martedì 31 agosto 2010

Intervista al presidente uscente della Consulta delle Associazioni prof. Vito De Leo PER LA RINASCITA DELLA CITTADINAZA ATTIVA

Vito De Leo, professore di lettere e psicopedagogista in pensione, ex amministratore comunale, da moltissimi anni impegnato sul versante culturale, sociale e giornalistico, ha da tempo lasciato l’incarico di presidente della Consulta delle Associazioni.
In attesa della prossima assemblea che, ai sensi del nuovo Regolamento dovrà eleggere i nuovi organi (presidente, vicepresidente e coordinamento), abbiamo fatto una conversazione sui temi che più lo hanno impegnato negli ultimi anni: quelli della partecipazione e della cittadinanza attiva.

Innanzitutto chiediamo: cos’è la Consulta della Associazioni?
La Consulta delle associazioni è un organismo di partecipazione democratica previsto dallo Statuto comunale che, ai sensi del Titolo III°, art.9 del nuovo Regolamento “dovrebbe” (uso il condizionale, perché durante tutto il mio mandato non è mai stato applicato) “essere preventivamente interpellata per atti di competenza del Consiglio comunale inerenti i servizi pubblici locali, gli strumenti di programmazione generale quali, ad esempio, i Piani generali urbanistici, le modifiche allo Statuto comunale, il Piano Sociale di Zona ed il Bilancio comunale, quando sono necessarie valutazioni di solidarietà sociale e di partecipazione. La Consulta potrà esprimere i pareri richiesti con apposite relazioni notificate entro 15 giorni dalla richiesta, salvo casi eccezionali ed urgenti”.

A fronte di questa situazione negativa come avete reagito?
In una prima fase sia attraverso i periodici locali e i siti web, sia attraverso documenti, incontri, assemblee. Con queste note ed interventi abbiamo sempre espresso la semplice esigenza di ricostruire uno spazio pubblico in cui rappresentare il bisogno di partecipazione emergente in diversi settori della comunità cittadina. Ma nessun segnale o invito ci è mai pervenuto dagli attuali e dai precedenti amministratori. Neanche dalla Commissione consiliare che ha redatto il nuovo regolamento che non sappiamo ancora quando entrerà in vigore e se mai sarà applicato.

Il mondo associativo, in parte iscritto all’albo della Consulta delle Associazioni, rappresenta le forze positive e culturalmente attrezzate della società civile. Rispetto alla politica intendete rimanere collaterali?
Costruire uno spazio pubblico di discussione è un atto politico-amministrativo. La nostra idea è sempre stata quella di trovare una sede di discussione in cui anche i partiti si misurino e si sottopongano al giudizio costante dei cittadini.

E’ questo allora il vero obiettivo che continuate a proporvi?
Sia chiaro: il nostro obiettivo non è mai stato quello di creare un uovo soggetto politico, ma rendere più complesso il sistema della discussione politica e quindi il processo di formazione delle decisioni della città. Abbiamo bisogno tutti di un momento di scambio, di cercare dentro le diverse sensibilità uno scenario positivo e propositivo, insomma un obiettivo comune da perseguire e raggiungere.

Parliamo, allora, delle vostre proposte. Quali sono i temi che avete affrontato nel passato e che volete continuare a dibattere?
Il nostro obiettivo è stato e sarà sempre quello di deprivatizzare la politica, senza occhi di riguardo per singoli partiti. Non avrebbe senso una doppiezza in tale direzione, non ci sono riserve mentali. Siamo aperti alla discussione con tutti.

Su quali temi in particolare?
Da anni insistiamo con dibattiti, documenti, lettere, articoli sulla necessità di revisionare, adeguare e regolamentare lo Statuto comunale, di eleggere il Difensore Civico, di promuovere la costituzione del Consiglio Comunale dei Ragazzi e del Forum dei Giovani, di istituire la Consulta per l’ambiente, la Consulta dei Disabili, la Consulta per le Pari opportunità, di realizzare veramente il Bilancio partecipato, di coordinare le politiche culturali, scolastiche e sociali con il mondo del volontariato e dell’associazionismo, di fare una politica di bilancio più attenta alle esigenze dei giovani, di coinvolgere maggiormente le forze sociali, sindacali e politiche nei processi decisionali attivati per lo sviluppo socio – economico della città, di rendere l’informazione sull’attività amministrativa più puntuale e più ricca, non solo attraverso il bollettino “Terlizzi informa”, che dovrebbe diventare un mensile, ma anche con incontri periodici aperti a tutta la cittadinanza. L’ottica era e rimane quella di trasformare, se possibile, una serie di problemi per fare in modo che la discussione superi il momento della critica e vada oltre, configurando la struttura costituente di uno sviluppo partecipativo possibile.

Quali sono i vostri programmi futuri?

Fino ad ora, nonostante la persistente mancanza di ascolto e di confronto, non ci siamo mai limitati a segnalare le urgenze e le necessità della nostra comunità o a fare una sterile e qualunquistica critica ai responsabili amministrativi. Sui vari problemi relativi al bilancio comunale, all’attuazione dello Statuto, al coinvolgimento dei giovani nelle scelte che li riguardano, alla rinascita culturale, alla valorizzazione del patrimonio ambientale, al recupero delle periferie, al potenziamento dell’informazione amministrativa, all’educazione alla legalità, ai diritti di cittadinanza, alle pari opportunità, alle politiche sociali e scolastiche, alla costruzione, insomma, di una città sempre più a misura dei suoi cittadini, abbiamo sempre – con spirito costruttivo – avanzato proposte concrete e senza eccessivi oneri per le casse comunali.

Possiamo definirvi un laboratorio di riflessione sulla rinascita, un laboratorio aperto, che raccoglie forze positive per individuare una via alla soluzione dei problemi?
Da molto tempo, purtroppo, a causa dell’indifferenza nei nostri confronti non pratichiamo più questo tipo di esperienza che ha caratterizzato i primi anni del mio mandato. Mi auguro che i nuovi dirigenti che andremo ad eleggere prossimamente, s’impegnino con tutte le associazioni iscritte e non all’albo, a promuovere una maggiore coscienza civile ispirata ai valori costituzionali della libertà, della giustizia e della legalità e a far sentire la propria voce quando questi vengono ignorati.

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