sabato 18 luglio 2009

Lettera aperta in memoria di Paolo Borsellino.

Non tutti ricordano che il 19 luglio ricorre il 17° anniversario dell’uccisione di Paolo Borsellino, magistrato, vittima della mafia, considerato un eroe al pari del suo amico e collega Giovanni Falcone.

Il 19 luglio 1992, dopo pranzo, Paolo Borsellino si recò, insieme alla sua scorta, in via D’Amelio, dove abitava sua madre. Una Fiat 126 parcheggiata nei pressi dell’abitazione della madre con circa 100 kg di tritolo a bordo esplose, uccidendolo insieme ai suoi cinque agenti di scorta. Non faceva mistero della sua condizione di “condannato a morte”. Sapeva di essere nel mirino di Cosa Nostra e sapeva che difficilmente la mafia si lascia scappare le sue vittime designate.

Di questo ed altro parlò la sorella Rita nella palestra del Liceo classico ”A.Oriani” il 24 marzo scorso. Tema del convegno “La buona pianta della legalità”, concluso con queste parole “Questo mondo che ci appartiene è anche di voi giovani e sono convinta che riusciremo a sconfiggere la mafia grazie alle nostre decisioni; quindi dite “NO” alla mafia e “SI’” per un mondo pieno di pace e di amore”.

Queste sono anche i concetti più volte espressi da Paolo Borsellino “La lotta alla mafia, il primo problema da risolvere nella nostra terra bellissima e disgraziata, non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale che coinvolgesse tutti e specialmente le giovani generazioni, le più adatte a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità”.

Queste sono alcune delle parole più famose di Paolo Borsellino. Le ha ricordate – come già aveva fatto nell’incontro tenuto presso la S.M.S. “A. De Gasperi”, lo scrittore criminalista Michele Cagnazzo, autore del libro “Mafia, una guerra senza confini” a conclusione del corso di educazione alla legalità tenuto insieme al sottoscritto e all’avv. Marianna Aloiso, nell’incontro promosso dall’Associazione “Contro la criminalità per la legalità”, per ricordare il 17° anniversario dell’uccisione di Paolo Borsellino.

Ma questa è stata anche l’occasione per ribadire che l’unica modalità possibile per combattere la piaga della mafia può venire dai giovani, dai ragazzi a cui non ci si deve mai stancare di raccontare le brutture, le storture della mafia, che non è solo il fenomeno eclatante dei morti ammazzati, dei clan dove vige la legge dell’omertà, della violenza, del sopruso. Ma è anche quell’aspetto più soffuso, multiforme, sfumato, che è presente, purtroppo, in molti ambienti della nostra società e che è più difficile debellare, perché diventa mentalità, modo di fare politica, di fare affare e che diventa cultura.

Di qui la necessità di affrontare in modo sempre più sistematico il problema dell’istruzione alla legalità, che deve diventare sempre più incisivo nel territorio, facendo rete, creando sinergie d’intenti e facendo fronte comune contro un unico nemico.

Il volontariato, coordinandosi con la scuola, le agenzie educative, i servizi pubblici e privati, opportunamente sostenuto dalle pubbliche amministrazioni, può svolgere un ruolo importante nella prevenzione e nella riduzione della devianza per la legalità della vita civile, nella diminuzione della violenza giovanile, nel contenimento del predominio territoriale delle norcomafie.

Questi ci sembrano i problemi di fondo dell’educazione alla legalità ed alla democrazia, problemi che devono essere meditati ed affrontati giorno per giorno con un’opera educativa aperta e costruttiva che l’Amministrazione comunale, attraverso l’impegno assunto dall’assessore alla P.I. e alla Coesione sociale Franco Caputo, intende inserire nel Piano dell’Offerta Formativa Territoriale del prossimo anno scolastico.

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