mercoledì 7 gennaio 2009

Per un Bilancio comunale veramente partecipato

Ho accolto di buon grado l’invito dell’Assessora alle Politiche di Coesione Sociale Santina Mastropasqua a partecipare all’Assemblea delle Associazioni per formulare proposte relative alla redazione del bilancio di previsione 2009. Purtroppo, però, a causa dell’imminente scadenza dell’adesione del Comune al G.A.L., la discussione è stata rinviata a data da destinarsi. Avendo sollecitato più volte gli amministratori locali a rendersi parte diligente in questo senso non posso che apprezzare l’iniziativa, augurandomi che in questo modo si voglia veramente dare applicazione agli istituti di partecipazione previsti dallo Statuto comunale.

Riservandomi di intervenire in modo più circostanziato nel merito del documento contabile subito dopo averne conosciute le linee guida, i principali assi di riferimento e le priorità previste nella programmazione 2009, auspico, in ogni caso, che sia data priorità al soddisfacimento dei bisogni della città con particolare attenzione alle fasce più deboli, al potenziamento dei servizi alla persona, sia assistenziali che socio-sanitari; all’esigenza di sviluppo del territorio e di attuazione di una politica fiscale attenta alle capacità contributive delle famiglie ed in particolare delle famiglie monoreddito e con prole.

Sono convinto che il bilancio di previsione 2009 è l’autentico start-up della maggioranza di governo, perché, al di là dei conti, bisogna guardare ad un paese che è sostanzialmente in crisi. Per cui l’auspicio è che nella visione di governo locale vengano poste al centro le esigenze delle categorie più deboli della comunità, le esigenze delle imprese, le esigenze dell’intera città, pur sapendo che bisogna fare i conti con le nuove norme introdotte dall’ultima legge finanziaria.

Nel frattempo, come ho sempre fatto durante il mio mandato di presidente della Consulta delle Associazioni, è sull’aspetto della partecipazione che intendo ora esprimere alcune considerazioni e formulare alcune proposte concrete.

Per il tramite di questo organismo associativo ho più volte proposto agli amministratori comunali di delineare, attraverso un accordo di programma, un piano di lavoro comune finalizzato a rendere più proficua ed efficace la collaborazione e più sistematica la partecipazione dei cittadini alle scelte politico-amministrative. I tempi, infatti, sono maturi per un riconoscimento ed uno spazio democratico per un volontariato che non sia solo testimonianza sociale negli interventi e nei servizi a favore della comunità, ma contestualmente soggetto politico, espressione di una società civile impegnata nella rimozione della cause del disagio, nell’affermazione, tutela, difesa e promozione dei diritti di cittadinanza.

Quello che continuo a proporre, insomma, in coerenza con lo Statuto comunale, che mi auguro sia quanto prima dotato dei regolamenti attuativi degli istituti di partecipazione, è la costituzione di un “Laboratorio urbano”, che faccia proprio il motto “Una città per tutti”, formato da cittadini stanchi di lamentarsi della bassa qualità della vita e di contestare l’inerzia delle istituzioni, la chiusura dei partiti ad un reale rapporto con la cittadinanza attiva, desiderosi di uscire dalla condizione di dipendenza, superficialità qualunquismo, deresponsabilizzazione e disaffezione alla politica.

In altri termini, propongo ancora una volta, rivolgendomi in modo particolare ai nuovi assessori di cui apprezziamo la provenienza associativa e civile, la condivisione di un impegno culturalmente e socialmente trasversale, lasciando che in altri ambiti i singoli e le associazioni operino in assoluta libertà le scelte più congeniali al proprio ruolo. Sarebbe utile ed interessante costituire una rete sinergica di forze singolarmente attive nella ricerca di una programmazione integrata sulla città, attraverso un costante confronto fra le diversità e le singole esperienze.

E’ questo – a mio avviso - il punto di partenza del cosiddetto Bilancio partecipato”. Un bilancio, cioè, in cui la politica si fa incontro, ascolto, ma soprattutto azione diretta, partecipazione autentica che consenta ai cittadini di scegliere democraticamente come e dove investire le risorse del proprio Comune.

Proviamo ad immaginarne il percorso, le tappe, i tempi del prossimo bilancio di previsione 2009, che avrebbe dovuto essere approvato entro il dicembre 2008 e che invece ricorrerà ai benefici di legge che ne consentono la proroga fino al prossimo 30 aprile.

In sintesi: il bilancio di previsione che mi auguro, almeno questa volta, sia redatto al termine di un ciclo di assemblee pubbliche, nel corso delle quali sindaco ed assessori discuteranno e decideranno insieme ai cittadini gli interventi più importanti da realizzare nel corso dell’anno. Questo rappresenterebbe il primo dei due momenti di confronto tra cittadini e amministratori da realizzarsi entro ilmese di gennaio. Il secondo ciclo di assemblee dovrebbe tenersi prima della discussione consiliare sul bilancio consuntivo, non più tardi del mese di luglio 2009, per rendere conto, in termini di efficacia, efficienza ed economicità dei risultati raggiunti.

La partecipazione si realizza innanzitutto su base territoriale: la città è divisa in quartieri. Nel corso di riunioni pubbliche la popolazione di ciascun quartiere è invitata ad esprimere i propri bisogni e a stabilire delle priorità in vari campi o settori (ambiente, educazione, salute, ecc.). A questo si aggiunge una partecipazione complementare organizzata su base tematica attraverso il coinvolgimento di categorie professionali o lavorative (sindacati, imprenditori, studenti…). Ciò permette di avere una visione più completa della città, attraverso il coinvolgimento dei cosiddetti settori produttivi della città. Gli amministratori comunali partecipano a tutte le riunioni di quartiere e a quelle tematiche.

Alla fine, ogni gruppo territoriale o tematico presenta le sue priorità all’Ufficio di pianificazione, che stila un progetto di bilancio, che tenga conto delle priorità indicate dai gruppi territoriali o tematici. Il Bilancio viene alla fine approvato dal Consiglio comunale.

Nel corso dell’anno, attraverso apposite riunioni, la cittadinanza valuta la realizzazione dei lavori e dei servizi decisi nel bilancio partecipativo dell’anno precedente.

Di solito le amministrazioni comunali, visti anche i vincoli di bilancio cui sono tenuti per legge, riconoscono alle proposte avanzate dai gruppi dei cittadini la possibilità di incidere su una certa percentuale del Bilancio comunale.

In conclusione, si tratta di uno strumento che serve per dare conto ai cittadini del progetto operato, nel tentativo di rendere trasparenti e comprensibili all’esterno i programmi, le attività e i risultati raggiunti.

Obiettivi nobili, da tutti decantati ed auspicati nella recente campagna elettorale, che devono essere assolutamente perseguiti in questo importante momento di avvio della nuova consiliatura, per capire prima e meglio quali siano le attese e i bisogni della nostra comunità.

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