sabato 24 aprile 2010

Il Bilancio di previsione 2010 e Bilancio pluriennale 2010-2012 ai nastri di partenza.

Siamo ormai giunti al 30 aprile, ultimo termine di scadenza imposto dalla legge per la deliberazione dei Bilancio di previsione 2010, del Bilancio Pluriennale e della Relazione revisionale e Programmatica per il triennio 2010-2012 e nessuna convocazione per la consultazione da parte dei cittadini è stata fatta dall’Amministrazione comunale. Dalla stampa abbiamo appreso che il nostro sindaco Luigi Perrone e l’assessore alla Programmazione finanziaria Massimo Mazzilli hanno indirizzato al Presidente del Consiglio una nota sull’”iniquità” del Patto di Stabilità 2009”, che, essendo stato violato dal Comune di Corato, lo esclude dal novero dei Comuni “virtuosi”. Le conseguenze, secondo i nostri amministratori, per l’anno in corso saranno, pertanto, le seguenti: taglio alla spesa corrente con conseguente riduzione dei servizi per i cittadini; rinuncia ai contributi statali e regionali previsti per il Piano Sociale di Zona; impossibilità di sottoscrizione dell’Accordo di programma con Provincia e Regione per la realizzazione del Polo Scolastico e Sportivo; blocco dei lavori pubblici in corso e conseguenti contenziosi con le imprese appaltatrici private dei rispettivi emolumenti.
A differenza degli anni precedenti, quei pochi cittadini che hanno accolto l’invito tramite manifesto pubblico dell’assessore Massimo Mazzilli, quest’anno, anche a causa della concomitanza dell’elezioni regionali, non hanno avuto la possibilità di contribuire alla redazione del bilancio comunale di previsione 2010.
Se fossimo stati interpellati ai sensi dello Statuto comunale e dei relativi istituti di partecipazione, oltre che della direttiva del 17 febbraio 2006 del Ministero della Funzione Pubblica relativa alla rendicontazione sociale nelle Amministrazioni pubbliche, avremmo avuto modo di segnalare i contenuti essenziali che a nostro modesto avviso dovrebbero caratterizzare il documento contabile che il Consiglio comunale si appresta a deliberare.
Riservandoci di intervenire in modo più circostanziato nel merito del documento contabile subito dopo la sua approvazione da parte del Consiglio comunale, è sull’aspetto della partecipazione che ancora una volta intendiamo esprimere alcune considerazioni. Come più volte sottolineato nelle precedenti assemblee relative alla presentazione del Piano Urbanistico Generale (PUG), del Programma Integrato di Riqualificazione delle Periferie (PIRP), del Gruppo di Azione Locale (GAL) e del Programma della Consulta della Cultura, in cui la presenza dei cittadini, delle associazioni e delle scuole, come al solito, è stata modesta, continuiamo a chiederci ed a chiedere se effettivamente il difetto è nella comunicazione istituzionale o nella mancanza di senso civico della cittadinanza o in entrambi i casi.
Il Centro Studi Politici “A. Moro” ha più volte proposto agli amministratori comunali di delineare, attraverso un Accordo di programma, un piano di lavoro comune finalizzato a rendere più proficua ed efficace la collaborazione e più sistematica la partecipazione dei cittadini alle scelte politico-amministrative. Le assicurazioni fornite dal sindaco e dagli assessori che si sono avvicendati nei vari incontri tenuti con i sodalizi cittadini non hanno prodotto ancora i risultati da tutti auspicati. I tempi sono maturi per un riconoscimento ed uno spazio democratico per un volontariato che non sia solo testimonianza sociale negli interventi e nei servizi a favore della comunità, ma contestualmente soggetto politico, espressione di una società civile impegnata nella rimozione della cause del disagio, nell’affermazione, tutela, difesa e promozione dei diritti di cittadinanza.
Quello che proponiamo, insomma, in coerenza con lo Statuto comunale, è la costituzione di un “Laboratorio urbano”, che faccia proprio il motto “Una città per tutti”, formato da cittadini stanchi di lamentarsi della bassa qualità della vita e di contestare l’inerzia delle istituzioni, la chiusura dei partiti ad un reale rapporto con la cittadinanza attiva, desiderosi di uscire dalla condizione di dipendenza, superficialità, qualunquismo, deresponsabilizzazione e disaffezione alla politica.
In altri termini, proponiamo la condivisione di un impegno culturalmente e socialmente trasversale, lasciando che in altri ambiti i singoli e le associazioni operino in assoluta libertà le scelte più congeniali al proprio ruolo. Sarebbe utile ed interessante costituire una rete sinergica di forze singolarmente attive nella ricerca di una programmazione integrata sulla città, attraverso un costante confronto fra le diversità e le singole esperienze, così come stanno facendo i soggetti politici e sociali aderenti alla rete promossa dal Movimento Giovanile del PD, che si accinge a riprendere il percorso sulla “Cittadinanza attiva” finalizzato alla creazione di un Comune “virtuoso”.
Potrebbe essere questo il punto di partenza del cosiddetto “Bilancio partecipato”, di cui più volte abbiamo parlato e scritto. Un bilancio, cioè, in cui la politica si fa incontro, ascolto, ma soprattutto azione diretta, partecipazione autentica che consenta ai cittadini di scegliere democraticamente come e dove investire le risorse del proprio Comune.
Proviamo ad immaginarne il percorso, le tappe, i tempi del prossimo bilancio di previsione 2011, che dovrebbe essere avviato subito dopo l’estate ed essere approvato, secondo legge, entro il dicembre 2010.
In sintesi: il bilancio di previsione verrà redatto al termine di un ciclo di assemblee pubbliche, nel corso delle quali sindaco ed assessori discuteranno e decideranno insieme ai cittadini gli interventi più importanti da realizzare nel corso dell’anno. Questo rappresenterebbe il primo dei due momenti di confronto tra cittadini e amministratori da realizzarsi in tempo effettivamente utile, senza attendere le varie proroghe governative al termine fissato per legge al 31 dicembre. Il secondo ciclo di assemblee dovrebbe tenersi prima della discussione consiliare sul bilancio consuntivo, non più tardi del mese di ottobre, per rendere conto, in termini di efficacia, efficienza ed economicità dei risultati raggiunti.
La partecipazione si realizza innanzitutto su base territoriale: la città è divisa in quartieri. Nel corso di riunioni pubbliche la popolazione di ciascun quartiere è invitata ad esprimere i propri bisogni e a stabilire delle priorità in vari campi o settori (ambiente, educazione, salute, sevizi sociali, ecc.). A questo si aggiunge una partecipazione complementare organizzata su base tematica attraverso il coinvolgimento di categorie professionali o lavorative (sindacati, imprenditori, studenti…). Ciò permette di avere una visione più completa della città, attraverso il coinvolgimento dei cosiddetti settori produttivi della città. La municipalità è presente a tutte le riunioni di quartiere e a quelle tematiche, attraverso un proprio rappresentante, che ha il compito di fornire le informazioni tecniche, legali, finanziarie e per fare delle proposte, attento, però, a non influenzare le decisioni dei partecipanti alle riunioni.
Alla fine, ogni gruppo territoriale o tematico presenta le sue priorità all’Ufficio di pianificazione, che stila un progetto di bilancio, che tenga conto delle priorità indicate dai gruppi territoriali o tematici. Il Bilancio viene infine approvato dal Consiglio comunale.
Nel corso dell’anno, attraverso apposite riunioni, la cittadinanza valuta la realizzazione dei lavori e dei servizi decisi nel bilancio partecipativo dell’anno precedente.
Di solito le Amministrazioni comunali, visti anche i vincoli di bilancio cui sono tenuti per legge e secondo il sopraccitato Patto di Stabilità, riconoscono alle proposte avanzate dai gruppi dei cittadini la possibilità di incidere su una certa percentuale del Bilancio comunale.
In conclusione, si tratta di uno strumento che serve per dare conto ai cittadini del progetto operato, nel tentativo di rendere trasparenti e comprensibili all’esterno i programmi, le attività e i risultati raggiunti.
Obiettivi nobili, da tutti decantati ed auspicati nella recente campagna elettorale, che devono essere assolutamente perseguiti, per capire prima e meglio quali siano le attese e i bisogni della nostra comunità.

1 commento:

Anonimo ha detto...

è un articolo vergognoso!!!