mercoledì 30 dicembre 2009

La città che vorremmo per il nuovo anno.

L’augurio che facciamo per il nuovo anno a tutti i cittadini di buona volontà ed a tutti coloro che sono impegnati a rendere la loro vita più tranquilla e più sicura è quello di avere un futuro che metta la parola fine alle tante problematicità ed incongruenze politiche e sociali che hanno caratterizzato il 2009.

Politicamente ci auguriamo più coerenza, più rispetto della nostra storia e delle radici della nostra democrazia. Occorre un Governo che guardi al Paese e non ai casi isolati di qualche ministro o peggio del premier.

Occorre una Destra moderna, veramente ispirata ai valori liberali. Occorre un Parlamento che lavori e non sia esautorato sistematicamente da un Governo che ha una maggioranza schiacciante quanto fragile.

Occorre un PD che cresca e che sia capace di proporre alternative credibili, che parli al cuore e alle menti dei cittadini. Che non si affidi solo alla speranza di ribaltare l’attuale maggioranza grazie al verdetto di qualche giudice. Se il PD vuole vincere deve vincere sul campo e solo su quello.

Occorre una politica che dia il buon esempio, che metta fuori dalle istituzioni e dalle amministrazioni centrali e territoriali, chi è colluso con la mafia, chi ha dimostrato scarsa serietà e moralità, chi vive il proprio impegno politico solo per costruire privilegi per sè e per i suoi.

Occorre abbassare i toni. La perdita dei freni inibitori e l’abbassamento del linguaggio facilita l’insulto, le urla, la denigrazione e conduce ad una rissa continua. Tutto ciò favorisce la disaffezione dei cittadini, che accentuano di giorno in giorno il distacco dalla politica e dal sistema, mentre altri organizzano movimenti che ricordano quelli violenti degli anni settanta.

Occorre che la spirale dell’odio venga sostituita da quella del confronto dialettico pacifico, sempre improntato ai valori di civiltà e di rispetto della persona, qualunque siano le sue idee o i ruoli ricoperti.

Auguri al presidente della Regione Nichi Vendola, al quale assicuriamo la massima comprensione e sostegno per lo sforzo politico-elettorale che dovrà affrontare in una competizione non facile. In ogni caso, ci auguriamo che il vincitore delle elezioni regionali del prossimo marzo sappia promuovere uno sviluppo partecipato e democratico, che non imponga modelli dall’alto. Insomma, non un Governatore che decide per tutti, ma un Presidente che sappia chiamare tutti a decidere.

Auguri ai nostri politici ed amministratori perché operino nell’interesse del territorio favorendo sviluppo ed occupazione nella salvaguardia dell’ambiente.

Auguri, quindi, ai tantissimi disoccupati e sottoccupati della nostra città. Che il 2010 sia l’anno del riscatto e della definitiva “sistemazione” perché, come dice il 1° articolo della Costituzione la nostra è una repubblica democratica fondata sul lavoro che è un sacrosanto diritto di ogni essere umano.

Auguri ai nostri ambientalisti perché continuino la loro meritoria opera di sensibilizzazione della cittadinanza.

Auguri al nostro sindaco, che col suo fiuto infallibile, la sua naturale capacità organizzativa e la sua irrefrenabile vocazione alla leadership porta tanto spesso la nostra città agli onori della cronaca nazionale. Che l’anno nuovo lasci immutata anche la sua disponibilità umana, che lo porta ad ascoltare ed a rispettare le altrui opinioni, anche se non coincidono al 100% con le sue. Questo, nella convinzione che c’è chi, in buona fede, ama Corato almeno quanto lui.

Auguri alla nostra città. Che il 2010 sia l’anno in cui diventi non solo un luogo fisico, ma anche possibile serie di luoghi della mente. La città che vorremmo è un luogo ideale dove poter vivere in sicurezza, ma soprattutto dove poter incontrare gli altri, l’altro, il nuovo. Il luogo, appunto, della relazione, che si presenta come un’articolato mosaico di spazi e di persone. Il luogo che permette una mobilità tranquilla, in cui l’uso dell’auto è una necessità reale e non un vizio di comportamento della maggior parte dei suoi abitanti. Il luogo in cui sia l’aria che gli spazi siano più puliti, grazie anche all’incremento della raccolta differenziata. Il luogo in cui s’incrementano i parcheggi periferici e non quelli centrali. Il luogo in cui aumenta la cortesia e l’educazione e che ogni cittadino, nel suo piccolo, contribuisce al raggiungimento di questi risultati e che avverte l’orgoglio di appartenere ad una comunità sempre più accogliente. Un luogo in cui il teatro, ormai prossimo ad essere inaugurato, non si limiti ad accogliere solo la creatività che viene dall’esterno, ma nel quale sperimentare la propria, quella che qualifica l’anima di una città: un teatro, insomma, che inscena le vecchie tradizioni e che sperimenta parimenti il futuro. Il luogo in cui l’ospedale migliori sempre più la sua efficienza e professionalità.

La città in cui vogliamo vivere, insomma, è quella in cui in cui c’è la solidarietà, che non è quella del campanile, ma quella che viene dalla conoscenza dell’altro, dal vivere accanto, dal condividere gli spazi, i problemi e le occasioni di festa. E’ quella che nasce dalle piccole comunità di quartiere e che si dilata negli spazi comuni nei quali ci si misura con l’altro, senza paura del colore della pelle o delle scelte che fanno.

Quella che vogliamo è una città che accoglie ogni nuovo membro, perché sa che ogni arrivato è una ricchezza che s’innesta in un tessuto solido che può permettersi di cambiare il motivo della propria trama. E’ una città che aspetta e si predispone ad accogliere il nuovo perché non teme di perdere le solide radici piantate nella propria storia. E’ una città che si adopera per essere autosufficiente poiché è consapevole che in natura, come in politica, non esistono cicli chiusi: nulla si crea e nulla si distrugge, tutto si ricicla.

Ecco allora, che bisogna guardare al futuro. Ripartire dall’esistente e rimanere in una prospettiva politica dell’umanamente sostenibile. L’agire umano deve, anche nella nostra città, misurarsi con ciò che serve di fare qui ed ora. E cercare di farlo nelle condizioni che ci sono date e con la gente che ci vive.

Le nostre associazioni saranno, come in passato, sempre impegnate a favorire e sostenere la nascita di un forte movimento di opinione, che faccia leva soprattutto sull’ansia di rinnovamento dei giovani, su un comune sentimento capace di aggregare tutte le forze della società civile, per opporsi energicamente all’infiltrazione criminale e ad arginare il fenomeno crescente di degenerazione del tessuto sociale, per far nascere nei giovani la fiducia nelle istituzioni e farli partecipare alla creazione di una società più attenta ai loro bisogni, più giusta e migliore.

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