca a Terlizzi per trovare la sua affermazione si interseca con la piccola storia di una città meridionale che, come l’Italia, coniuga aspetti positivi e negativi.

Nel mito greco Mnemosyne, la memoria, è la madre delle Muse, ossia di tutte le arti, di ciò che dà forma e senso alla vita, proteggendola dal nulla e dall’oblio. La memoria alla quale i romanzi di Gero Grassi ci richiamano costantemente è dunque il fondamento di ogni identità, individuale e collettiva, che si basa sulla libera conoscenza di se stessi, anche delle proprie contraddizioni e carenze, e non sulla rimozione, che crea paura e aggressività. Custode e testimone, il ricordo è pure garanzia di libertà.

E’ questo l’insegnamento che i lettori traggono dalle fatiche letterarie di questo instancabile autore, la cui scrittura chiara e comprensibile, è sempre rivolta a coniugare lo stile personale con il rigore dei dati e delle fonti.

Il messaggio, se è vero che un romanzo che si rispetti ne abbia uno, è allora inequivocabile: l’impegno professionale e civile apre sempre alla vita degli altri. “Gianna – scrive la Garavaglia nella prefazione – scegliendo di diventare medico-ginecologo all’Ospedale “Michele Sarcone” ha realizzato una splendida sintesi di promozione umana di una donna, visto che nella comunità di Terlizzi “dottore” può essere solo un uomo. “Peraltro - aggiunge - il riconoscimento del prestigio professionale è stato la base per il riconoscimento pubblico che l’ha investita della responsabilità di Sindaco di Terlizzi a furor di popolo”.

Messaggio altamente simbolico, ma anche molto concreto. “Gianna Ciarchi – scrive l’autore nella presentazione - l’orfanella protagonista, che, aiutata dalla sua intelligenza, dalla voglia d’imparare, da tante persone che le vogliono bene e dalla Provvidenza, vive un’esperienza bellissima a Terlizzi, suo paese adottivo, nel quale incontra tre grandi persone dal cuore nobile, che a diverso titolo compenseranno con l’amore il tantissimo male che alcuni individui e il destino le hanno procurato” è anche “la rappresentazione plastica – aggiunge la Garavaglia - di due argomenti che hanno plasmato la vita dell’autore. La passione politica e l’amore per la sanità pubblica”.

In conclusione, anche a partire da questo romanzo, è possibile realizzare fattivi incontri di civiltà che, poi, in realtà, sono tanti incontri tra persone, tra “umanità varie”, reali e anche inventate, che racchiudono in loro pregi e difetti del genere umano. “In ogni caso – dichiara l’autore – gente umile, con i pregi e i difetti delle persone normali, che ha attraversato una parte importante della mia vita e che ricordo benissimo”. “E’ una favola quella raccontata da Gero Grassi? - si domanda ancora una volta la senatrice Maria Pia Garavaglia. Risposta.”Ognuno racconta la vita come la sente: romanzo, tragedia, o commedia”.

E’quanto, in effetti, va facendo Gero Grassi sin dal 1984, alternando ai romanzi saggi, biografie, rassegne stampa, articoli, relazioni.

“Ricordate che questo è stato”: è il comando di Primo Levi nel suo libro “Se questo è un uomo” ed esso è e deve essere sempre vivo, sempre attuale. Perché la memoria è un bene fragile, e facile a disperdersi sotto il peso potente e grave del quotidiano che ci distrae, ci disorienta, ci porta altrove.

Ma il libro si chiude anche con un messaggio di fiducia: speriamo che davvero si possa aprire nel nostro Paese una stagione nuova - riflettere su se stesso e ripercorrere la sua storia, se vogliamo guardare ad un futuro migliore e credibile da consegnare ai nostri giovani.

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