venerdì 11 maggio 2012

MORO SEMPRE VIVO E ATTUALE


     Con la legge n. 56 del 4 maggio 2007 (pubblicata nella G.U. - serie generale n. 103 del 5 maggio 2007-05-25) il Parlamento Italiano ha riconosciuto il 9 maggio, anniversario dell'uccisione di Aldo Moro, quale "Giorno della memoria", al fine di ricordare tutte le vittime del terrorismo, interno ed internazionale e delle stragi di tale matrice.
   La legge prevede che in occasione di tale ricorrenza possano essere organizzati, senza nuovi e maggiori oneri a carico dello Stato, manifestazioni pubbliche, cerimonie, incontri e momenti comuni di riflessione, anche - nel quadro della loro autonomia - da parte delle scuole di ogni ordine e grado, al fine di costruire ed alimentare una memoria storica condivisa in difesa delle istituzioni e dei valori democratici.
     Mi spiace rilevare che a Terlizzi, a differenza di tante altre città, nessuno se ne sia ricordato. Evidentemente, più che al passato, l’attenzione dei politici nostrani è tutta concentrata sulle schermaglie elettorali in vista del ballottaggio.
     Aldo Moro, statista e uomo politico, morto ammazzato dalle Brigate Rosse, un sequestro lungo, durato 55 giorni, che, nonostante tutti i processi, ancora oggi ha tanto da “svelare”, misteri sul sequestro, sulla trattativa, sul perché troppo poco venne fatto per restituire la libertà a Moro, l’uomo, il padre, il professore, centinaia di migliaia i chilometri di carta usate per scrivere le indagini, le sentenze, i libri, e poi, i film, le sceneggiature, tanto si è detto, tanto si dice, ma, nonostante tutto, un alone di mistero avvolge il caso Moro, forse chi sapeva ora non c’è più, ogni tanto dal buio nebuloso del passato appaiono come ombre nuovi fantasmi ricordi, e qualche flebile pista viene seguita, ma quel che è stato è stato, dopo Moro le pagine della storia di Italia hanno preso un altro senso e chissà cosa poteva succedere se quella triste pagina non si scriveva.
     Oggi, tutti noi abbiamo il dovere di essere degli attenti cultori del messaggio “rivoluzionario” di Moro, e porgere l’orecchio alle sfide che la società ci pone, convinti che nella diversità di opinioni si celino più opportunità che insidie.      Noi del Centro Studi Politici “A.Moro” e del Centro Studi “A.Moro-Quarta Fase” sentiamo di dover fare un forte appello, al di là della contingenza elettorale, al ritorno all'impegno politico e civile dei giovani nel segno di Aldo Moro, lo statista democristiano di cui ricorrono oggi i 34 anni dalla morte,
     Richiamare la testimonianza di umanità e di fede di Aldo Moro, che abbiamo avuto l’onore di conoscere ed il piacere di seguire durante la nostra gioventù,  è fondamentale per comprendere il pensiero e la vita di un laico che ha vissuto l`impegno politico come forma alta ed esigente di carità.  In questo turbolento momento politico ed economico  le parole e le scelte essenziali di Moro possono diventare, soprattutto per i giovani, un incoraggiamento a operare con competenza e coraggio per il bene comune. In un tempo politico senza o con pochissimi `padri` la memoria di Moro non può colmare un`assenza ma diventa appello forte a una nuova e lungimirante presenza politica. E questo è un compito che, paradossalmente, spetta soprattutto ai giovani, chiamati a passare da una rinunciataria condizione di “orfani” a una convinta assunzione di nuova responsabilità per il bene della città. Un`impresa ardua in cui spesso, dopo le grandi parole degli adulti, i giovani si trovano soli di fronte alle difficoltà. Anche in questo Aldo Moro ha oggi qualcosa da dire.
     Alcuni giovani mi hanno chiesto: quale può essere una traccia per capire il pensiero di Moro? Non si può cercare il suo pensiero – ho risposto. Il suo pensiero è nell’impegno politico, nel suo agire. Il suo segreto era nella capacità di ascolto: lui scandagliava. Lui capiva il momento delle scelte. Era il primo nelle soluzioni perché era il primo nell’analisi: psicologica, culturale, sociale, politica.
     E’ stato profeta , nel politico, nel sociale, nella concezione cristiana della vita,nella ricerca di sempre nuove ed adeguate forme da inventare e da prepararead un nuovo mondo che generava nuova umanità.A mano a mano che si entra nei ricordi dei suoi tanti interventi fatti anche nella nostra piazza, ci accorgiamo che questo martire della democrazia continua a parlare, ad ammaestrare, a coagulare attorno a sé ed alla sua testimonianza larghissime fasce di sempre nuovi assertori dei valori fondamentali dell’uomo e della società.
     Ricordare Moro, a 34 anni dalla sua scomparsa, vuole anche dare un segnale preciso alla società, di cui Egli cercava sempre d’interpretarne idee e bisogni: “Noi non vogliamo essere gli uomini del passato, ma quelli dell’avvenire”. “Il domani non appartiene ai conservatori e ai tiranni: è degli innovatori attenti, seri, senza retorica”. E quel domani nella società civile appartiene, anche per questo, largamente, alla forza rivoluzionaria del Cristianesimo. Noi siamo diversi. Noi vogliamo essere diversi dagli stanchi e rari sostenitori di un mondo ormai superato” (Aldo Moro).                                                                                

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