venerdì 12 settembre 2008

Approvato il bilancio consuntivo 2007: osservazioni e proposte

Il 10 settembre scorso il Consiglio comunale ha discusso e approvato, a maggioranza, il rendiconto di gestione 2007. I rappresentanti dell’opposizione, così come già rilevarono in sede di deliberazione del bilancio preventivo, hanno ribadito la loro contrarietà sia nei contenuti che nella forma al documento illustrato dall’assessore al bilancio Massimo Mazzilli, il quale ha ricordato che la “rendicontazione si basa su una visione unitaria dell’Amministrazione, che valuta il sistema sociale e politico come una pluralità di attori interagenti fra loro su un piano di pari dignità, fermi restanti i criteri di efficacia, efficienza ed economicità dell’azione amministrativa e di rispetto del patto di stabilità”.

L’opposizione, dopo aver criticato il notevole ritardo nell’avvio della discussione ed i tempi contingentati per lo studio del bilancio e per la presentazione di proposte alternative e di emendamenti allo stesso da parte dei consiglieri comunali, ha anche stigmatizzato la mancata attuazione delle leggi relative all’ordinamento contabile degli enti locali.


Il riferimento - mi permetto di ricordare - è alla Direttiva del 17 febbraio 2006 del Ministero della Finzione Pubblica relativa alla rendicontazione sociale nelle Amministrazioni pubbliche, nella quale sono dettatele linee guida per la stesura del bilancio sociale visto come completamento del processo di trasparenza iniziato negli anni ’90 con la legge 241/’90, e all’art. 162 del D. Lgs n. 267/2000, che al comma 7 sancisce che “gli enti assicurano ai cittadini ed agli organismi di partecipazione, di cui all’art. 8, la conoscenza dei contenuti significativi e caratteristici del bilancio annuale e dei suoi allegati con le modalità previste dallo statuto e dai regolamenti”. Abbiamo letto quest’ultimo riferimento nella premessa alla Relazione Tecnica al Bilancio annuale di previsione 2008 (circa 80 pagine), “la cui finalità – è scritto – è perfettamente in linea con la politica di bilancio della nostra Amministrazione comunale, finalizzata al maggior coinvolgimento dei cittadini”.

Molto interessante ci appare – a questo proposito - il richiamo fatto nella citata “premessa” ad un recente studio dell’Università Bocconi di Milano, pubblicato nel maggio 2005, il quale ha evidenziato che “il “Bilancio per il cittadino” deve avere le seguenti caratteristiche: Chiarezza- il bilancio non deve contenere solo numeri, ma anche informazioni semplici, sintetiche e fruibili da tutti; Efficacia – il bilancio deve evidenziare dati che interessano il cittadino, come: il carico tributario pro capite; utilizzazione delle risorse raccolte attraverso i tributi comunali; come viene finanziato un servizio; confronto con la situazione di altri comuni; Trasparenza – oltre agli obiettivi del Comune, bisogna comunicare gli interventi e le azioni effettivamente realizzati”.

Ma quest’anno, a differenza dei precedenti, i cittadini non hanno potuto fruire di alcun documento cartaceo (Bic, Opuscolo informativo sul Bilancio di previsione, pubblicazione integrale dei Piani Annuali delle Opere Pubbliche), e, men che meno, vedere attuato il cosiddetto “Bilancio partecipato”, tante volte da noi sollecitato.

Quello che continueremo a proporre – a costo di apparire pedanti – ma sempre in riferimento allo Statuto comunale ed alle vigenti disposizioni sopra richiamate dalla stessa Amministrazione comunale è la costituzione di un “Laboratorio urbano”, formato da cittadini desiderosi di uscire dalla condizione di dipendenza, superficialità, qualunquismo, deresponsabilizzazione, disaffezione alla politica e da tutte quelle espressioni della società civile realmente impegnate nella rimozione delle cause del disagio e nell’affermazione, tutela, difesa e promozione di diritti di cittadinanza.

In nessuno dei precedenti bilanci abbiamo trovato gli stanziamenti relativi agli “Istituti di partecipazione” previsti nello Statuto comunale: Bilancio partecipato, Consulte comunali della Cultura, dello Sport, delle Attività produttive, dei Disabili, dell’Ambiente, Difensore Civico, Consiglio comunale dei ragazzi, Forum giovanile. Un segnale in questa direzione creerebbe sicuramente le condizioni per la realizzazione di un circolo virtuoso attraverso un’azione istituzionale costante, determinata, concertata, fatta di attenzione, rispetto e di cittadinanza attiva, che mobilita le grandi risorse intellettuali e civili che la nostra città possiede in grande misura al suo interno.

L’introduzione della rendicontazione sociale permette di stimolare il dibattito sulla qualità dell’intervento pubblico, sui compiti che esso deve assumersi in via prioritaria e sulle logiche ad esso sottese attraverso le tipologie dell’intervento attuate. Si ha, in tal modo, il superamento della prospettiva, piuttosto riduttiva, dei soli criteri sopra citati dell’efficacia, dell’efficienza ed economicità dell’azione amministrativa.

L’adozione di una rendicontazione sociale, se non vuole ridursi ad un mero elenco propagandistico di azioni compiute e di buone intenzioni, comporta l’impianto di un sistema complesso in cui i vari attori siano motivati e disposti ad un coordinamento.

Anche la continuità politica è un elemento importante per l’uso corretto della contabilità sociale, al fine di impedirne un uso distorto per fini meramente propagandistici ed elettorali.

E’ evidente, in conclusione, che questo metodo di lavoro produrrebbe maggiore fiducia dei cittadini e tra loro e le istituzioni, accentuerebbe il loro senso di responsabilità – che è l’altra faccia dei diritti di cittadinanza – in ciascuno e in tutti. Innesterebbe, insomma, circuiti di partecipazione sistematica, strutturata e regolamentata, solidarietà responsabile, autogoverno e sussidiarietà.

Non si tratta solo di mettere tutti d’accordo, ma di ascoltare tutti i portatori d’interesse (stakeholders), perché spesso sono in grado di proporre soluzioni che soltanto chi è coinvolto direttamente e conosce tutte le variabili in gioco è in grado di suggerire.

Lì, 11/09/2008

VITO DEL LEO - Presidente Centro Studi Politici “A. Moro”

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