Mancano soltanto tre mesi all’appuntamento
elettorale per il rinnovo del Consiglio comunale e già cominciano ad apparire
all’orizzonte alcuni dei protagonisti di quella che sarà una campagna
elettorale amministrativa molto accesa ed impegnativa, anche perché coinciderà,
come è avvenuto nel 2008, con il rinnovo del Parlamento italiano. Chiederanno
il nostro voto diversi candidati consiglieri appartenenti ai tradizionali
partiti politici ed alle più svariate
liste civiche che coalizzati o divisi andranno a sostenere, dopo eventuali
primarie, i rispettivi candidati sindaci.
Nel
momento in cui le pagine dei giornali e i servizi televisivi ci bombardano
quotidianamente di notizie e commenti sui temi della corruzione, concussione,
mafia, estorsione e riciclaggio, che a 20 anni da “Tangentopoli”, la fanno
ancora da padrone; nel momento in cui si discute una legge sulla
incandidabilità dei deputati e dei senatori condannati è opportuno che a
livello politico-amministrativo ci si impegni da subito sui numerosi temi sui
quali è concentrata ormai l’attenzione di tutti coloro che credono ancora
nell’affermazione della legalità a tutti i livelli.
Come
Centro Studi Politici “A. Moro” riteniamo opportuno che prima dell’elezione
del nuovo Consiglio comunale, partendo dal basso, ci sia l’impegno concreto
di tutti i futuri amministratori (sindaco, assessori, consiglieri comunali) per
la legalità e la trasparenza, al fine di riconquistare la fiducia dei
cittadini e dell’elettorato.
Un modo
per evitare questi inconvenienti potrebbe essere quello di adottare un codice
etico sul modello della “Carta di Pisa”, documento elaborato
dall’associazione nazionale “Avviso Pubblico”, così come proposto, su nostro
suggerimento del 2009, dal sindaco di Terlizzi Vincenzo Di Tria e fatto
proprio con una proposta deliberativa, approvata all’unanimità dal Consiglio
comunale del 29 novembre dal successore Ninni Gemmato.
Il
documento ha il palese obiettivo di ostacolare quei personaggi che,
acquisendo ruoli istituzionali e cariche amministrative possano rappresentare
un canale privilegiato tra politica e malaffare. In concreto, si tratta di
una “Carta” che contiene dei “comandamenti” precisi per gli amministratori
locali su una serie di questioni specifiche come la trasparenza, il conflitto
di interessi, il finanziamento dell’attività pubblica, la nomina in enti
e società pubbliche, i rapporti con l’autorità giudiziaria e con i
mezzi di comunicazione.
La
“Carta” prevede, tra gli impegni che l’Amministrazione assume al fine di
favorire trasparenza e legalità nella propria attività “il divieto di
accettare regali oltre i 100 euro di valore, dimissioni immediate in caso di
semplice rinvio a giudizio per corruzione, concussione, mafia, estorsione e
riciclaggio, divieto di ricoprire incarichi per soggetti privati destinatari
delle sue decisioni di sindaco nei 5 anni successivi alla scadenza del
mandato. Inoltre, l’amministratore pubblico renderà note le associazioni di
cui è affiliato e socio e la propria situazione reddituale”.
Corato si
prepara all’appuntamento con le urne con diversi candidati sindaci, sostenuti
da un nutrito numero di sigle e liste. La numerosa quantità di partecipanti
non esclude la possibilità di “infiltrazioni” sospette. Se tutti i candidati
s’impegnassero ad adottare la “Carta di Pisa” il rischio potrebbe essere
scongiurato o fortemente ridimensionato. Ma perché questo sia possibile, è
fondamentale che siano gli stessi politici a dare il giusto segnale,
impegnandosi sin da ora ad adottarla subito dopo l’insediamento del nuovo
Consiglio comunale. Come? Attraverso un atto di Consiglio comunale, o di
Giunta. Ancora, proprio per coinvolgere le opposizioni, di qualsiasi colore
esse siano, attraverso una loro richiesta formale, o addirittura attraverso un
atto monocratico del sindaco.
Come
Centro Studi Politici “A. Moro” auspichiamo che tutti i concorrenti alle elezioni
amministrative del marzo prossimo possano impegnarsi a farla adottare dal
Consiglio comunale di Corato per diffondere e rafforzare l’impegno concreto
per la legalità e valorizzare quelle belle pagine di politica e amministrazione
pubblica che tutti dicono di voler scrivere.
Chi
vivrà vedrà!
Il presidente Vito De Leo
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