martedì 19 gennaio 2010

BEN VENGANO MILLE “GIORNATE DELLA MEMORIA”

Nel mito greco Mnemosyne, la memoria, è la madre delle Muse ossia di tutte le arti, di ciò che dà forma e senso alla vita, proteggendola dal nulla e dall’oblio. E’ il senso che, in occasione della “Giornata della memoria 2010”, il Presidio del Libro, (presidente Simonetta Mangione) la FIDAPA (presidente Raffaella Leone), la Libreria Anima Mundi e il coordinamento di Angela Pisicchio hanno voluto dare lunedì 18 gennaio all’incontro di letture e riflessioni sul tema dell’Olocausto con il patrocinio della Regione Puglia e dell’Assessorato alla Cultura tenuto presso la Biblioteca comunale, intitolato “La valigia del Lettore…”

Siamo grati agli organizzatori per averci dato, insieme agli oltre cento bambini presenti e accompagnati dalle rispettive maestre, la possibilità di ascoltare la lettura di passi tratti da “Il segreto della casa sul cortile” di Lia Levi e “Ballata di tempi lontani” di Marco Maestro.

La lettura di un libro, sempre, se effettuata con coinvolgimento e partecipazione, è in grado di creare emozioni e arricchimento spirituale. Non solo. La memoria – abbiamo riflettuto durante l’ascolto della brava interprete Michela Diviccaro, allieva dell’Accademia Teatrale ITACA- è il fondamento di ogni identità, individuale e collettiva, che si basa sulla libera conoscenza di se stessi, anche delle proprie contraddizioni e carenze, e non sulla rimozione, che crea paura ed aggressività. Custode e testimone, il ricordo è pure garanzia di libertà.

Dedicare ufficialmente il 27 gennaio al “Giorno della memoria”, istituito dal Parlamento italiano nell’anno 2000 in ricordo della Shoah: lo sterminio di sei milioni di ebrei nei campi di concentramento del Terzo Reich, comporta sicuramente un momento di riflessione, di cordoglio, di espiazione al pensiero di migliaia di famiglie trucidate, volutamente fatte sparire dalla storia e dalla coscienza storica. Una mattanza orribile, attuata con fredda ferocia dai nazisti agli ordini di un folle dittatore. Un genocidio pianificato ed attuato sulla scorta di pregiudizi razziali secolari e di teorie pseudoscientifiche.

Lodevole, quindi, la partecipazione all’iniziativa dell’Amministrazione comunale attraverso il consigliere delegato Giuseppe Dintrono e dell’assessore alla P.I. Franco Caputo; meritoria soprattutto la diffusione della stessa iniziativa presso le scuole della nostra città e presso gli studenti, bisognosi, più che mai, di non dimenticare, di alimentare la propria coscienza di uomini e di futuri cittadini con la memoria di ciò che è accaduto e che mai vorremmo che fosse successo.

“Ricordate che questo è stato”: è il comando di Primo Levi nel suo libro “Se questo è un uomo” ed esso è e deve essere sempre vivo, sempre attuale. Perché la memoria è un bene fragile, e facile a disperdersi sotto il peso potente e grave, del quotidiano che ci distrae, ci disorienta, ci porta altrove.

Ben venga quindi la “Giornata della memoria”, ben vengano mille “Giornate della memoria”, perché il nostro ricordo sia puntuale e sia completo, e la nostra indignazione non si eserciti solo sul passato, e su un passato. E dalla pietà per i cremati nei lager e dalla condanna implacabile degli aguzzini con la svastica tragga tragga linfa la nostra memoria, perché sia vigile e accorta nel considerare anche altre violenze, altre vittime, altri olocausti. Perché la memoria, la storia, letteralmente, ciò che abbiamo visto e possiamo raccontare, hanno un senso solo se, contemplando il passato, si rivolgono al presente, se lo rendono avvertito degli errori fatti, se, insomma, contribuiscono a costruirlo e a migliorarlo.

Il giorno del ricordo deve rappresentare per tutti noi l’impegno ad essere promotori di pace contro ogni conflitto e discriminazione, perché crimini come quelli delle foibe non abbiano più a ripetersi.

Un messaggio in tal senso ci piacerebbe poterlo ricevere dal nostro Consiglio comunale, appositamente convocato dal suo presidente Pasquale Tarantini, aperto ai giovani, a chi ha vissuto in quel tragico periodo storico, alle istituzioni scolastiche e culturali, per la votazione di un apposito ordine del giorno nel quale si esprime solidarietà a popolo ebraico, ai deportati italiani e a tutti coloro che subiscono violenze per la propria razza, per la propria ideologia, condannando ogni costrizione da qualsiasi colore politico essa provenga.

Nella consapevolezza che solo attraverso la memoria storica la convivenza civile di una nazione possa fondarsi su veri valori della democrazia. Riflettere sui gravi errori del passato significa poter preparare un futuro migliore alle giovani generazioni, valorizzando, in antitesi alla violenza e alla discriminazione, i principi di solidarietà, di pluralismo, di pace.

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