sabato 10 dicembre 2011

LIBRI, BIBLIOTECA E CULTURA ATTRAVERSO IL DIALOGO

Tra gli eventi previsti nel dicembre coratino, non poteva mancare il contributo culturale del Forum degli Autori. L’associazione, che ha già al suo attivo due originali “Caffè letterari” nei quali poeti e romanzieri coratini hanno potuto dialogare sulle rispettive pubblicazioni, propone ancora una volta una iniziativa culturale che avrà luogo presso la Biblioteca civica il 16 dicembre p.v. alle ore 18,30 con l’intervento dei prof. Vinci-Enzo Tota, Gaetano bucci, Vito De Leo, Vito Di Chio e del consigliere delegato alla Cultura Giuseppe D’Introno. Gli interventi saranno moderati dal dott. Franco Tempesta.

“L’occasione è stata offerta – comunica il presidente dell’associazione Vito De Leo - dalla notizia pubblicata il 17 marzo scorso dal socio Gaetano Bucci, il quale ha informato gli aderenti ed i lettori che il prof, Vincenzo Tota, lodato e premiato dal Liceo “Oriani” come uno dei “figli più nobili di Corato”, già docente di lettere in Italia e per molto tempo docente di Lingua e Cultura italiana presso la “Freie Universitat” di Berlino Ovest, il 27 gennaio scorso, in segno di amore per la propria città, ha donato alla Biblioteca Comunale “M. R. Imbriani” ben 1500 volumi di grande valore culturale. Si tratta, infatti, di importanti opere letterarie, storiche, filosofiche, politiche e di saggistica varia, sia in italiano che in tedesco, francese e inglese.

Ma l’esimio professore, attualmente residente a Bari, che avremo modo di conoscere nell’incontro preannunciato, va ricordato anche per la pubblicazione del libro edito da “Vivere In” nel 2001 dedicato a Matteo Renato Imbriani, molto legato alla nostra città, in occasione della sua scomparsa.

Si avrà così modo di verificare, a distanza di dieci mesi, la situazione logistica e organizzativa della donazione libraria, ma anche di comprendere i problemi, le vicissitudini e le conquiste che hanno segnato la vita della nostra Biblioteca, sin dalla sua inaugurazione avvenuta il 20 settembre 1909, presso la ex sede del Liceo-Ginnasio su Corso Garibaldi, come ci ha ricordato con la sua brillante tesi di laurea la nostra giovane aderente dott.ssa Maria Francesca Casamassima.

Il nostro auspicio è che l’Amministrazione comunale, che sarà rappresentato dal dott. Luigi D’Introno, trovi luoghi più adatti alla conservazione ed alla consultazione libraria e documentaria nell’annunciato restauro di Palazzo Gioia, recentemente acquisito dopo un lungo contenzioso giudiziario. Dall’attuale funzionario responsabile, il sempre disponibile Francesco Capogna, supportato dal factotum Nicola Amenduni, siamo stati informati che sono state effettuate le attività di catalogazione informatizzata in SBN (Servizio Bibliotecario nazionale) delle pubblicazioni monografiche prodotte a partire dal 1831. Attraverso questo lavoro - ha precisato il consigliere delegato alla Cultura – la Biblioteca comunale è stata messa in rete insieme ad altre 20 Biblioteche provinciali con il Polo SBN di Terra di Bari, in modo da consentire all’utenza di accedere al catalogo collettivo delle 4000 biblioteche che partecipano al Servizio Bibliotecario Nazionale, promosso dal Ministero dei beni e delle Attività Culturali. Tramite il SBN è possibile identificare i documenti di interesse, individuare le biblioteche che li possiedono ed accedere al servizio in linea di prestito da remoto o fornitura di documenti in riproduzione.

Non possiamo non ricordare anche il dott. Michele De Palo. Dirigente della Biblioteca a partire dal 1951, che ha lasciato in eredità la cospicua somma di € 300.000,00 destinata esclusivamente all’acquisto di libri per la Biblioteca. A tale scopo l’Amministrazione comunale ha nominato una commissione che, però, non ha ancora fatto conoscere le sue proposte.

Ci auguriamo, come Forum degli autori e di cittadini attenti alle risorse e alle politiche culturali, di poter fruire al più presto dei lasciti di questi cittadini esemplari, che hanno voluto dimostrare che la cultura non può più svolgere il ruolo di cenerentola, ma deve essere interpretata come opportunità”.
Il nostro patrimonio è un valore in sé che deve essere reso fruibile. Sono semmai i fruitori a dover essere valorizzati.
Questo si può fare solo stimolando la crescita delle imprese culturali, garantendo diritti ai lavoratori, dando certezza della consistenza e della cadenza dei finanziamenti pubblici, consentendo la programmazione pluriennale, aprendo spazi alla produzione indipendente in qualunque settore, il che significa anche dischiudere luoghi e spazi per la distribuzione e la fruizione: rompere i monopoli dunque. Bisogna guardarsi da interventi che possano, nella benché minima misura, ledere l’autonomia della ricerca teorica, delle attività culturali, della creazione artistica, giacché queste hanno come condizione vitale di sviluppo non quella di obbedire a un partito, a uno Stato, a un’ideologia, ma quella di poter dispiegarsi in pienezza di libertà e di spirito critico.

Il nostro obiettivo è quello di proporre un modello in cui le risorse siano, il più possibile, al servizio di piani comunali di intervento programmati e selezionati a seconda dei reali bisogni e non in ragione di esigenze clientelari o di campanile.

La prima scelta decisiva è costruire le condizioni per cui Corato resti un paese dove si produce cultura e non la si distribuisce soltanto. Ma è chiaro che per rimanere luogo di produzione occorre che la politica sia all’altezza di scelte lungimiranti, rinunciando, magari, al ritorno immediato del grande evento per investire sul tessuto creativo, per incentivare la sperimentazione e l'innovazione. Certo, non tutti gli eventi sono uguali e ce ne sono molti che svolgono una funzione positiva creando visibilità per esperienze innovative e creando un rapporto con la cittadinanza. Ma non è sempre così.

Ma può funzionare così la selezione dei talenti? O non sarebbe forse meglio utilizzare la leva pubblica anche per dare qualcosa a chi non c'è ancora? D'altra parte coltivare questo tessuto crea anche le condizioni per rafforzare le eccellenze, che restano architravi indispensabili del sistema. Apertura del sistema significa anche apertura dei mercati culturali.

Con la realizzazione di questo evento e di quelli che seguiranno non vogliamo solo aprire una riflessione sulle politiche culturali. Il nostro obiettivo è anche quello di risvegliare un dibattito.
A questo dibattito si fa fatica persino a dare un nome. Non perché non ce l'abbia, ma perché non appena lo si nomina, non appena si accenna ad un'interrogazione circa ruoli e compiti dell'intellettuale e degli amministratori comunali si raccolgono reazioni infastidite, quando non stizzite, come se si volessero agitare solo questioni vecchie e ormai superate.

Non possiamo andare avanti così: occorre recuperare le ragioni di uno sforzo collettivo che si cimenti con la formulazione di un pensiero nuovo.

Abbiamo bisogno di idee, di discussione, di confronto. Non è possibile rinnovare la sfera pubblica, recuperare il senso e il valore dell'identità territoriale senza ricostruire una rete di intelligenze che dia forza a una battaglia politica, e ci aiuti a far comprendere fino in fondo al paese che occorre ricostruire un intreccio fecondo fra istanze della cultura e condizioni della democrazia, intreccio il cui sfilacciamento, la cui rottura ha avuto un effetto non certo positivo sulla storia di questi anni”.

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