venerdì 11 dicembre 2009

LA CAROVANA ANTIMAFIE HA FATTO TAPPA A TERLIZZI



La legalità democratica e la giustizia sociale anche quest’anno viaggiano a bordo di una carovana che, partita da Milano il 5 novembre scorso, ha fatto tappa il 10 dicembre scorso anche nella nostra Terlizzi per richiamare l’impegno di tutti contro le mafie.

Giunta al quindicesimo anno, l’iniziativa organizzata da Libera, Arci e Avviso Pubblico realizza un programma di appuntamenti itineranti voluti con il preciso intento di promuovere una legalità che contrasti poteri mafiosi e criminali, ma anche piccoli soprusi.

All’evento cittadino, promosso dall’assessore alla Legalità Giovanna Spada, hanno partecipato gli studenti delle scuole superiori di Terlizzi, accompagnati dai rispettivi dirigenti, che sono anche intervenuti nel dibattito animato, da vari punti di vista, dall’assessore regionale alla cittadinanza attiva Guglielmo Minervini, dal vice-prefetto Mario Volpe, dall’assessore alla Legalità del Comune di Giovinazzo e vce-presidente nazionale Avviso Pubblico Cosmo Damiano Stufano, dal presidente della cooperativa “Terra di Puglia” Alessandro Leo, da Matilde Montanaro, sorella di Antonio Marinaro, caposcorta del giudice Falcone, dal presidente regionale di “Libera” don Raffaele Bruno e dal sindaco Vincenzo Di Tria.

La CAROVANA nazionale antimafia – è stato ricordato nell’introduzione dall’assessore Giovanna Spada – è un lungo cammino verso la democrazia, i diritti, la giustizia sociale. Sconfiggere la mafia ed ogni forma di ipoteca criminale nella società significa ridare slancio alla vita democratica e allo stesso sviluppo delle nostre comunità”.

La “Carovana” – hanno dichiarato i vari relatori – è un viaggio particolare che può essere affrontato solo stando insieme : è un percorsilo collettivo di avanzamento e di maturazione. E’ un filo che congiunge e tiene insieme tanti luoghi diversi. Le tappe, allora, non sono solo semplici soste : sono punti di approdo e di ripartenza, sono quei luoghi in cui ci si ferma per poi riprendere il cammino con maggiore entusiasmo e maggiore energia. Soprattutto, sono testimonianza fisica e palpabile di tante esperienze maturate dal basso, cresciute e radicatesi nei nostri territori: soggetti associativi, gruppi, enti pubblici, che hanno avuto la forza e il coraggio di gettare “semi di speranza”, a partire dalla consapevolezza di non essere da soli, ma parte della costruzione di una più grande e composita esperienza di crescita collettiva.

Una “Carovana”, quindi, per ricordare e ribadire la nostra ferma volontà di costruire una società civile, per radicare l’associazionismo, il volontariato, il terzo settore; per promuovere e implementare una nuova socialità, che è l’essenza della polis, di quella comunità aperta, giusta, e libera che noi tutti desideriamo.

La “Carovana, insomma, ha ricordato ai numerosi presenti nella sala-conferenze della Biblioteca ed a noi tutti il dovere di essere cittadini consapevoli, a coltivare sentimenti fondati su idee ed aspirazioni comuni, a rafforzare la prospettiva di una società che deve cambiare.

Di qui l’appello a favorire i processi di inclusione dei migranti che sono in cerca di pace e lavoro; a contrastare la riduzione in schiavitù, la tratta degli essere umani; restituire con maggiore celerità i beni sottratti alle mafie per utilizzarli in progetti di sviluppo e di cittadinanza; a sostenere le vittime della criminalità organizzata e non; a incentivare e tutelare il ruolo dei collaboratori e dei testimoni di giustizia, c denunciare le collusioni tra mafia e politica; a contrastare sempre più efficacemente le ecomafie. contrastate le ecomafie.

Nella condivisione di questi obiettivi anche noi siamo spinti a perseverare nel nostro impegno culturale, pedagogico, sociale e politico ed a partecipare a tutte quelle iniziative che puntano a finanziarie e rilanciare le politiche educative e giovanili, che promuovono la legalità democratica, della solidarietà e della giustizia sociale; a valorizzare il ruolo della partecipazione civile, antitodo all’esclusione ed alla solitudine.

La nostra cara Terlizzi, in questo senso, sta dimostrando di essere in grado di sviluppare gli anticorpi sociali, politici, culturali per opporsi al potere delle mafie e, in generale, di tutti quegli apparati occulti che cercano di occupare i gangli vitali della vita pubblica.

Un importante e significativo lavoro, in questo senso, viene svolto quotidianamente dall’associazionismo laico e cattolico, da ampi settori dell’amministrazione comunale, dalla istituzioni scolastiche, dalla magistratura, dalle forze dell’ordine e dalle comunità religiose.

Si stanno creando anche da noi le condizioni culturali, quei livelli basilari di democrazia e di protagonismo che consentono di opporsi al quella forma di antistato che è in grado di infiltrarsi nel tessuto connettivo della nostra comunità.

La lotta alle criminalità organizzate grandi e piccole, passa, quindi anche e soprattutto attraverso la promozione di una sempre più ampia e diffusa cultura della responsabilità. Quella cultura che fa di tutti noi cittadini attivi, e che si nutre dei valori della giustizia sociale e del rispetto dei diritti.


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