mercoledì 7 ottobre 2009

Istituti di partecipazione civica e nuovo regolamento della Consulta delle Associazioni.

Facendo seguito all’incontro dell’8 settembre scorso avente ad oggetto la discussione sulla bozza di regolamento della Consulta delle Associazioni, resa nota dal presidente della 3° Commissione consiliare Leonardo De Vanna, all’intervento del consigliere Michele de Palma nel Consiglio comunale del 28 settembre (teso a ricostruire il senso di una convivenza democratica attraverso l’attuazione di un percorso che veda nel bilancio partecipato la costituzione di un patto sociale tra elettori ed eletti, tra una rinnovata classe dirigente e le istituzioni) ed alla vigilia dell’assemblea della Consulta delle Associazioni, convocata dal sottoscritto, su sollecitazione dell’Assessore alla partecipazione Santina Mastropasqua, per il giorno 15 ottobre per discutere ed approvare la bozza del nuovo regolamento della Consulta redatta dal gruppo di lavoro insediatosi nel precedente incontro, mi permetto di rinnovare la richiesta di attivare con la massima sollecitudine gli istituti di partecipazione previsti dallo Statuto comunale (Titolo 1: Art.5 “Rapporti con i cittadini e le istituzioni”, art.7 ”Principi generali sulla trasparenza”, art.8 “Pari opportunità”, art.9 “Consiglio comunale dei ragazzi “; Titolo V “Rapporti con la comunità e partecipazione”, che negli artt.dal 43 al 52 disciplina la “Partecipazione dei cittadini all’Amministrazione”, le Associazioni, il Volontariato, la Cooperazione, la Consulta, le Istanze e Petizioni, il Diritto d’iniziativa, il Referendum, il Difensore civico.

Neanche l’atto d’indirizzo formulato dalla Giunta comunale il 14/02/2005 avente ad oggetto: “Promozione della partecipazione diretta dei cittadini e delle cittadine alla vita amministrativa” , deliberato ai sensi degli artt.6-7-8-9-10 del Testo Unico Enti Locali D.Lgs 267/2000, ha ancora avuto modo di essere attuato in modo sistematico ed efficace.

Terlizzi possiede da tempo un tessuto socio-culturale vivace ed attivo, fatto di associazioni e di aggregazioni che rivolgono la loro attenzione a numerosi aspetti della solidarietà, della cultura, dello spettacolo, del turismo e dello sport, senza ricevere adeguata attenzione per la programmazione dell’attività amministrativa e del bilancio di previsione.

Più volte abbiamo sostenuto la necessità di istituire le Consulte tematiche, con particolare attenzione alle problematiche sociali e di tutela ambientale ed ai temi dello sviluppo sostenibile e della qualità dei servizi per coniugare con la cittadinanza attiva l’inseparabilità dei valori dell’efficienza, della trasparenza, della sussidiarietà e della partecipazione (Vedasi Legge 241/’90, Legge 287/2000, Legge 328/2000, Legge Bassanini 14/0672007).

La realizzazione del Bilancio partecipato è sicuramente una delle finalità di queste leggi. La preparazione del bilancio annuale può sicuramente diventare uno strumento di processi decisionali aperti e facilitare le istituzioni pubbliche ad avvicinare i propri cittadini, così come ad affrontare tematiche di sviluppo sostenibile.

L’approccio è basato sui principi della Governance Europea e su quelli descritti nella Direttiva del Dipartimento della Funzione pubblica, che permettono il pieno coinvolgimento dei portatori d’interesse nelle scelte operate dal governo cittadino. L’approccio è anche orientato alla combinazione di politiche, azioni e servizi a livello locale, “pensando globalmente ed agendo localmente”, sviluppando processi di auto-organizzazione, coordinamento ed empowement, dove sono coinvolti tutti gli attori interessati (decisori politici, amministratori e dipendenti pubblici, organizzazioni della società civile, cittadini, personaggi-chiave, esperti). L’approccio alimenta due processi convergenti su base annuale: partecipazione degli stakeolders (attori e portatori d’interesse9 alla valutazione della situazione attuale e all’identificazione di azioni innovatrici tese alla soluzione dei problemi; elaborazione del bilancio orientato allo sviluppo sostenibile, prendendo in considerazione le azioni innovatrici suggerite da tutti i partecipanti..

Tutto questo significa che anche a Terlizzi deve finalmente iniziare un nuovo percorso politico-amministrativo. Significa che bisogna incamminarsi lungo un percorso che segna il passaggio dalla democrazia “delegata” alla democrazia “partecipata”. Significa che per gli amministratori comunali non si può più continuare a decidere nel chiuso di una stanza e per i cittadini vuol dire mettersi in gioco, confrontarsi nella discussione ed essere pronti a rivedere le proprie idee, se attraverso il dibattito se ne propongono di migliori.

Senza questo reciproco riconoscimento e senza la ricostruzione di un’autorevolezza della voce istituzionale, è molto difficile promuovere percorsi che permettano lo sviluppo della comunità locale, il miglioramento dei servizi, della vivibilità dell’ambiente urbano, della crescita dell’occupazione e dell’intero sistema economico, sociale e culturale.

In questa direzione continuano ad andare le proposte evidenziate nella mia lettera di dimissioni presentata sin dall’aprile 2008, richiamate nell’incontro del 2 dicembre 2008, nuovamente ribadite nell’ultimo incontro dell’8 settembre scorso e concordemente rinviate all’assemblea che si terrà subito dopo l’approvazione, da parte del Consiglio comunale, del nuovo regolamento della Consulta.

I tempi sono maturi per un riconoscimento ed uno spazio democratico per un volontariato che non sia solo testimonianza sociale negli interventi e nei servizi a favore della comunità, ma contestualmente “soggetto politico”, espressione di una società civile impegnata nella rimozione delle cause del disagio e nell’affermazione, tutela, difesa e promozione dei diritti di cittadinanza.

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