sabato 22 agosto 2009

PD: LE 5 PAROLE – CHIAVE DELLA MOZIONE FRANCESCHINI Fiducia – Regole – Uguaglianza – Merito – Qualità



Il PD è stato chiamato a fare un congresso vero, ma soprattutto utile e capace di parlare alle persone per un’alternativa di governo.

Tutti gli iscritti vogliono un partito che coltiva le diversità culturali al suo interno come una ricchezza, ma che cerca e sa trovare anche la sintesi.

Essi chiedono soprattutto un partito aperto, così come è previsto nella mozione Franceschini, che vuole un partito democratico aperto agli elettori, che vede i propri gruppi dirigenti aprirsi a quei giovani e a quelle donne che non hanno appartenenze precedenti e che hanno scelto di cominciare il proprio impegno politico con il PD.

Un partito, insomma, in cui il rinnovamento necessario dei gruppi dirigenti non ha nulla a che vedere col “nuovismo” scelto dall’alto, ma significa valorizzare e investire sull’esperienza e sul radicamento territoriale di amministratori, segretari regionali e provinciali, di coordinatori di circolo, di parlamentari e quadri del partito.

Un partito capace di affiancare nelle sue scelte gli iscritti e gli elettori, attraverso lo strumento delle primarie.

Un partito radicato nel territorio, dove i circoli non siano solo luoghi per misurare i rapporti di forza nei congressi o per comporre organi e giunte, ma che si occupino del territorio e del problema delle comunità locali in cui sono. Circoli come antenne per ascoltare e capire il proprio territorio.

E’ quanto ci si propone anche a Corato con la “Festa Democratica” prevista per il 23 e 24 ottobre prossimi, che, secondo il coordinatore Riccardo Mazzilli, non sarà un convegno o un’adunata di partito, ma un tentativo prezioso di ascoltare la Corato che noi vediamo per strada ogni giorno, quella delle nostre case, delle nostre famiglie, dei nostri figli. Un luogo e un momento utili e importanti per un PD che vuole parlare a tutti e tutti saprà ascoltare.

E’ questo il partito che anche noi del Centro Studi Politici “A. Moro”, nello scenario degradato della vita politica nazionale, vogliamo. Di qui la nostra adesione alla mozione Franceschini che darà al congresso un colpo d’ala, una profonda e significativa svolta in grado di ricondurre al centro del progetto di società qualità spesso additate come vecchi inutili arnesi: il bene comune, la cosa pubblica, il dovere sociale, processi partecipativi all’altezza delle domande che la società produce, la laicità dello Stato, riassunte emblematicamente nelle ormai famose 5 parole-chiave: “Fiducia, Regole, Uguaglianza., Merito, Qualità”.

Lo sviluppo tecnologico e il suo impatto sulle forme organizzative e di comunicazione sociale richiedono un aggiornamento continuo e critico, per il quale non possono restare marginali qualità come la competenza, la cultura, il sapere: strumenti fondamentali per comprendere e costruire il mondo nuovo.

Servono classi dirigenti in grado di “prevedere” il percorso che l’evoluzione sta disegnando per le nuove società; c’è necessità di una sofisticata capacità di analisi orientata e armonizzata in un quadro di grande visione prospettica; occorre essere capaci di individuare oggi i segnali di cosa maturerà domani nel corpo sociale e disegnare, interpretare e correggere le dinamiche socio-culturali per poter intercettare bisogni e necessità che si presenteranno nel futuro.

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