mercoledì 31 ottobre 2012

IL BILANCIO PARTECIPATO AI NASTRI DI PARTENZA



     Accettiamo di buon grado l’invito formulato dal sindaco Ninni Gemmato a partecipare, non solo con una presenza attiva ma anche con proposte concrete, al pubblico dibattito sul bilancio di previsione previsto per il giorno 24 ottobre in p.zza Cavour. E’ una grande novità quella che si prospetta ed è sicuramente indice di una volontà, sempre ignorata dai precedenti amministratori nonostante le nostre continue sollecitazioni in tal senso.
     Il bilancio partecipato, in sostanza, è un primo tentativo di coinvolgimento dei cittadini nella governance locale, che ci auguriamo prosegua investendo tutti i settori della vita amministrativa e che veda partecipi il maggior numero possibile di terlizzesi, a prescindere dal proprio orientamento politico.
     Il bilancio partecipativo, infatti, è uno strumento, come il nome stesso suggerisce, per promuovere la partecipazione dei cittadini alle politiche pubbliche locali, e in particolare, al bilancio preventivo dell’ente cioè alla previsione di spesa e agli investimenti pianificati dall’amministrazione.
     Si può parlare di Bilancio Partecipativo quando su un territorio viene praticato un percorso di dialogo sociale che tocca il ‘cuore’ economico/finanziario dell’amministrazione, puntando a costruire forti legami ‘verticali’ tra istituzioni ed abitanti, e contemporaneamente solidi legami ‘orizzontali’ tra i cittadini le loro organizzazioni sociali, i quali  possono così partecipare alla previsione di investimento, influenzare le scelte e le priorità politiche e quindi “decidere” attivamente le politiche future.
     Il bilancio partecipativo è anche uno strumento di rendicontazione sociale perché prevede momenti e materiale di informazione rivolti alla cittadinanza, riguardanti l’operato dell’ente, gli investimenti fatti e gli interventiprevisti.
     Attraverso il bilancio partecipativo è possibile costruire un rapporto diretto tra cittadini e governance locale, riavvicinare le persone e l’elettorato alla politica e al governo del territorio. Esso rappresenta uno strumento privilegiato per favorire una reale apertura della macchina istituzionale alla partecipazione diretta ed effettiva della popolazione nell’assunzione di decisioni sugli obiettivi e la distribuzione degli investimenti pubblici, superando le tradizionali forme solo ‘consultive’ e creando un ponte tra democrazia diretta e quella rappresentata.
     Il pericolo che può presentarsi nell’uso di questo strumento consiste nella mancata attuazione delle proposte raccolte, e nel mancato allineamento del bilancio e delle politiche pubbliche alle decisioni prese dai cittadini; altrettanto pericoloso, data la connotazione politica erroneamente attribuita a questo strumento di governance, è che la promozione del processo partecipativo rimanga un impegno elettorale annunciato che non viene poi realmente realizzato, trasformandosi in questo modo da strumento di partecipazione e democrazia diretta a strumento di propaganda politica.
     Come Centro Studi Politici “A. Moro” ci auguriamo che la
Direttiva del 17/2/ 2006 del Ministero della Funzione Pubblica relativa alla rendicontazione sociale nelle Amministrazioni pubbliche, nella quale sono dettate le linee guida per la stesura del Bilancio sociale visto come completamento del processo di trasparenza iniziato negli anni ’90, sia perseguita con puntualità e sistematicità nel corso della vita amministrativa del Comune di Terlizzi e diventi esempio e modello per i Comuni viciniori.

     L’ascolto dei cittadini, infatti, diventa sempre più una necessità per una comunità che voglia riscoprire il suo essere pienamente soggetto di testimonianza democratica, il nostro auspicio è che si vada sempre più verso un modo di amministrare che sappia coniugare lo sviluppo con la solidarietà; che guardi ai diritti di tutti e non ai privilegi di pochi, che promuova una crescita socio-culturale; che sostenga il sistema agricolo, imprenditoriale e commerciale, che tuteli la salute dei cittadini e ne migliori la qualità della vita; che abbia nel lavoro, nell’occupazione, nella difesa dell’ambiente e del territorio le priorità della sua programmazione politico – amministrativa.
     Questi obiettivi potranno essere raggiunti attraverso una cultura del progetto, un piano strategico che colleghi efficienza e solidarietà, sviluppo e compatibilità sociali e finanziarie. Il lavoro per progetti – è noto – facilita il passaggio dalla semplice risposta alla promozione e alla sensibilizzazione della cittadinanza e della società civile. E’ importante superare la concezione particolaristica degli interventi a pioggia, dei contributi occasionali, dei patrocini “morali” per procedere secondo una visione progettuale, che parta da una conoscenza oggettiva, seria e documentata dei bisogni delle persone e delle realtà associative.
     Il Centro Studi Politici “A. Moro” ha più volte proposto di delineare, attraverso accordi di programma specifici con le diverse realtà territoriali, un piano di lavoro comune finalizzato a rendere più proficua la collaborazione e più sistematica la partecipazione dei cittadini alle scelte amministrative. Quello che continuiamo a proporre, in coerenza con lo Statuto comunale, è la costituzione di un Laboratorio urbano, formato da cittadini desiderosi di uscire dalla condizione di dipendenza, superficialità, qualunquismo, deresponsabilizzazione, disaffezione alla politica ed anche da tutte quelle espressioni della società civile realmente impegnate nella rimozione delle cause del disagio, nell’affermazione, tutela, difesa e promozione dei diritti di cittadinanza.
     I tempi sono maturi per il riconoscimento di uno spazio democratico per un volontariato che non sia solo testimonianza sociale negli interventi e nei servizi a favore della comunità, ma contestualmente soggetto politico, protagonista del cosiddetto “bilancio partecipato”. Un bilancio, cioè, in cui la politica si fa incontro, ascolto, ma soprattutto azione diretta, partecipazione autentica che consenta ai cittadini di scegliere democraticamente come e dove investire le risorse del proprio municipio.
     Concludendo, da queste brevi note si dovrebbe dedurre che l’inclusione non è un valore in sé ma un’opportunità che l’Amministrazione deve cogliere per anticipare i conflitti e recepire le possibili indicazioni che vengono da chi subirà le conseguenze delle decisioni prese. Non si tratta solo di mettere tutti d’accordo, ma di ascoltare tutti i portatori di interesse, perché spesso sono in grado di proporre soluzioni che soltanto chi è coinvolto direttamente e conosce tutte le variabili in gioco è in grado di suggerire.   

mercoledì 24 ottobre 2012

IL BILANCIO PARTECIPATO AI NASTRI DI PARTENZA



     Accettiamo di buon grado l’invito formulato dal sindaco Ninni Gemmato a partecipare, non solo con una presenza attiva ma anche con proposte concrete, al pubblico dibattito sul bilancio di previsione previsto per il giorno 24 ottobre in p.zza Cavour. E’ una grande novità quella che si prospetta ed è sicuramente indice di una volontà, sempre ignorata dai precedenti amministratori nonostante le nostre continue sollecitazioni in tal senso.
     Il bilancio partecipato, in sostanza, è un primo tentativo di coinvolgimento dei cittadini nella governance locale, che ci auguriamo prosegua investendo tutti i settori della vita amministrativa e che veda partecipi il maggior numero possibile di terlizzesi, a prescindere dal proprio orientamento politico.
     Il bilancio partecipativo, infatti, è uno strumento, come il nome stesso suggerisce, per promuovere la partecipazione dei cittadini alle politiche pubbliche locali, e in particolare, al bilancio preventivo dell’ente cioè alla previsione di spesa e agli investimenti pianificati dall’amministrazione.
     Si può parlare di Bilancio Partecipativo quando su un territorio viene praticato un percorso di dialogo sociale che tocca il ‘cuore’ economico/finanziario dell’amministrazione, puntando a costruire forti legami ‘verticali’ tra istituzioni ed abitanti, e contemporaneamente solidi legami ‘orizzontali’ tra i cittadini le loro organizzazioni sociali, i quali  possono così partecipare alla previsione di investimento, influenzare le scelte e le priorità politiche e quindi “decidere” attivamente le politiche future.
     Il bilancio partecipativo è anche uno strumento di rendicontazione sociale perché prevede momenti e materiale di informazione rivolti alla cittadinanza, riguardanti l’operato dell’ente, gli investimenti fatti e gli interventiprevisti.
     Attraverso il bilancio partecipativo è possibile costruire un rapporto diretto tra cittadini e governance locale, riavvicinare le persone e l’elettorato alla politica e al governo del territorio. Esso rappresenta uno strumento privilegiato per favorire una reale apertura della macchina istituzionale alla partecipazione diretta ed effettiva della popolazione nell’assunzione di decisioni sugli obiettivi e la distribuzione degli investimenti pubblici, superando le tradizionali forme solo ‘consultive’ e creando un ponte tra democrazia diretta e quella rappresentata.
     Il pericolo che può presentarsi nell’uso di questo strumento consiste nella mancata attuazione delle proposte raccolte, e nel mancato allineamento del bilancio e delle politiche pubbliche alle decisioni prese dai cittadini; altrettanto pericoloso, data la connotazione politica erroneamente attribuita a questo strumento di governance, è che la promozione del processo partecipativo rimanga un impegno elettorale annunciato che non viene poi realmente realizzato, trasformandosi in questo modo da strumento di partecipazione e democrazia diretta a strumento di propaganda politica.
     Come Centro Studi Politici “A. Moro” ci auguriamo che la
Direttiva del 17/2/ 2006 del Ministero della Funzione Pubblica relativa alla rendicontazione sociale nelle Amministrazioni pubbliche, nella quale sono dettate le linee guida per la stesura del Bilancio sociale visto come completamento del processo di trasparenza iniziato negli anni ’90, sia perseguita con puntualità e sistematicità nel corso della vita amministrativa del Comune di Terlizzi e diventi esempio e modello per i Comuni viciniori.

     L’ascolto dei cittadini, infatti, diventa sempre più una necessità per una comunità che voglia riscoprire il suo essere pienamente soggetto di testimonianza democratica, il nostro auspicio è che si vada sempre più verso un modo di amministrare che sappia coniugare lo sviluppo con la solidarietà; che guardi ai diritti di tutti e non ai privilegi di pochi, che promuova una crescita socio-culturale; che sostenga il sistema agricolo, imprenditoriale e commerciale, che tuteli la salute dei cittadini e ne migliori la qualità della vita; che abbia nel lavoro, nell’occupazione, nella difesa dell’ambiente e del territorio le priorità della sua programmazione politico – amministrativa.
     Questi obiettivi potranno essere raggiunti attraverso una cultura del progetto, un piano strategico che colleghi efficienza e solidarietà, sviluppo e compatibilità sociali e finanziarie. Il lavoro per progetti – è noto – facilita il passaggio dalla semplice risposta alla promozione e alla sensibilizzazione della cittadinanza e della società civile. E’ importante superare la concezione particolaristica degli interventi a pioggia, dei contributi occasionali, dei patrocini “morali” per procedere secondo una visione progettuale, che parta da una conoscenza oggettiva, seria e documentata dei bisogni delle persone e delle realtà associative.
     Il Centro Studi Politici “A. Moro” ha più volte proposto di delineare, attraverso accordi di programma specifici con le diverse realtà territoriali, un piano di lavoro comune finalizzato a rendere più proficua la collaborazione e più sistematica la partecipazione dei cittadini alle scelte amministrative. Quello che continuiamo a proporre, in coerenza con lo Statuto comunale, è la costituzione di un Laboratorio urbano, formato da cittadini desiderosi di uscire dalla condizione di dipendenza, superficialità, qualunquismo, deresponsabilizzazione, disaffezione alla politica ed anche da tutte quelle espressioni della società civile realmente impegnate nella rimozione delle cause del disagio, nell’affermazione, tutela, difesa e promozione dei diritti di cittadinanza.
     I tempi sono maturi per il riconoscimento di uno spazio democratico per un volontariato che non sia solo testimonianza sociale negli interventi e nei servizi a favore della comunità, ma contestualmente soggetto politico, protagonista del cosiddetto “bilancio partecipato”. Un bilancio, cioè, in cui la politica si fa incontro, ascolto, ma soprattutto azione diretta, partecipazione autentica che consenta ai cittadini di scegliere democraticamente come e dove investire le risorse del proprio municipio.
     Concludendo, da queste brevi note si dovrebbe dedurre che l’inclusione non è un valore in sé ma un’opportunità che l’Amministrazione deve cogliere per anticipare i conflitti e recepire le possibili indicazioni che vengono da chi subirà le conseguenze delle decisioni prese. Non si tratta solo di mettere tutti d’accordo, ma di ascoltare tutti i portatori di interesse, perché spesso sono in grado di proporre soluzioni che soltanto chi è coinvolto direttamente e conosce tutte le variabili in gioco è in grado di suggerire.   

sabato 13 ottobre 2012

ELEZIONI AMMINISTRATIVE: LE SFIDE CHE CI ATTENDONO



     All’indomani dei pubblici incontri promossi da alcuni partiti e liste civiche coratine ed alla vigilia dell’assemblea del Partito Democratico, prevista per il giorno 20 ottobre, che prevede tra gli altri punti iscritti all’o.d.g. anche l’individuazione dei candidati disponibili alla carica di sindaco, che dovranno poi competere nelle primarie di coalizione, tutte ancora da definire, concordare  e regolamentare, come Centro Studi Politici “A. Moro” intendiamo offrire - come sempre – il nostro contributo di idee e di proposte in vista delle prossime elezioni amministrative, che dovranno necessariamente basarsi sul confronto programmatico  tra le coalizioni, le singole forze politiche ed i candidati sindaci.
     Prioritario, a nostro modesto parere, deve essere l’orientamento di tutti gli aspiranti amministratori alla cultura del progetto per riscrivere il profilo di una nuova cittadinanza capace di creare una nuova Corato.
L’obiettivo imprescindibile deve essere quello di creare un programma di governo che coniughi efficienza e solidarietà, sviluppo e compatibilità ambientali, sociali, culturali e finanziarie. In pratica, un nuovo modo di fare politica e di governare un paese  in cui deve essere possibile crescere, studiare, lavorare, creare imprese, trovare casa, passeggiare senza  paura e timori per la salute, divertirsi e socializzare e, soprattutto, in cui i cittadini sono sistematicamente coinvolti nei processi decisionali.
     Ciò che chiediamo, insomma è che si passi dalla politica parlata ai fatti, effettuando scelte decisive strategiche fondamentali per l’elaborazione di un progetto politico-programmatico a breve, medio e lungo termine, condiviso unitariamente e veramente capace di restituire fiducia alla politica e di favorire lo sviluppo del territorio e la crescita della speranza nelle nuove generazioni.
     Una comune visione della città da costruire, la condivisione di regole chiare, la dimostrazione da parte di tutti di avere capacità di ascolto, dialogo e confronto per raggiungere insieme l’obiettivo di una città solidale, colta, operosa, sana, sicura, armoniosa, pacifica ed amica amministrata da persone oneste, competenti e democratiche è quanto si aspettano tutti i delusi dalla politica.
     Oggi fare il consigliere comunale, l’assessore, il sindaco significa essere manager di altissimo profilo in grado di risolvere le varie problematiche irrisolte in modo da far fare alla città un salto di qualità notevole. Non serve il presenzialismo comunque ed ovunque per questa o quella riunione o quella manifestazione, serve praticità, serve un atteggiamento per risolvere le problematiche e non parlare in sterili riunioni per non decidere nulla.
     Non basta volere più verde in città, bisogna combattere le speculazioni edilizie; non basta voler preservare il centro storico, bisogna anche sottrarre le periferie al degrado; non basta cercare la sicurezza combattendo la microcriminalità, bisogna lottare contro ogni forma di segregazione ed esclusione sociale, non basta offrire spazi di vita, occorre anche il lavoro per poter vivere.
     Insomma, dobbiamo tutti farci promotori di un nuovo patto sociale che si muova lungo queste tre direttrici: diritti di cittadinanza, lavoro e sviluppo.
     Occorre un vero patto istituzionale tra l’Ente locale, le Consulte comunali ed il Terzo Settore, da cui scaturisca un tavolo permanente di confronto programmatico per rendere più adeguata la risposta amministrativa alla domanda sociale, soprattutto dei giovani e delle fasce più deboli della nostra società.
    Rinnoviamo a questo punto, le proposte già avanzate in una precedente nota: questi i temi fondamentali:
·         Aumentare la partecipazione dei cittadini alla vita amministrativa, con forme di democrazia reale.
·         Creare un rapporto continuativo tra elettore ed eletto.
·         Permettere la sostituzione del consigliere comunale inadempiente attraverso verifiche periodiche del suo operato.
·         Rendere pubblici i programmi elettorali che, in ogni caso, devono essere pubblici, sintetici e comprensibili. Testo non più lungo di cinque-sei pagine con obiettivi, impegni di azione e di opposizione, tempi di realizzazione e risultati previsti. I diversi programmi dovranno essere  pubblicati sul sito del Comune e diffusi dall’ufficio elettorale del Comune e consegnati ad ogni elettore insieme al certificato elettorale.
·         Ogni sei mesi gli eletti dovranno redigere una relazione sul loro operato, seguendo gli stessi criteri di sinteticità e chiarezza dei programmi elettorali, descrivendo gli obiettivi raggiunti, gli impedimenti incontrati, le iniziative in corso e specificando il numero delle presenze rispetto alle sedute complessive dell’organo di appartenenza (consiglio comunale e commissioni consiliari). Tali relazioni dovranno essere diffuse dall’Ufficio elettorale e pubblicate sul sito del Comune. Dovranno essere previsti anche dei forum aperti alla cittadinanza nei quali poter chiedere chiarimenti e fare proposte costruttive. Il collegamento radiofonico e televisivo dovrà essere sempre garantito.
·         Dato il maggiore impegno politico-amministrativo comportato da questo regolamento, non potranno essere cumulate diverse cariche elettive (es. un consigliere comunale non potrà essere contemporaneamente consigliere provinciale o regionale, o assessore provinciale o regionale, o deputato nazionale, o parlamentare europeo).
     Appare evidente che l’obiettivo di questa nostra proposta è quello di realizzare un “Patto tra elettori ed eletti” per creare occasioni di dialogo e partecipazione, ciascuno con le proprie competenze, a tavoli di confronto e di lavoro, per formalizzare un impegno che non sia una generica dichiarazione d’intenti, ma si traduca in progetti condivisi, realizzabili, messi in atto e verificati.
     In definitiva, si tratta di una proposta educativa autentica e originale, capace di incidere positivamente nella vita della comunità, di innescare un dialogo tra le generazioni, di far crescere in tutti, e in particolare nei giovani, il senso di attenzione alla cosa pubblica, di partecipazione responsabile, di cura del Bene comune, di rispetto delle regole.
     Il testo proposto è, ovviamente un documento “aperto”: tutti possono contribuire ad arricchirlo, indicando forme di impegno e di responsabilità.

mercoledì 10 ottobre 2012

: Proposte per la promozione di una vera e propria “Cultura della Città”.



Improvvisazione addio. Sono queste le due parole – chiave che devono essere poste alla base della programmazione culturale della prossima amministrazione comunale.
     Come Centro Studi Politici “A. Moro” continuiamo a sollecitare  azioni di sistema, coerenti con la storia e il patrimonio culturale e monumentale della città e che siano innanzitutto rispondenti alla vocazione del territorio.
     Purtroppo, però, nonostante la buona volontà e l’impegno dei responsabili amministrativi e degli attori coinvolti nella programmazione e gestione dei diversi gli eventi stagionali, anche quest’anno la consultazione dei soggetti pubblici e privati è stata realizzata solo all’ultimo momento.
     Come è possibile – continuiamo a chiederci – realizzare una collaborazione strategica ai diversi livelli d’intervento, al fine dell’attuazione di modelli innovativi di gestione che favoriscano lo sviluppo turistico, sociale ed economico dell’intero territorio? Com’è possibile creare conseguentemente le opportune sinergie tra i vari soggetti preposti alle attività culturali e produttive (il cosiddetto terziario), della realtà coratina? La risposta a queste domande fondamentali sta nella capacità di istituire un sistema relazionale e partecipativo basato sulle alleanze, sulla promozione di una vera e propria “Cultura della Città”. Non solo. Ma anche sulla valorizzazione del nostro ricco patrimonio storico-artistico, sempre lavorando nella prospettiva di una progettualità organica, per giungere ad un sistema realmente integrato in un contesto territoriale più ampio, come già previsto con le partecipazioni all’Agenzia Puglia Imperiale, Turismo, Area Vasta, Piani Integrati Plurifondo, Pit, Pis, ecc.
     Dei passi avanti in questa direzione sono stati fatti sicuramente con l’apertura del Museo della Città e del Territorio che, grazie ai giovani e bravi collaboratori della Pro Loco e dell’Archeoclub, sta diventando sempre più un luogo di aggregazione e di scambi culturali, favorendo così la ripresa della fiducia nelle istituzioni e promuovendo anche le varie forme di espressione giovanile. Il nostro Polo museale, siamo tutti convinti, accanto a quello bibliotecario e al nascituro teatro comunale devono affermarsi progressivamente come contenitori attivi, propulsori di creatività, ricerca e innovazione, capaci di fungere da traino e motore per lo sviluppo non solo culturale ma anche di rilevanti settori produttivi del nostro territorio, nonché catalizzatore di risorse da investire per la valorizzazione e la promozione della nostra cultura e storia. Si darà così maggiore senso all’Ufficio di Informazione Turistica affidato alle capaci mani della Pro Loco Quadratum presieduta dall’instancabile Aldo Strippoli.
     Ma tutto questo non basta. Vanno incentivate le attività di ricerca collegate al patrimonio librario, documentario ed archivistico, che in 15 anni potrà fruire degli oltre trecentomila euro lasciati in eredità dal compianto e generoso ex bibliotecario Vincenzo De Palo. In tale quadro occorre costituire un sistema bibliotecario integrato che colleghi anche le principali biblioteche locali, progressivamente, con le realtà degli altri Comuni del Comprensorio e con le biblioteche universitarie. E’ quanto ci aspettiamo dall’Amministrazione comunale, dalla Consulta della Cultura e dalle sue Commissioni speciali, dalle istituzioni scolastiche e dalle associazioni culturali, che dovranno continuare ad essere il luogo della riflessione, della proposta e punto di riferimento costante non solo per l’organizzazione degli eventi programmati ma anche per i tanti talenti di cui la nostra città è tanto ricca.
     L’attuale crisi economica rende urgente una forte alleanza tra le istituzioni e gli operatori del settore per la definizione di una strategia e di un piano di iniziative unitario, sul quale far confluire le diverse proposte.
     Sembra urgente, dunque, uscire dalla crisi razionalizzando la gestione, favorendo sinergie tra i diversi attori, eliminando sprechi e, soprattutto, ottimizzando i fondi drasticamente ridotti.
     La cultura e il turismo devono costituire un importante volano per far fronte alle conseguenze del difficile ciclo economico.
     La sfida, come abbiamo avuto modo di segnalare in una precedente nota,  è quella di mettere a sistema le risorse e saper valorizzare le intelligenze locali, con lo scopo di “capitalizzare” al massimo i benefici dell’investimento culturale in termini di occupazione e di generazione di nuovi flussi economici, oltre che di immagineturistica.
     Investimenti sulle già esistenti risorse umane locali, tenendo presente e coinvolgendo le realtà culturali già esistenti (Associazioni, gruppi, scuole ecc.), e creare quindi forti e produttive collaborazioni tra l’ente pubblico e l’ente privato. Forte investimento sui giovani, dando voce alla popolazione giovanile, mettendola in gioco e rendendola la vera protagonista della scena artistica, offrendo innovazione ed educazione di alto livello. Incentivi per i numerosi giovani talenti. Riconoscendo e valorizzando i giovani talenti in campo artistico e non, in modo da ricostruire un orgoglio di appartenenza alla comunità così da incentivare gli stessi giovani ad investire sulla terra che li ha accompagnati durante la crescita. Istituzione di una “Accademia Artistica” comunale. Il più alto obiettivo che si potrebbe raggiungere sarebbe quello dell’istituzione di una “Accademia delle Arti”, una istituzione che riunisca in sé scuole di musica, di danza e di arti figurative, gestita dall’ente comunale, così da semplificare l’accesso per l’utenza e creare una istituzione che, al sud Italia, ancora non si vede. Promozione di stagioni concertistiche, mostre, presentazioni culturali di ogni genere, organizzandone la programmazione attraverso linee guida specifiche per non disperdere risorse.
     Per dare un senso a queste iniziative occorre organizzarle con professionisti del settore e inserirle in vere “stagioni artistiche”, cioè in periodi dell’anno dedicati a determinati temi, coinvolgendo gli enti e le personalità già presenti nella comunità. Valorizzazione della cultura popolare coratina e della tradizione antica, per sottolineare che la Cultura è anche quella che si respira nel cuore più profondo del paese, fatta di gastronomia, di suoni, di abiti, di tradizioni, che devono essere in tutti i modi valorizzate, divulgate, ed innovate. La cultura popolare merita quindi il più alto degli interessi.
     Una volta ultimati i lavori di ristrutturazione del Teatro comunale, sarà il più suggestivo luogo da dedicare agli eventi culturali. Convegni, presentazioni, mostre, concerti, seminari, recite, spettacoli… Una immensa risorsa, da utilizzare con intelligenza e criterio. Un grandissimo strumento che potrebbe spostare la vita cittadina nel centro storico del paese.
     Quando si comincerà a discutere di tutto questo non è ancora dato sapere. Ai posteri l’ardua sentenza!