lunedì 18 gennaio 2010

PRIMARIE: LA GRANDE SFIDA TRA BOCCIA E VENDOLA

La telenovela del PD pugliese ha avuto finalmente termine con l’indizione delle primarie per il giorno 24 gennaio, che vedranno contendersi la candidatura alla presidenza della Regione Puglia il governatore uscente Nichi Vendola e lo stesso contendente del 2005 l’on. Francesco Boccia. Viene così premiato lo sforzo di tutti coloro, compresi noi stessi, che hanno creduto in questo strumento che rappresenta il dna del partito democratico.

“Meglio le primarie, piuttosto che portare il PD allo sfascio” è il ragionamento fatto all’unanimità del Coordinamento regionale e dallo stesso Francesco Boccia riunitisi il 16 gennaio all’hotel Sheraton di Bari. Il candidato del PD potrà quindi avvalersi di un’alleanza abbastanza larga, che si chiamerà “Alleanza per il Sud”, che legherà sul piano programmatico il PD, l’Idv, i Verdi, Alleanza per l’Italia, il Movimento di Divella, i Radicali Repubblicani e l’UDC, se dovesse vincere la sfida con Nichi Vendola.

Le primarie, pertanto, saranno un elemento di chiarezza, un richiamo alla responsabilità degli elettori pugliesi che, con Boccia, l’alleanza si allarga e ci si assicura l’appoggio di Vendola. Sarà questo il leitmotiv della campagna per le primarie, fortissimamente volute e chieste da Vendola sin dal 20 novembre in cui annunciò la sua candidatura alla Regione dichiarando: “Chi si oppone mi sfidi alle primarie. Il mio popolo mi vuole, vado avanti”.

Se qualche scettico avesse voluto toccare con mano la popolarità di Vendola a Bari gli sarà bastato, forse, l’applauso a scena aperta del Petruzzelli al suo arrivo in prima fila con Massimo Dalema, Giorgio Napolitano e Gianni Letta per festeggiare l’intitolazione dell’università ad Aldo Moro. Una standing ovation di compassati professori universitari, ricercatori e studenti. Un consenso personale che si riflette sui tabelloni 6x3 che tappezzano la città: “Difendi la Puglia migliore”, niente facce, niente simboli di partito. Solo lo slogan su sfondo rosso e una firma: “La fabbrica di Nichi”.

Evidentemente, la sua campagna per le primarie – lampo è già pronta. Ma a decidere saranno i pugliesi democratici. I gazebo non sono pilotabili. Se perdono, tutti sanno che la Puglia va a destra. La “primavera” del 2005 è lontana. Questa volta appare determinante la posizione dell’UDC, dichiaratosi indisponibile alle primarie e che sta ufficialmente alla finestra: “Non possiamo sciogliere i nodi che altri hanno aggrovigliato”.

La riedizione del duello del 2005, che l’attuale governatore si aggiudicò ribaltando tutti i pronostici, sarà quindi celebrata domenica prossima. Il nostro auspicio è quello di non assistere ad uno scontro tra persone, ma ad un confronto su piattaforme diverse, che possano far vincere la successiva battaglia elettorale del 27 e 28 marzo. Il problema adesso è verificare se la ritrovata unità dei democratici reggerà alla prova delle urne. Al di là delle formali dichiarazioni d’intenti, infatti, rimane da vedere se i vendoliani del PD seguiranno l’indicazione del partito o se sosterranno, anche se non ufficialmente, il presidente uscente.

In ogni caso, bisogna continuare a considerare i giovani come la nostra principale ricchezza, il loro talento rappresenta il capitale umano che deve essere posto alla base della crescita della Puglia, così come si è sforzato di fare con grande lungimiranza l’assessore delegato Guglielmo Minervini.

L’altra grande questione, che deve essere messa in cima al programma di sviluppo e non della cronaca nera mediatica, riguarda la sanità. Un settore nevralgico su cui il nuovo governo regionale deve giocare una partita decisiva. Le politiche sanitarie e del welfare sono parte fondamentale di una politica che intende porre la persona al centro del suo impegno. La sanità deve essere in funzione della persona. Non può avvenire il contrario. Vengono innanzitutto prima le esigenze dell’uomo e poi quelle del bilancio. Nessuno disconosce i vincoli contabili, che vanno rispettati. Ma la priorità resta il cittadino, l’ammalato.

Per quanto ci riguarda continuiamo a dire che bisogna attrezzarsi, che bisogna recuperare il tempo perduto, che bisogna puntare sulla partecipazione e sul coinvolgimento dei cittadini. Si deve, insomma, lanciare un messaggio di speranza, di una Puglia migliore, di una Regione con le gambe nel Mediterraneo e la testa in Europa.

Bisogna, insomma, saper costruire unitariamente una politica erede del grande filone storico-culturale di Moro, di Di Vittorio e di Salvemini, capace di parlare alla gente e soprattutto ascoltarne i bisogni per offrirvi risposte adeguate, soprattutto ai giovani.

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