giovedì 19 aprile 2012

INTERVISTA AL PRESIDENTE DEL CENTRO STUDI POLITICI “A. MORO” VITO DE LEO, AUTORE DEL LIBRO “PARTECIPARE PER CRESCERE…INSIEME”

Al prof. Vito De Leo, da sempre impegnato sul versante pedagogico-culturale e socio-politico, giornalista e scrittore, che da anni contribuisce con idee, proposte e progetti al dibattito sui principali problemi amministrativi della nostra città, abbiamo rivolto alcune domande sui temi dell’attualità politica nazionale e locale.

Esiste e che origine ha il sentimento di antipolitica?

Il popolo nutre sicuramente atteggiamenti negativi nei confronti della politica, ma la sua versione non è “anti”, ma “iper” politica; pretende che il gruppo dirigente prenda decisioni innovative, dia risposte al paese, spezzi i vecchi privilegi di casta, faccia ripartire il sistema paese.

Che cosa deve fare la casta politica per riacquistare credibilità?

Oggi, il popolo ritiene che tutte le ingiustizie sociali siano riconducibili al mondo politico, il quale non a caso riscuote il minor consenso tra le diverse caste sociali. Occorrono persone che elaborino, studino i provvedimenti, ne seguano l’attuazione, riescano a intersecare e mediare esigenze dei singoli con le esigenze collettive.

Cosa fare dei Partiti?

Bisogna allargare il ceto politico per cominciare quelle riforme che tutti dichiarano di voler fare, dopo aver fatto una caterva di denunzie, di colpevolizzazioni altrui. Bisogna cominciare con la selezione di una classe dirigente legittimata dal voto popolare e competente nella direzione amministrativa.

Tu usi spesso l’espressione “leve culturali positive” . Cosa intendi?

Intendo la capacità di saper cogliere dai comportamenti, dalle coscienze, dagli umori di una nazione e di una città quanto di positivo sia nella testa delle persone, per poi trasformare tutto in azioni di governo. E’ un’azione complicata, è necessaria una forte predisposizione all’ascolto, una grande formazione culturale multidisciplinare, persino una capacità di dubbio. Esiste una sintesi tra ascolto e formazione culturale, al fine di trarre da questi due elementi le leve culturali positive, corrette, condivise dai cittadini, in senso dinamico.

Puoi fare qualche esempio?

Oggi, è maturo un movimento culturale per la diversificazione delle fonti energetiche e per toglierci dalla schiavitù del petrolio, sono maturi i tempi per le auto elettriche o per quelle comunque mosse da energie alternative. E’ enormemente cresciuta l’attenzione per la raccolta differenziata dei rifiuti e per il loro riciclo. Una classe dirigente politica deve sempre saper interpretare questi movimenti della popolazione e avviare provvedimenti innovatori. Occorre sempre capire e agire di conseguenza!

Che cosa si dovrebbe fare a livello locale?

Il Comune costituisce uno dei livelli istituzionali fondamentali, anzi il livello di governo più vicino al cittadino. Ad esso la legislazione assegna compiti crescenti, avendone fatta l’istituzione che gestisce la gran parte dei servizi, in particolare quelli diretti alla persona.

Ritengo che nell’amministrazione di una città esistono esigenze inevase e scelte perfettibili, che riguardano le architetture tecnologiche, i sistemi della conoscenza interna, le modalità di erogazione dei servizi ai cittadini, il monitoraggio dei flussi finanziari, la ristrutturazione del debito e degli oneri finanziari.

Chi dovrebbe prendere l’iniziativa?

Sarebbe interessante se su questa linea si muovessero, a partire da ora, i partiti, i movimenti, le liste civiche, le associazioni culturali, le Consulte, tutti gli attori che chiedono il consenso elettorale i quali, offrendo un’articolata panoramica delle capacità normative, degli ambiti operativi, delle funzioni, delle attribuzioni e delle articolazioni del Comune, farebbero una cosa sicuramente utile per chi sarà impegnato a garantire funzionalità ed efficienza operativa, oltre che a dare risposte corrette ed esaurienti ai cittadini-interlocutori.

“Partecipare per crescere insieme”, insomma, così come proponi nel tuo ultimo libro?

Potrebbe essere questo un modo per applicare una delle principali disposizioni del nuovo Titolo V della Costituzione, che all’art. 118, attribuisce ai Comuni, sulla base dei principi della differenziazione e adeguatezza delle funzioni amministrative, la facoltà di realizzare la sussidiarietà orizzontale e verticale.

Vorrei sperare che una più approfondita conoscenza della molteplicità e complessità dei compiti di cui il Comune deve farsi carico possa contribuire ad avvicinarlo sempre più al cittadino, fino a renderglielo familiare, almeno quanto le figure conosciute e familiari dei suoi Amministratori, cui vanno i miei più sinceri auguri di buon lavoro.

Nessun commento: