domenica 3 aprile 2011

LA DROGA A CORATO TRA REPRESSIONE E PREVENZIONE

Ancora una volta la cronaca cittadina c’informa dell’ennesima operazione effettuata dai carabinieri di Corato, che hanno arrestato il 26enne G.M. ed il 23enne L.A. con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Tali deprimenti notizie, che si succedono ad un ritmo sempre più frequente, non possono continuare a rimanere relegate nell’ambito giornalistico, ma richiedono, oltre che la meritoria ed indispensabile opera di repressione degli organi di polizia, anche una maggiore azione di prevenzione da parte delle istituzioni locali: Comune, Scuole, Parrocchie, Società civile, Organismi sanitari e culturali, Famiglie.

La descrizione di questa preoccupante realtà impone strategie d’intervento che puntino non solo ad una presenza costante e capillare sul territorio delle forze dell’ordine, ma anche a sviluppare un’azione sinergica di prevenzione tra tutte le parti interessate, allo scopo di creare una nuova moralità sociale.

La droga è un grave problema che coinvolge tutte le famiglie senza distinzione di età, sesso o estrazione sociale. La droga non è un problema solo adolescenziale, ma, indubbiamente, gli adolescenti fanno parte della categoria più a rischio. Il consumo di droga fra i giovani è la causa primaria di furti, suicidi, morte, gravidanze indesiderate, malattie veneree e abbandono degli studi. Lo spaccio avviene non solo in discoteca, ma a scuola,nei pub, nelle feste private: in tutte le strutture a cui accedono i giovani, nessuna esclusa.

Si possono fare tanti discorsi sulla droga. Si possono fare tanti “distinguo”. Si possono avere idee discordanti. Ma non si può non ribadire che l’utilizzo di droghe rappresenti un problema per la nostra comunità. Moltissimi giovani concittadini ne fanno uso e molte persone ne subiscono le conseguenze sia sul piano fisico che sul piano morale.

Per questo motivo rinnoviamo, noi del Centro Studi Politici “A. Moro” la richiesta ai politici, agli amministratori e a chi vorrà unirsi a noi in questo appello, di esprimere davanti a tutti una parola chiara contro la droga. Contro la “cultura” della droga.

A prescindere dalle idee, dalle posizioni, dai “distinguo”, una parola chiara contro la “cultura” della droga credo possa essere espressa da tutto il mondo politico coratino. Si tratta di realizzare un progetto che sancisca il comune impegno a tradurre in azioni concrete e a perseguire i seguenti obiettivi: incrementare una cultura della solidarietà e del servizio, contro quella dell’individualismo esasperato, attraverso esperienze di rete che possano essere riprodotte e perpetuate; dare testimonianza di un messaggio educativo autorevole; offrire motivazioni per puntare ad un cambiamento duraturo; dare spazio a stili di vita alternativi per famiglie e giovani.

Le forze politiche nostrane, in tutt’altre faccende affaccendate, dimenticano che senza programmi coerenti con l’ispirazione democratica, forti nei contenuti sociali e convincenti nella proposta politica globale, potranno soltanto gestire l’esistente ma non favorire lo sviluppo di un territorio e la crescita della speranza nelle giovani generazioni.

I problemi dei giovani, del disagio sociale, della tossicodipendenza, della microcriminalità, della prevenzione, dell’educazione alla legalità vanno affrontati e non rimossi, essendo tutti consapevoli che il livello di vivibilità della nostra comunità non può essere solo a carico dei professionisti della sicurezza, ma deve impegnare e occupare tutte le istituzioni e l’intera società civile.

Perché, come diceva Borsellino, la lotta alle mafie non deve essere soltanto un’opera di repressione, ma anche e soprattutto un movimento culturale e morale, che coinvolga tutti e in particolare le nuove generazioni, “le più adatte a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e della complicità.

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