lunedì 17 novembre 2008

20 Novembre 2008: Giornata mondiale sui diritti dell’infanzia


Il 20 novembre di 19 anni fa i rappresentanti degli Stati di tutto il mondo, presso la sede dell’O.N.U. hanno sottoscritto la Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia. Questo importante documento dice tra l’altro all’art.14 che i bambini hanno diritto di esprimersi sulle cose che li riguardano.
La costituzione del Consiglio comunale dei Ragazzi, eletto per il secondo anno consecutivo e prossimo ad insediarsi dimostra l’attenzione delle istituzioni scolastiche e amministrative e che i bambini non vanno considerati come cuccioli dell’uomo, ma con la dignità vera di persone con propri diritti e bisogni, non più oggetto delle scelte degli adulti, ma protagonisti della propria vita. E’ successo alle Nazioni Unite il 20 novembre 1989 e, solo in parte, a Corato il 16 dicembre 2006 con l’insediamento del primo Consiglio comunale dei ragazzi, che però non ha avuto tempo e modo di esercitare pienamente gli obiettivi che il regolamento istitutivo gli assegna. Da allora i 41 articoli della Convenzione sono stati oggetto di attenzione nella ricorrenza annuale con convegni, come quello promosso dalla FIDAPA con il patrocinio e la partecipazione dell’Assessore ai Servizi sociali Franco Caputo, del sindaco dei ragazzi uscente Cinzia Torelli e con il coordinamento delle insegnanti Raffaella Leone e Angela Pisicchio.
E’ significativo che nel 1997 in Italia sia stata approvata sull’onda di questa nuova cultura dell’infanzia la legge 285 “Promozione di diritti e di opportunità per l’infanzia”, con la quale anche a Corato sono state costituite numerose occasioni per l’esercizio del diritto al gioco, all’espressione, alla comunicazione, allo stare insieme, all’istruzione. In definitiva, del diritto di cittadinanza. Anche se questa legge che ha fatto nascere ludoteche, centri giochi per i più piccoli di tre anni, classi “primavera”, consigli comunali dei ragazzi, laboratori, centri di aggregazione, ludobus, scuolabus e pedibus e iniziative simili come quella recentemente promossa dalle scuole elementari coratine.
Il 20 novembre, quindi, per ricordare, ricordarci, di ascoltare la voce dei ragazzi sulle cose che li riguardano direttamente. Per fare questo bisogna mettere i ragazzi nelle condizioni adeguate, senza controlli, senza fretta, potendo far dire ciò che vogliono anche sbagliando, senza rischi di ironia da parte degli adulti.
I ragazzi sanno pensare e vogliono dire, ma hanno bisogno di adulti che sappiano ascoltare, cerchino di capire stando dalla loro parte. Occorre avere bisogno dei bambini, riconoscerli capaci di darci opinioni, idee utili a risolvere i nostri problemi. Occorre essere al loro fianco, fidarsi di chiedere loro aiuto, non lasciarli soli. Perché, per essere felici – mi disse una volta un mio alunno – bisogna essere in due.
Il Comune che altro può fare in questa direzione? Mi permetto di richiamare ancora una volta l’attenzione su alcune proposte fatte negli ultimi anni, anche a nome del Centro Studi Politici “Aldo Moro”, agli amministratori comunali e che, fatta eccezione per l’istituzione del Consiglio comunale dei ragazzi, non hanno trovato ancora riscontro.
Mi riferisco, in particolare, alla partecipazione al concorso indetto dal Ministero dell’Ambiente per “Il miglior progetto per una città sostenibile delle bambine e dei bambini”, che ha visto per ben due anni consecutivi le due cittadine vicine di Ruvo e Molfetta aggiudicarsi il sostanzioso premio di 100.000 euro.
Ricordo ancora il documento intitolato “Carta educativa per la città - Per una città a misura dell’infanzia e dell’adolescenza” presentato in occasione degli incontri pubblici per la discussione sul Documento Preliminare per la redazione del Piano Urbanistico Generale, nel quale esprimevamo la convinzione che l’assetto dello spazio urbano deve evidenziare il riconoscimento delle esigenze ludiche e creative dei bambini e dei giovani e deve permettere un’apertura verso altre città e verso la natura, tenendo conto dell’interazione tra queste ultime ed il resto del territorio.
Rinnovo ancora la richiesta al presidente del Consiglio comunale di far nominare dal Consiglio il sindaco “Difensore civico dell’infanzia”.
Non parliamo poi dell’ultima proposta di costituire un “Osservatorio sociale” sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza nella nostra realtà cittadina, con particolare riferimento ai meccanismi di esclusione e di emarginazione, in particolare quelli relativi ai figli di immigrati o profughi, i quali devono poter sentire che la città è anche loro.
In conclusione, continuiamo a proporre la costituzione di un Forum dei giovani, da istituire e regolamentare come il Consiglio comunale dei ragazzi, per il quale abbiamo avuto l’approvazione del neo-consigliere delegato alle Politiche giovanili, Luigi Menduni. Dell’argomento, infatti, ne parleremo in modo particolare insieme al sindaco nel convegno sulla cittadinanza attiva previsto per il 24 novembre prossimo. Anche i giovani - abbiamo convenuto - hanno il diritto di riflettere e partecipare alla messa a punto di programmi educativi e amministrativi, oltre che a ricevere gli strumenti necessari che permettano loro di scoprire una volontà pedagogica e sociale nella struttura e nella gestione della propria città, nei valori da essa sostenuti, nelle celebrazioni organizzate, nelle campagne preparate, nell’interesse dimostrato nei loro confronti o nel loro modo di ascoltarli.
Tutti argomenti che potrebbero diventare oggetto di un’apposita seduta di Consiglio comunale, con l’invito a partecipare e ad esprimersi ai ragazzi e giovani nostri giovani concittadini. Sarebbe questo sicuramente un modo concreto per non limitarsi alle celebrazioni annuali, che durano lo spazio di una serata, quando invece l’interesse e l’ascolto nei loro confronti deve essere realmente avvertito da chi aspira a diventare cittadino attivo. Il primo passo è dare ai bambini ed ai giovani una voce. Il secondo è ascoltarli. Il terzo è gridare tutti insieme: “Tutta mia la città…”.
A seguire, costituire un “Coordinamento cittadino per la tutela dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”, ossia un comitato che raccolga tutte le forze provenienti dal volontariato laico e religioso a contatto ogni giorno con i più piccoli, con l’obiettivo di costruire una sinergia per realizzare una città maggiormente a misura di bambino, sviluppare le progettualità comuni, senza dimenticare l’esigenza di un nuovo approccio metodologico dei servizi sociali alle emergenze che riguardano famiglie e minori.

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