venerdì 14 novembre 2008

Scuola: anche Corato s’è desta


Per il giorno 18 c.m., su iniziativa dei consiglieri di minoranza Maria Bovino, Tommaso Loiodice, Michele Arsale, Francesco Mazzilli (PD), Francesco Stolfa (PSI), Antonio Rigoletto (Rif.Comunista) è stato convocato il Consiglio comunale per discutere, tra gli altri argomenti, anche il “Pacchetto Scuola Gelmini, in funzione delle ripercussioni sulla scuola del territorio e del Paese”.

La convocazione del Consiglio comunale fa seguito alle numerose riunioni tenute dalla 5° Commissione consiliare presieduta dal dott. Luigi Patruno e che hanno visto la partecipazione dell’Assessore alla P.I. Franco Caputo e dei rappresentanti delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, oltre che del sottoscritto, invitato come esperto.

Tutti siamo stati sollecitati a fornire suggerimenti per la redazione del Piano del Diritto allo Studio, che il Consiglio comunale dovrà deliberare entro la fine del mese di novembre ed inviare alla Regione per il relativo contributo. In questa sede, più volte si è affrontato il problema scuola sia dal punto di vista strutturale che da quello formativo, con particolare riferimento al rapporto scuola –famiglia e scuola – territorio. L’ultima seduta ha avuto come oggetto il problema dell’orientamento scolastico e professionale, ritenuto da parte di tutti gli intervenuti, fondamentale per lo sbocco lavorativo degli studenti.

Mentre gli organi istituzionali – come si vede - continuano ad assolvere, ciascuno per quanto di competenza, alle proprie responsabilità amministrative, numerose sono state le manifestazioni di protesta che hanno visto protagonisti tutti coloro che operano all’interno e fuori dalla Scuola e dell’Università.

Questi eventi mi danno l’occasione per ringraziare la ministra Gelmini per avere da una parte destato i nostri giovani da un lungo letargo e dall’altra aver stimolato le coscienze degli operatori della scuola, dei politici, degli amministratori comunali, delle organizzazioni sociali e sindacali, delle famiglie e di singoli cittadini. Forse – e le dimostrazioni dei giorni scorsi parlano chiaro – anche Corato s’è desta.

Ma, al di là dell’enfasi mediatica di questi giorni, più riferita a slogan che riferite a contenuti, sembra opportuno andare alla radice del problema scuola, come hanno tentato di fare nella Scuola primaria “Don Ciccio Tattoli” i genitori, coordinati dal consigliere comunale Tommaso Loiodice, in veste di rappresentante dei genitori nel Consiglio di Circoli, che si sono confrontati con l’assessore alla P.I. Franco Caputo.

Una rivoluzione ordinamentale del genere che tocca la revisione dei curricoli, il ridimensionamento della rete scolastica e la razionalizzazione del personale, e che interessa larghe fasce di operatori ed utenti, doveva essere preceduta anzitutto da un ampio dibattito di natura pedagogica e didattica con specialisti di varia estrazione culturale; quindi da un approfondito dibattito politico amministrativo che avrebbe dovuto interessare le forze sociali e tutti i gruppi presenti in Parlamento, sia di maggioranza sia di opposizione.

Ma, non è mai troppo tardi…per uscire dal vicolo cieco della prova muscolare e imboccare la strada maestra della ragione e della proposta, che è la strada maestra della democrazia.

Quello che continua a rivelarsi insufficiente ed inadeguato - come è emerso anche nelle discussioni avutesi nella 3° Commissione consiliare - è il raccordo tra scuola – università – imprese, indispensabile, invece, perché lo studio non diventi la fabbrica dei sogni, ma al contrario sforni professionalità richieste sul mercato e quindi occupabili. Ovviamente, se questo era già carente, figuriamoci quello che accadrà dopo i tagli previsti dal decreto.

Le modifiche sono necessarie, è vero, senza di queste il sistema scolastico continuerà a sfornare giovani sprovvisti di insufficiente qualificazione tecnica e perciò difficilmente reclutabili dall’industria. La gioventù da sempre ha costituito un problema per la società, ma di questo passo la “questione giovani” si avvia a diventare un’esplosione che si può paragonare alla “questione operaia dell’’800”, con tutte le conseguenze del suo impatto con la società del cui malessere i giovani sono le spie più attente. Di qui la necessità che la società e le istituzioni si risveglino a questo richiamo, che ognuno di noi si senta responsabile del destino di un giovane.

Quello che i cittadini di Corato si aspettano dal proprio Consiglio comunale, al di là delle legittime differenziazioni politiche e programmatiche e di un generico appello al Governo, è che su questo importantissimo tema della Scuola, a differenza del ministro Gelmini, si apra un serio tavolo di confronto con tutte le parti interessate: Consiglio comunale, Commissioni consiliari, Consulte comunali, Consiglio comunale dei Ragazzi, Forum dei Giovani, Istituzioni scolastiche e universitarie, Organizzazioni sindacali, Comitati di quartiere, rappresentanze delle famiglie, degli imprenditori, degli studenti universitari e degli immigrati. L’istruzione pubblica è un investimento per il futuro dei nostri figli e perciò per il Paese. Se ne siamo convinti è giunto il momento che anche a Corato si realizzi un “Patto educativo” tra le scuole, le famiglie e gli studenti, che vada al di là del mero Piano dell’Offerta Formativa Territoriale, orientato essenzialmente a reperire contributi finanziari, quasi sempre insufficienti.

Per riformare la scuola ci vuole ben altro. Per riqualificarla occorre non solo realizzare il patto educativo tra le scuole, le famiglie egli studenti, ma anche valorizzare le professionalità degli insegnanti, azzerare il precariato, potenziare l’autonomia scolastica, ridurre a zero la dispersione scolastica, portare tutti i ragazzi al diploma o ad una qualifica professionale, potenziare la formazione permanente, promuovere una scuola più aperta alla comunità e integrata con il territorio, che sostenga più cultura, alfabetizzazione informatica, sport, attività sociali e di volontariato. In caso contrario il ricorso al referendum abrogativo non sarà una mera minaccia, ma diventerà realtà.

L’augurio che tutti ci facciamo è che queste proposte vengano fatte proprie dal Consiglio comunale di Corato e inviate al ministro Gelmini, non certo contenta di dover subire un referendum abrogativo della legge che porta (impropriamente) il suo nome.

Nessun commento: