domenica 19 maggio 2013

LE PAROLE CHIAVE PER LA CULTURA E IL TURISMO



Tra pochi giorni andremo alle urne per eleggere il Sindaco e il Consiglio comunale. Ma il voto non sarà solo l’espressione della volontà politica di ciascuno di noi. La circostanza elettorale potrà diventare anche un opportuno “pretesto” per chiarirci un po’ meglio le idee e cercare di approfondire quali sono davvero i programmi e gli obiettivi dei vari partiti e movimenti che in questi ultimi giorni fanno di tutto per accaparrarsi i nostri consensi con le solite promesse, ritmate da una massiccia propaganda.
     Assistendo agli incontri tra cittadini e candidati sindaci mi è parso di capire che l’area “cultura” non sia stata individuata dai candidati come una delle principali azioni del prossimo governo cittadino. Eppure, la “cultura” intesa come “sistema”  è ormai universalmente riconosciuta come una delle principali risorse per lo sviluppo economico e sociale. Risorse a cui attingere in un mercato del lavoro e dell’economia asfittico e incapace di attrarre capitali e risorse economiche.
     Come Centro Studi Politici “A. Moro” siamo convinti che il capitale culturale deve accrescere l’attrattività e l’identità vista dall’esterno, perché l’aumento del consumo culturale può e deve svolgere la funzione di intrattenere il capitale intellettuale e fertilizzare il capitale sociale. Dove si è passati da una cultura dei vincoli a una cultura dei valori il risultato è stato quello di vedere accrescere i flussi di turismo collegati al consumo culturale.
     Bisogna, cioè, cambiare la mentalità, passare quindi a una cultura dei valori che devono essere identificati all’interno del patrimonio culturale, urbano e rurale, per essere messi in risalto nella maniera più adatta ad accrescere la qualità della vita, e, nello stesso tempo, per conservare e accrescere agli occhi dei turisti ma anche dei residenti il fascino del territorio.
     E’ importante, quindi, investire in primo luogo nella domanda culturale dei residenti. Ma come affrancarsi dalla pessima pratica ormai usuale nel nostro territorio di produrre una serie di attività che nulla hanno a che vedere con uno sviluppo armonico e sostenibile, ma che soddisfano solo modesti campanilismi e narcisismi territoriali? Come cogliere le nuove parabole di sviluppo e di nuove opportunità occupazionali e professionali che la valorizzazione e la fruizione dei beni culturali da un lato, la progettazione e gestione degli spettacoli dal vivo dall’altro possiedono intrinsecamente, e produrre di conseguenza tutta una serie di azioni che intercettino in maniera significativa i flussi di turismo culturale?
     Le parole chiave sono: pianificazione, progettazione partecipata, forum cittadino per la cultura.
     Pianificazione che parte dallo studio e dalla comprensione delle risorse esistenti, piuttosto che imporre programmi definiti a tavolino, o trasferire modelli che si sono rivelati efficaci in contesti diversi.
     Adottare strategie di interventi che vedono nella progettazione partecipata lo strumento di lettura fondamentale per leggere i problemi di una comunità e i diversi modi in cui essa si esprime.
     Occorre superare l’ottica della costruzione parziale di un sistema integrato di risorse culturali attraverso la creazione, per esempio, del Forum cittadino delle Associazioni per la Cultura, capace di dare consistenza alla Consulta della Cultura convocata soltanto alla vigilia dei cosiddetti eventi consolidati: “Carnevale coratino, “Estate coratina” e “Dicembre coratino”. Questo Forum dovrebbe essere costituito da un gruppo di associazioni con competenze di vario tipo e perciò essere espressione di  creatività e di interessi multiformi. Qualità queste che le rendono reciprocamente preziose, garanzia di pluralismo e segno di democrazia. Queste associazioni si devono configurare come piccole comunità, la cui vita interna è regolata attraverso i principi della solidarietà, del volontariato e della gratuità, e con questi stessi valori si proiettano nella società civile garantendo una presenza di servizio difficilmente sostituibile.
     Come Centro Studi Politici “A. Moro”, Forum degli Autori e Associazione “Bice Fino” ci sentiamo fortemente coinvolti in questo processo partecipativo teso a definire una programmazione di iniziative relativamente ai temi della cultura, dell’ambiente, della salute e della partecipazione sociale. Siamo convinti, infatti, che per realizzare una valida politica culturale, legata al territorio, si debba tener conto del prezioso (a volte unico ed insostituibile) contributo del mondo associativo. Auspichiamo, pertanto, una politica culturale che premi i contenuti di qualità a scapito degli aspetti effimeri o di facciata al fine di sviluppare iniziative che favoriscano la crescita della persona e della comunità.
     E’ evidente che occorre predisporre un minimo di organizzazione, definire i rapporti con apposite convenzioni, prevedendo in bilancio un capitolo ad hoc. Sarebbe utile, a questo proposito, istituire la conferenza permanente dello spettacolo e della cultura, istituzione capace di orientare nei vari settori linee guida della programmazione di intervento. 
     Il nostro polo teatrale, museale e monumentale, accanto a quello bibliotecario deve affermarsi progressivamente come “contenitore attivo”, propulsore di creatività, ricerca e innovazione, capace di fungere da traino e motore per lo sviluppo, non solo culturale ma anche di rilevanti settori produttivi del territorio, nonché da catalizzatore di risorse da investire per la realizzazione e la promozione della nostra cultura e della nostra storia.
     E i giovani? E’ fondamentale a questo punto che i giovani assumano un ruolo importante in questa opera di coinvolgimento e di pianificazione. Senza reticenze e senza alibi generazionali.
     E’ su tutto questo che bisogna riflettere. E’ per questo che bisogna agire. E’ con questo che bisogna misurarsi. Se non si vuole rimanere nella rassicurante ed autoreferenziale atmosfera del solito evento dicembrino.

Nessun commento: