martedì 27 settembre 2011

FESTA DEMOCRATICA: CONTRIBUTO AL DIBATTITO

L’antiberlusconismo dei partiti di opposizione non basta. Come l’antipolitica di gran parte della società civile non porta da nessuna parte, se non verso il qualunquismo più becero. I tre giorni di dibattito organizzati dal Partito democratico in occasione della “Festa” ci auguriamo rappresentino anche un’utile occasione per far tornare a parlarsi partiti e società civile (associazionismo, organizzazioni, liberi cittadini).

I partiti - è opinione comune – in questi ultimi anni non solo hanno conservato chiusure e forme di controllo e potere, ma si sono anche disgregati in clientelismi territoriali. Sono, insomma, nello stesso tempo molto chiusi e fin troppo aperti agli interessi esterni. Ed è un problema che riguarda anche il Pd. Come si fa ad assegnare al Pd il timone del risveglio civile? Ci auguriamo come associazione e cittadini attenti e partecipi che gli illustri relatori invitati nei giorni 29, 30 settembre e 1 ottobre in P.zza Di Vagno sappiano indicare risposte adeguate non solo in termini propositivi e progettuali alle domande, ai problemi quotidiani, alle preoccupazioni che riguardano in modo particolare i giovani, il mondo del lavoro, l’economia al fine di chiudere questa stagione asfissiante.

Prima di domandarci “con chi” si vuole governare l’Italia e il Comune, bisogna mettere in chiaro “per cosa”, con quali valori, per quali innovazioni. Se si dovrà “ricostruire” l’Italia e migliorare la qualità della vita della nostra città, si dovranno avere idee chiare e un campo più largo di quello tradizionale del centrosinistra. Progressisti e moderati, società civile e partiti, mondo del lavoro e delle imprese, donne e uomini, giovani e anziani dovranno essere sistematicamente e sinergicamente uniti in un progetto per restituire alla comunità nazionale e locale un obiettivo condiviso per il quale battersi, un interesse generale, un’idea di “bene comune”.

Il Pd deve porsi la sfida di rinnovare le sue forme dello stare insieme come partito ed aprirsi all’esterno il più possibile. E’ un percorso non semplice e ha delle resistenze, ma è un prerequisito. In particolar modo sul fronte delle “primarie” che vanno discusse e organizzate per tempo. L’esigenza di avviare un confronto politico con partiti, movimenti e associazioni per dare vita, dopo un programma condiviso e la costituzione di una coalizione, alla scelta del candidato sindaco, non può essere rinviata alla vigilia della competizione elettorale, che potrebbe svolgersi anche in anticipo rispetto alla naturale scadenza del 2013.

Bisogna cominciare subito un confronto interno ed esterno che conduca ad una sintesi unitaria, condivisa e percepita dall’elettorato come un modo nuovo di fare politica capace di avviare una riscossa possibile, una ricostruzione democratica e un nuovo patto per lo sviluppo cero, credibile ed esigibile proposto in alternativa al governo di centrodestra.

Subito dopo la “Festa” si rende necessaria un’assemblea in cui si prendono le decisioni fondamentali, si determinano le scelte strategiche e si dà voce alle attese e alle volontà degli iscritti.

Il Pd, con la sua costituzione deve ancora dimostrare in modo chiaro di aver varcato le colonne d’Ercole delle vecchie appartenenze e delle vecchie tradizioni e di stare crescendo come un soggetto politico nuovo, che ha un suo profilo netto e visibile, un suo pensiero, una sua cultura di governo, un preciso orientamento, idee chiare e un linguaggio chiaro.

Il Circolo deve essere strutturato come luogo aperto di formazione e di elaborazione, nel quale l’iniziativa e la capacità di comunicare e di costruire consenso dei democratici sono messe alla prova dalla qualità e quantità della partecipazione. Dal Circolo, insomma, deve svilupparsi un ascolto ed un confronto più largo e ravvicinato con le forze sociali, i mondi produttivi e culturali, le realt-à associative e i movimenti che si vogliono coinvolgere nel progetto per il governo cittadino.

I valori e i principi della Costituzione repubblicana devono restare la nostra bussola. Siamo nel mare aperto delle sfide inedite di questo tempo ma con la volontà e l’ambizione di scrivere un nuovo patto democratico e un nuovo patto sociale.

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