Come deve
essere il sindaco ideale? Alla vigilia delle primarie del centrosinistra
e della campagna elettorale che seguirà nella prossima primavera, si fa avanti
una visione del sindaco sempre più come persona concreta e si afferma
l’esigenza di uno stile di governo centrato sulle progettualità, sulla capacità
di rispondere alle esigenze e ai bisogni della comunità.
Un primo
cittadino che svolge il suo lavoro con spirito di servizio, capace, quindi, di
ascoltare e di incarnare i valori del territorio, ma anche capace di fare, di
costruire intorno a sé un team efficiente, di predisporre percorsi di sviluppo
per la città e di farlo insieme ai cittadini.
In primo
luogo il sindaco deve essere una persona che è vicina ai cittadini perché è
tutti i giorni con loro: li ascolta, risponde celermente alle loro lettere,
dialoga e incontra tutti. Al secondo posto si vuole un primo cittadino che in
qualche modo sia “la città”. Nel suo sindaco la città deve potersi riconoscere,
deve individuare la persona che sintetizza le dinamiche culturali, sociali e
ideali locali. Terzo fattore è quello del farsi rispettare, dell’autorevolezza.
Altro elemento è il ruolo del “team” che affianca il primo cittadino. In questa
esigenza non c’è la negazione del ruolo della società civile, bensì la
consapevolezza che la complessità del governo locale, con le molteplici
funzioni che deve svolgere un Comune, abbisogna di un sindaco al passo con i
tempi, supportato da persone in grado di rispondere ai bisogni e alle
aspettative della città (tecnico, segretario, commissioni ed esperti).
Altra
caratteristica centrale è la capacità di progettare il futuro risolvendo i
piccoli problemi quotidiani. Da un lato c’è la necessità di valicare un sistema
statico di gestione della realtà e programmare una maggiore vivibilità delle
nostre città, dall’altro lato l’esigenza di partire dai piccoli progetti senza
attendere futuribili meraviglie. Insomma, tanta concretezza: “fare subito” ma
all’interno di un progetto coordinato e chiaro. I grandi piani da soli non
riscontrano un particolare favore del pubblico. A fare da contraltare contro
gli eccessi della tecno-politica, del team di esperti tecnocrati, c’è la
richiesta di un sindaco capace di coinvolgere i cittadini nelle scelte di
governo.
La nuova
politica amministrativa locale deve essere partecipata, sempre più diretta e
immediata, sempre più calda e giocata in prima persona. Chi vive in una realtà
come la nostra non pensa a un sindaco avulso dalle dinamiche della politica, ma
lo vuole capace di navigare nel mondo della politica. Il sindaco non deve
essere solo un buon amministratore, ma deve saper gestire i rapporti con i
diversi settori della società. Di qui l’esigenza di un primo cittadino esperto,
accorto politicamente, con una personalità forte e autorevole. Il minore peso
dei fattori carismatici del sindaco rispetto a quelli del buon amministratore,
concreto e attento ai bisogni del territorio, ha effetti anche sull’immagine
della giunta, delle persone che il primo cittadino sceglie per governare. Ad
esse si affida il compito di far funzionare la macchina comunale, di incidere
sulle lentezze, sulle tendenze autoconservative, sulle dinamiche burocratiche
degli apparati. Minore, invece, la fiducia nella capacità dei dirigenti e del
personale del Comune.
Sarebbe
interessante se agli elettori le forze politiche e sociali in campo, passassero
dalle parole (ossia le indicazioni come quelle da noi formulate) ai fatti
(ossia a verificare il reale pensiero di chi andrà a votare), formulando queste
semplici domande: “Cosa pensi del tuo sindaco? E della giunta? Sei soddisfatto
dell’attenzione che dimostrano verso i tuoi problemi? Come devono essere il
prossimo sindaco e la prossima giunta? Di quale partito, movimento o coalizione
devono essere espressione?”.
Come Centro Studi Politici “A. Moro”
esprimiamo l’auspicio che tutti gli eletti a qualsiasi livello ed i rispettivi
collaboratori politici ed istituzionali:
a)
ispirino
il proprio stile politico all’onestà e alla sobrietà;
b)
mantengano
con i cittadini un rapporto corretto, senza limitarsi alle scadenze elettorali;
c)
non
abusino della loro autorità o carica istituzionale per trarne privilegi;
d)
rifiutino una gestione oligarchica o
clientelare del potere, logiche di scambio o pressioni indebite;
e)
non appartengano ad associazioni che
comportino un vincolo di segretezza o comunque a carattere riservato, ovvero
che comportino forme di mutuo sostegno, tali da porre in pericolo il rispetto
dei principi di uguaglianza di fronte alla legge e di imparzialità delle
pubbliche istituzioni;
f)
svolgano
la campagna elettorale con correttezza ed un uso ponderato e contenuto delle
risorse, finanziate in modo trasparente e sempre accompagnate da un rendiconto
finale, senza avvalersi per fini personali della pubblicità o comunicazione
istituzionali;
g)
si
impegnino, inoltre, ad evitare forme di propaganda invasiva, nel rispetto dell’ambiente
e del decoro urbano;
h)
promuovano
le candidature di donne e giovani e lavorino per la creazione di tutte le
condizioni per la loro elezione;
i)
garantiscano
la parità di genere negli organi amministrativi e politici.
Sperando di aver dato indicazioni utili,
ci auguriamo che il futuro sia migliore del passato. Ai posteri l’ardua
sentenza!
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