martedì 30 agosto 2011

INTERVISTA AL PRESIDENTE DEL FORUM DEGLI AUTORI

A parlarci di cultura è Vito De Leo, professore, ex amministratore comunale, promotore della cittadinanza attiva, opinionista politico e culturale, giornalista, scrittore, dal mese di giugno è impegnato sul fronte culturale attraverso il “Forum degli Autori”, che egli stesso ha contribuito a fondare e di cui è attuale presidente.

Perché questo nuovo impegno?

Con questo sodalizio formato dagli scrittori coratini ci siamo presi l’impegno a tenere insieme teoria e azione; riflessione critica e pratiche nuove, promozione di una nuova cultura. L’invito che nel mese di aprile scorso rivolsi a chi si cimenta con l’arte letteraria non comporta una semplice adesione formale ma una vera partecipazione attiva. Promuovere una nuova cultura, infatti, significa assumersi una responsabilità.

Un contagio positivo, insomma.

E’ questa l’idea di fondo. La consonanza è sul terreno politico, non estetico. La varietà di posizioni dentro il Forum non si presenta come un ostacolo, anzi scongiura la semplificazione e ci spinge ad un continuo esercizio di confronto, soprattutto nei modi di intervento.

Qual è il vostro programma di interventi?

Il primo in ordine di tempo prevede un reading che avrà luogo il 28 agosto in Piazza dei Bambini, nell’ambito delle manifestazioni de “Il Pendio” organizzate dalla Pro Loco, nel quale gli scrittori aderenti saranno presentati e intervistati dalla giornalista di VideoItaliaPuglia Micaela Ferrara. Poi seguiranno dei seminari, degli osservatori sulle “buone pratiche” di lettura e scrittura, la mappatura di iniziative virtuose, l’azione diretta negli spazi pubblici (dalle biblioteche alle scuole). Obiettivo: solidarizzare con tutti quei movimenti e quelle associazioni culturali che negli ultimi tempi hanno dato valore alla parola “partecipazione”, restituendo alla piazza la dignità dell’agorà.

In effetti, come scrittori avete passato troppo tempo in solitudine…

Sì, adesso ci stiamo alfabetizzando, stiamo imparando il vocabolario di questa nuova esperienza di gruppo. Siamo degli individualisti che hanno deciso di agire insieme. Dare vita ad una comunità letteraria in un periodo di crisi economica è tra l’altro molto diverso che farlo durante il boom.

Questo è vero soprattutto per i giovani

La precarietà lavorativa di alcuni giovani scrittori è una divoratrice del tempo libero, riduce drasticamente la possibilità di incontrarsi e stare insieme fuori dalle occasioni immediatamente produttive. Il “Forum degli Autori” è per questo anche una sfida che chiede a ciascuno di rinunciare a qualcosa in nome di un progetto comune, di essere migliori del tempo che ci è toccato in sorte.

Un tempo che obbliga per sopravvivere alla convivenza, alla coesione, all’unità d’intenti, al cambiamento individuale e sociale, sembra di capire…

Il tempo attuale sembra richiedere anche agli individualisti come noi un ricorso a pratiche desuete e noiose come gli incontri di “categoria”: per aumentare la consapevolezza individuale, scoprire risorse nascoste, coordinare bisogni e speranze. Fin qui ci siamo accontentati ciascuno dei nostri amici più intimi; ora vogliamo discutere dei problemi che ci urgono. Sono tempi difficili che richiedono misure estreme, prima che sia troppo tardi.

A che cosa si riferisce in particolare?

Noi puntiamo innanzitutto a ridefinire le regole del gioco più che a far vincere una singola squadra. Davanti al diffondersi di una paraletteratura spacciata come vera letteratura solo perché vende, si impone una risposta di gruppo. Bisogna tutelare gli spazi di discussione e di critica ancora non schiacciati dal conformismo del mercato. Abbiamo capito che come scrittori di ricerca, ci possiamo salvare solo tutti assieme.

Quali sono le vostre proposte?

La novità del Forum sta proprio nel suo post-individualismo. L’agire comune non deve essere generico e gratuito; conta nella misura in cui costa, appunto, sul piano individuale: non solo perché si spende il proprio tempo, ma perché si mettono in discussione i propri stessi comportamenti e dunque le posizioni conseguite.

Quali sono le priorità del Forum?

Un obiettivo prioritario per me, che sottoporrò all’attenzione degli amici aderenti, è la creazione di un osservatorio che censisca sul territorio comportamenti e attitudini di realtà concrete: librerie, case editrici, biblioteche, scuole, istituzioni. Dobbiamo riuscire a mettere in relazione le infinite manifestazioni di quell’atteggiamento virtuoso che, malgrado tutto, tiene viva la cultura della nostra città. E farlo durare, e dargli spazio.

Rivendicate, insomma, il diritto di intervenire sulla realtà culturale.

Esattamente! Nel concreto, tra le altre iniziative, vogliamo dare forma a studi critici lucidi ed equilibrati di quello che accade nel mondo della cultura e della produzione letteraria, a letture planimetriche sollevino, rispetto all’esperienza del bene comune, questioni su cui confrontarsi senza cedere all’idea che quanto esiste (e come esiste) sia inevitabile e immodificabile, individuando invece soluzioni non simboliche ma effettive.

E’ allora possibile pensare ad un nuovo tipo d’impegno nel nostro territorio?

La risposta è sì. Si può, anzi si deve. La sfida del Forum degli Autori è nell’individuare una strada creativa tra il “disimpegno” dell’ultima generazione e il linguaggio che viene dal passato. Il nostro è semplicemente un modo per tornare ad essere intellettuali pubblici del nostro tempo. Nessuno di noi gioca a fare Moravia o Pasolini, perché il contesto nel quale ci troviamo ad agire è diverso. Ci definiamo però anche “lavoratori della conoscenza” per evidenziare il lato pragmatico del nostro impegno.

D’altra parte la figura dell’intellettuale umanista al centro del mondo va radicalmente ripensata. L’unico modo in cui si può tornare oggi ad essere intellettuali pubblici è riattivando forme di “impegno” che partano dal basso, così come stiamo cercando di fare con il nostro “Forum degli Autori”, che è possibile consultare anche sul sito web: www.forumdegliautori.altervista.org.

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