venerdì 19 novembre 2010

La violenza esercitata contro le donne è ancora inaccettabile barbarie. Diciamo “no” a questa inciviltà.

Il 25 novembre si è celebrato in tutto il mondo la “Giornata contro la violenza sulle donne” per ricordare le tre sorelle Miraball, torturate, stuprate e uccise dai militari del dittatore Trujillo, nel 1960 a santo Domingo.
Con la risoluzione 54/134 del 17 dicembre 1999 l’Assemblea Generale dell’ONU ha fissato per il 25 novembre la Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne.
La violenza contro le donne ha molte facce: le uccisioni e gli stupri sono gli aspetti più drammatici delle violenze dentro e fuori le mura domestiche, nei luoghi di lavoro, per le strade. I dati riguardanti le violenze subite dalle donne sono agghiaccianti, soprattutto se riferiti alla società civile. La violenza fisica, sessuale, psicologica ed economica è la pura violazione dei diritti umani e, talvolta, l’assenza di leggi adeguate e il silenzio sono complici di tali violazioni.
La violenza è sofferenza ed umiliazione. E’ la prima causa di morte tra le donne nel mondo.
Istituzioni, servizi, strutture educative, forze dell’ordine, parti sociali, partiti politici, mass-media, donne e uomini, tutti si devono sentire coinvolti in un’unica forza di cambiamento.
Leggere e comprendere la natura e le implicazioni di un fenomeno così radicato e complesso come quello della violenza sono premessi indispensabili alla progettazione di politiche e interventi a favore delle donne e di tutti i cittadini del territorio. La raccolta sistematica e condivisa dei dati permette la giusta comprensione dell’attuale situazione di donne e bambini e di trovare i mezzi e gli strumenti più opportuni per intervenire sia dal punto di vista della prevenzione, sia dal punto di vista della presa in carico globale delle vittime della violenza, sia dal punto di vista della terapia e cura degli aggressori.
Andiamo in piazza, riempiamola e facciamo diventare una giornata di mobilitazione locale e nazionale dell’intera società di donne e di uomini, per affermare che senza il riconoscimento della libertà e della dignità delle donne nessuna convivenza è possibile.
Chiediamo unanimemente al Parlamento, come Consiglio comunale di Corato, di dare priorità al tema della violenza contro le donne con uno specifico piano d’azione, che permetta una piena realizzazione dei diritti delle donne e delle loro scelte di vita. Ecco perché chiediamo:
• Una legislazione integrata che affronti i diversi aspetti del problema,
• Un osservatorio per monitoraggio della violenza che, oltre a fornire dati quantitativi, si avvalga soprattutto di opportuni indicatori utili a capirne la complessità;
• L’impegno ad aderire alla campagna europea contro la violenza alle donne per il 2010.
I firmatari di questo documento esprimono, altresì, la convinzione che non basta essere genericamente conto la violenza: è necessario denunciarne le radici in una cultura condivisa e diffusa. Troppo spesso la denuncia della violenza contro le donne da parte della politica e dei mezzi di informazione tende ad occultare questa necessità e veicola messaggi e valori ostili alla libertà delle persone di progettare la propria vita oltre gli stereotipi e le rappresentazioni dei ruoli sessuali, gerarchiche e fisse.
Il nostro plauso va all’Assessorato alla Solidarietà della Regione Puglia che ha nel novembre 2008 ha varato il “Programma triennale di interventi 2009-2011 per prevenire e contrastare il fenomeno della violenza contro le donne” con lo scopo di impostare una strategia regionale che consenta di intendere la violenza sulle donne e i bambini non come un’emergenza ma come un problema sociale e culturale.
La prevenzione, quindi, è da tutti ritenuta essenziale e richiede istruzione, formazione, conoscenze, la costituzione di reti e di partenariati, nonché lo scambio di pratiche ottimali.
Auspichiamo, quindi, che il nostro Comune, nell’ambito del Piano Sociale di Zona, si renda promotore di un piano di interventi per la prevenzione ed il contrasto alla violenza di genere – così come previsto dal Piano regionale - attraverso:
• La definizione di una prospettiva metodologica in chiave di genere al fine di rilevare criticità e fabbisogni relativamente ai servizi e prestazioni per prevenire e garantire sostegno e aiuto alle vittime di violenza;
• Favorire la conoscenza del fenomeno e promuovere campagne diffuse di sensibilizzazione in raccordo con le campagne nazionali;
• Avviare un confronto strutturato tra i diversi livelli di governo coinvolti nell’attuazione di interventi, al fine di consolidare la collaborazione sul territorio, tra Regione Puglia, enti locali e altri soggetti pubblici e privati tra cui le Istituzioni scolastiche, al fine di promuovere interventi di prevenzione e di concorrere alla formazione di una cultura del rispetto di genere;
• Incrementare la dotazione di strutture e servizi territoriali e potenziare la competenze degli operatori pubblici e privati.
• Garantire l’indipendenza economica delle donne vittime di violenza per favorire autonome e consapevoli scelte di vita.

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