domenica 4 ottobre 2009

Bilancio partecipato per lo Sviluppo Sostenibile: quando?

Nell’ultimo consiglio comunale del 29 settembre si è discusso, ancora una volta, del Bilancio di previsione 2009, con particolare riferimento alla “Ricognizione sullo stato dei programmi e alla Salvaguardia degli equilibri di Bilancio”, ai sensi dell’art. 193 – D.Lgs n. 267/2000.

Fatta salva la chiara e puntuale relazione dell’assessore al ramo Massimo Mazzilli, approvata solo dalla maggioranza, nella quale vengono citati i principali capitoli di spesa preventivati nel marzo scorso (Spesa corrente: € 23.000.000,00; Investimenti: € 34.000.000,00; Rimborso prestiti: € 888.000,00; Partite di giro: € 9.000,000,00, per un ammontare complessivo di € 68.490.000,00), nessun consigliere ha espresso la necessità non più procrastinabile di avviare un percorso partecipativo reale ed efficace.

Per questo, ancora una volta, sentiamo il dovere civico di evidenziare che occorre recuperare il dialogo con la cittadinanza nel rispetto degli istituti di partecipazione previsti dallo Statuto comunale, (Proposte, Istanze,Petizioni,Consultazioni,Referendum), del principio di sussidiarietà (Titolo V°, art. 118 Costituzione), di trasparenza e di collaborazione (Legge 241/’90, Legge 287/2000, Legge 328/2000, Legge Bassanini del 14/06/’07), così com’è stato efficacemente illustrato nel Corso di Formazione organizzato dalle Associazioni di Volontariato “La Coccinella”, “Solidarietà e Sviluppo”, “Donne e Solidarietà”, che nei giorni 23 e 30 settembre, presso la sala conferenze della Biblioteca comunale, hanno consentito ad un numeroso pubblico, soprattutto giovanile e femminile, di discutere con la dott.ssa Rosanna Lallone (Dirigente dei servizi Sociali della Provincia di Bari e docente universitaria presso la Facoltà di Scienze dell’Educazione dell’Università di Bari) di questi fondamentali istituti di partecipazione civica.

Cosa significa, dunque, “Bilancio partecipato”? La preparazione del bilancio comunale annuale può diventare uno strumento di processi decisionali aperti e facilitare le istituzioni pubbliche ad avvicinare i propri cittadini, così come ad affrontare tematiche di sviluppo sostenibile. Il bilancio comunale destina le risorse finanziarie disponibili all’ampia gamma di azioni che formano la strategia politica locale. Per questo il bilancio è un documento chiave di pianificazione più che un mero compito amministrativo. Il coinvolgimento degli stakeolders (portatori e detentori di interessi) locali è un fattore prezioso per anticipare e gestire i cambiamenti finalizzati a prospettive di sviluppo.

L’approccio per un Bilancio comunale partecipato è basato sui principi della Governance Europea e su quelli riguardanti il bilancio sociale ed ambientale descritti nella Direttiva del Dipartimento della Funzione pubblica che permette il pieno coinvolgimento dei portatori d’interesse nelle scelte operate dal governo cittadino. L’approccio è orientato alla combinazione di politiche, azioni e servizi a livello locale “pensando globalmente ed agendo localmente”, sviluppando processi di auto-organizzazione, coordinamento ed empowerment, dove sono coinvolti tutti gli attori interessati (decisori politici, amministratori e dipendenti pubblici, organizzazioni della società civile, cittadini, personaggi-chiave, esperti). L’approccio alimenta due processi convergenti su base annuale: partecipazione degli stakeolders alla valutazione della situazione attuale e all’identificazione di azioni innovatrici tese alla soluzione dei problemi; elaborazione del bilancio orientato allo sviluppo sostenibile, prendendo in considerazione le azioni innovatrici suggerite dagli stakeolders,

Tutto questo significa che nella nostra città deve finalmente iniziare un nuovo percorso politico – amministrativo. Significa che bisogna incamminarsi lungo un percorso che segna il passaggio dalla democrazia delegata alla democrazia partecipata. E’ difficile perché comporta una trasformazione culturale negli amministratori, ma soprattutto nei cittadini, che si ostinano a disertare gli incontri promossi dall’Amministrazione sul Bilancio di previsione, sul PUG, sul PIRP, sui PIT, sul GAL, sul recente Bando di concorso regionale (Determinazione dirigenziale n.469/09) per accedere ai finanziamenti e sostenere iniziative per le infrastrutture di supporto degli insediamenti produttivi.

Partecipare”- è stato ripetuto in queste ed in altre occasioni dal Sindaco e dagli assessori - significa condividere la responsabilità della decisione e delle scelte”. Siamo d’accordo. Per gli amministratori politici del Comune significa non potere più decidere nel chiuso di una stanza. Amministrare anche bene, ma arroccati nel Palazzo non è più possibile. E’ necessario che le decisioni operative derivino dal dibattito preventivo ed approfondito con i cittadini, sui loro bisogni e, solo dopo, si deciderà come investire al meglio il denaro pubblico. Partecipare, quindi, vuol dire mettersi in gioco, confrontarsi nella discussione ed essere pronti a rivedere le proprie idee, se attraverso il dibattito se ne propongono di migliori.

Comunicazione, Partecipazione e Trasparenza sono, pertanto, i presupposti di una corretta amministrazione.

Per quanto concerne la Comunicazione, mi permetto suggerire alcune proposte.

Perché non distribuire appositi questionari “guidati” in diversi esercizi commerciali e luoghi di aggregazione o presso i gazebo allestiti presso le piazze cittadine nelle giornate di domenica o semplicemente consentire il collegamento al sito istituzionale del Comune, dove i cittadini possano esprimere un’opinione, un suggerimento, effettuando in prima persona scelte che saranno decisive per la predisposizione del bilancio di previsione 2010?

Si è mai pensato di organizzare qualche Giunta o Consiglio comunale itinerante per conoscere “in loco” i problemi e far conoscere gli attori, gli strumenti e le modalità decisionali, anche in vista di un’eventuale istituzione dei Consigli di quartiere, che hanno un ruolo unico ed insostituibile nel decentrare i rapporti del Comune con i cittadini? L’auspicio è che questi diventino il luogo dove si analizzano le criticità del quartiere e che l’analisi si confronti con i programmi della Giunta comunale, sollecitandola e vigilando che l’operato politico e tecnico dell’Amministrazione sia finalizzato al miglioramento della qualità della vita dei cittadini.

Nel momento in cui la Sanità pugliese è nell’occhio del ciclone mediatico e giudiziario, perché non si promuove un incontro con tutti gli operatori sanitari e le organizzazioni sociali collegate sui problemi riguardanti la salute dei cittadini? In quella sede si potrebbe concordare l’istituzione di una Conferenza sanitaria cittadina e verificare la disponibilità ad istituire la Consulta Sanitaria Locale delle Associazioni di volontariato socio-sanitario. Ciò a dimostrazione della sensibilità politico-amministrativa verso un settore di estrema importanza qual è l’efficienza dei servizi sanitari pubblici.

Perché non mettere in calendario incontri con i diversamente abili ed i loro tutors, con i rappresentanti degli istituti scolastici, con le associazioni dei commercianti e degli imprenditori, con i diversi gruppi di anziani, giovani, operatori sanitari, sociali e culturali, creando così un percorso strutturato che riguarda la partecipazione dei diversi portatori di interessi al ciclo decisionale per il bilancio comunale e per l’attività amministrativa generale? Tutte le informazioni acquisite, opportunamente vagliate e confrontate con le disponibilità finanziarie, sarebbero poi discusse e proposte nell’apposita Commissione consiliare aperta al pubblico, prima dell’adozione da parte del Consiglio comunale non nel solito prorogato mese di aprile o maggio, ma entro il termine di legge del 31 dicembre.

Siamo stati lieti di apprendere che anche i coordinamenti cittadini della “Democrazia Cristiana”, “Italia che pensa”, “Pensionati cattolici” e “Liberal Democratici” nella conferenza stampa tenuta il 28 settembre scorso per annunciare la costituzione di un laboratorio politico denominato “Il Cantiere della partecipazione” sono orientati a contribuire come noi alla formazione di una nuova classe dirigente capace di far superare la diffidenza verso la politica, l’amministrazione e la burocrazia da parte dei cittadini, rendendoli partecipi delle decisioni, perché i cittadini, sapendo, possono elaborare, valutare e restituire informazioni utili per governare meglio la città.

Senza questo reciproco riconoscimento e senza la ricostruzione di un’autorevolezza della voce istituzionale, è molto difficile promuovere percorsi che permettano lo sviluppo della comunità locale, il miglioramento dei servizi, della vivibilità dell’ambiente urbano, della crescita dell’ occupazione e dell’intero del sistema economico e culturale locale.

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