Il Consiglio comunale nella seduta del 27 giugno scorso, tra gli altri punti iscritti all’o.d.g., ha discusso e approvato all’unanimità
In quella sede, cui sicuramente saranno invitati il coordinatore Luca Scandale e i componenti lo staff di ricerca, sviluppo e comunicazione dell’intero Piano Ba 20015, verrà ricordato che il Testo unico sull’ordinamento degli Enti locali dell’agosto del 2000, prevede che con l’istituzione di 9 Città Metropolitane: Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli e Bari, le relative province saranno abolite.
La proposta di istituzione della Città metropolitana è sottoposta a referendum di cui deve occuparsi ciascun Comune partecipante, entro trenta giorni dalla sua approvazione. Se la proposta riceve il voto favorevole della maggioranza degli aventi diritti al voto, espressa dalla metà più uno dei Comuni partecipanti, essa è presentata dalla Regione entro i successivi 90 giorni ad una delle due Camere per l’approvazione con legge. Il Testo unico prevede che
Avremmo gradito che queste informazioni ci fossero state fornite prima della discussione consiliare, unitamente alla spiegazione delle finalità del Piano Strategico Metropoli Terra di Bari.
Da una nostra ricerca in merito è emerso che molte città europee negli ultimi anni hanno dato vita a piani strategici capaci di mettere insieme una serie di interventi e di procedure finalizzate alla progettazione e al governo di processi di forte trasformazione sociale e territoriale.
L’Area Metropolitana Terra di Bari è una realtà che interessa oltre un milione di persone, 31 Comuni e un territorio di oltre
Il Piano Strategico BA/2015 è quindi un’occasione per costruire un futuro partecipato, da oggi al 20015; dopo essere stato concertato, viene infatti firmato congiuntamente da tutti gli attori principali che lo condividono.
Le idee, le opinioni, le competenze di tutti i soggetti della vita sociale, culturale, economica, scientifica e politica della città, messe in comune, si trasformano in scelte condivise per un progetto concreto di sviluppo del territorio, così come si sta facendo a Corato per il Pug e ci auguriamo si possa fare in futuro con il Bilancio sociale, proposto nella stessa seduta consiliare dal consigliere Francesco Mazzilli (PD).
Molteplici e rilevanti sono i temi di ricerca individuati dal Piano Strategico tra cui il rispetto dell’ambiente, un’organizzazione equa della società per rafforzare i diritti fondamentali, una crescita culturale e artistica, il sostegno all’innovazione e alla ricerca, uno sviluppo economico sostenibile, un sistema coerente di infrastrutture e trasporti, la multiculturalità in una prospettiva mediterranea e internazionale.
Quali sono i Comuni che vi hanno aderito? Sono questi: Acquaviva delle Fonti, Adelfia, Bari, Binetto, Bitonto, Bitritto, Capurso, Casamassima, Cassano Murge, Cellamare, Conversano, Corato, Gioia del Colle, Giovinazzo, Grumo Appula, Modugno, Mola di Bari, Molfetta, Noicattaro, Palo del Colle, Rutigliano, Ruvo di Puglia, Sammichele di Bari, Sannicandro di Bari, Terlizzi, Toritto, Triggiano, Turi e Valenzano.
E gli attori chi sono? Il Piano Strategico è composto da: Cabina di regia, organo decisionale costituito dal Presidente della Provincia di Bari e dai Sindaci dei Comuni di Bari, Bitonto e Gioia
del Colle; il Consiglio Metropolitano dei Sindaci, in cui siedono i 31 Sindaci dei Comuni dell’Area Metropolitana Terra di Bari; il Comitato Scientifico, che riunisce esperti nazionali e internazionali
di pianificazione strategica del territorio e della società; lo Staff di Ricerca e lo Staff dell’Area Partecipazione Attiva, formato da 18 giovani professionisti e ricercatori che offrono la loro competenza nei rispettivi settori per il rilancio della Terra di Bari.
Piano Strategico significa soprattutto coinvolgimento, partecipazione, ascolto, confronto, dialogo, integrazione, coordinamento, visioni future, sviluppo, attrattività, sinergie, concretezza, azioni, soluzioni, evoluzione, identità.
I Forum sono agorà, piazze reali in cui ognuno può esprimere la propria opinione. Vogliono essere solo una delle modalità per mettere in rete idee, proposte e progetti per costruire il nostro futuro partendo dal presente.
Il nostro auspicio è che nel forum che si terrà il prossimo 18 luglio, ognuno degli intervenuti (speriamo in molti) provi a mettere da parte l’io, per abbracciare la filosofia del noi, provi a de-istituzionalizzarsi, provi a ragionare mettendo a sistema proposte e criticità. Nei forum si parla, ma soprattutto si ascolta,nessuno ha la ricetta per risolvere i problemi, tutti sono lì per ascoltare.
Sono queste delle grosse opportunità di elaborazione condivisa che trovano applicazione concreta nei Forum metropolitani, in cui tutti gli attori partecipano alla pari all’interno di spazi tematici aperti per un confronto che continua nel tempo. L’obiettivo è raccogliere il maggior numero di idee e proposte, di tradurre poi in progetti concreti, su molteplici temi, come ad esempio, lo sviluppo industriale; la ricerca e l’innovazione; l’assetto idrogeologico, le lame e le coste; le infrastrutture e i trasporti; il marketing territoriale; la qualità della vita; la formazione e il lavoro; l’ambiente e l’energia; l’agroindustria; la cultura e l’industria creativa; il turismo; i giovani.
“Questo – come ha giustamente detto l’assessore Massimo Mazzilli – è un treno che non va assolutamente perso”. Il voto espresso favorevolmente dalle minoranze ne afferma la responsabile condivisione. Noi ci permettiamo di semplicemente sottolineare che esso impone alla Pubbliche Amministrazioni di partecipare attivamente ai processi di pianificazione e programmazione sia sul piano tecnico che su quello politico, ma soprattutto, di rafforzare la rete interna ed esterna degli attori, attraverso circuiti informativi accessibili, e dare visibilità ai risultati ottenuti in itinere, mettendo, per esempio, il materiale e le informazioni raccolte a disposizione di tutti sul sito web del Comune, nel quale si possa lasciare il proprio commento, in modo da rendere la discussione virtuale la più reale possibile.
La dimensione partecipativa non è, dunque, soltanto funzionale ad una domanda di democrazia e di trasparenza, ma anche a rafforzare l’aggregazione tra gli attori e con essa la coesione tra le varie istanze.
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