Il 20 aprile 1993 moriva don Tonino Bello,
vescovo di Molfetta, Giovinazzo, Ruvo e Terlizzi dal 1982 al 1993, presidente
nazionale di Pax Christi, ma sempre e prima di tutto instancabile testimone di carità
e profeta di pace. La forza delle sue parole continua ancora oggi, a molti anni
dalla sua scomparsa, a richiamarci alla nostra responsabilità di "cristiani fino in fondo, anzi fino in cima".
Vogliamo
provare a ricambiare i tanti doni preziosi che ci ha lasciato nei suoi scritti e
nei tanti colloqui che abbiamo avuto l’onore di avere con il piccolo dono della
memoria in queste pagine.
Per chi volesse approfondire la conoscenza
dei rapporti significativi ed indelebili che il compianto vescovo salentino ha
saputo intrattenere con le singole comunità affidate alla sua cura pastorale,
suggerisco la lettura del volume “Don Tonino a Terlizzi”, edito dalla Ed.
Insieme e curato da Renato Brucoli, suo noto collaboratore, prima come
responsabile Caritas e poi come direttore del settimanale diocesano “Luce e
Vita”, oltre che come biografo e divulgatore della testimonianza e del messaggio
del vescovo di Alessano.
L’edizione è fuori commercio, fu diffusa
gratuitamente dal Comune di Terlizzi in segno di omaggio e di riconoscenza nei
confronti di un grande vescovo che ha inciso con tanta efficacia sulle sorti
della comunità locale.
Questo ricordo viene a coincidere con un
periodo elettorale in cui candidati sindaci e aspiranti consiglieri comunali si
stanno contendendo il potere di amministrare la città di Corato per i prossimi
cinque anni. A questi signori rivolgiamo come Centro Studi Politici “A. Moro” l’invito
a fare proprio il seguente messaggio di Don Tonino: «Comunione significa impegnarsi in prima
persona, senza delegare troppo facilmente gli altri. Significa sacrificarsi,
perché vadano avanti i progetti migliori, senza guardare l’architetto che li ha
concepiti. Significa riconoscere e apprezzare e incoraggiare quello che di
buono fanno anche gli avversari, senza lacerarsi in mille diatribe e vanificare
gli sforzi con sottigliezze bizantine»…..”Perché nasca un nuovo ordine di giustizia e di pace dobbiamo accendere,
con quella della pietà, la lampada della politica, intesa come maniera esigente
di vivere l’impegno umano e cristiano al servizio degli altri”.
Nessuno di loro – ci spiace ricordarlo – è
stato presente il 3 aprile scorso alla libreria Secopstore in cui è stato
presentato il libro di Agostino Picicco intitolato “Nel riverbero di cento
ideali”. Ci auguriamo di incontrarli il giorno 8 aprile, alle ore 19,00, in
occasione dell’evento organizzato dal Centro aperto “Diamoci una mano” (Via
Gambara,1), che vedrà la partecipazione del vicario zonale Cataldo Bevilacqua,
Angela Paganelli del punto Pace Pax Cristi-Coarto, Renato Brucoli, già
collaboratore di Don Tonino e Giuseppe De Leo, presidente del circolo locale di
Legambiente “Angelo Vassallo”.
Su
don Tonino si potrebbero spendere tantissime parole. È stato sempre maestro di
vita per tutti indistintamente, lo ha dimostrato il fatto che al suo funerale
eravamo in 50 mila, appartenenti ad ogni classe sociale. Prostitute,
tossicodipendenti, ricchi, poveri, onorevoli, ecc., a dimostrazione che lui
parlava un linguaggio alla portata di tutti, non aveva bisogno di un
dizionario, per tradurre gli bastava “essere”. Lo potremo rivedere nel
mediometraggio a lui dedicato dal titolo “L’anima attesa: lo sguardo di don
Tonino Bello”, di Edoardo Winspeare, interpretato da Carlo Bruni, prodotto da
Pax Christi, che sarà distribuito nel numero di maggio di “Mosaico di pace” e
nelle librerie italiane. E’ un viaggio fisico e spirituale che permette al
protagonista di scoprire che “l’intelligenza
è dei semplici e dei puri, mentre la stupidità è dei cinici”.
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