venerdì 11 maggio 2012

Il 9 maggio: “Giorno della memoria per le vittime del terrorismo" E' il 34° anniversario della morte di Aldo Moro.


Mercoledì 9 maggio, giorno in cui fu ucciso il presidente della democrazia Cristiana Aldo Moro si celebra il “Giorno della memoria”, istituito con la legge n. 56 del 4 maggio 2007 “al fine di ricordare tutte le vittime del terrorismo, interno e internazionale, e delle stragi di tale matrice”
     Il 9 maggio. Sempre. Ogni anno. Anche il nostro Centro Studi che ne porta il nome, lo ricorda, per far capire, per  insegnarlo a chi non c'era, per considerarne inestinguibile  l’attualità politica. Oggi c’è più consapevolezza di cosa siano stati quegli anni e c’è il tentativo di costruire una storia comune. Oggi, nonostante tutto, pensiamo che ci siano segni positivi per il superamento di una stagione di anni laceranti e distruttivi come quelli dalla fine degli anni ‘60 agli anni ’80, culminati con il terrorismo delle Br e l’omicidio dell’on. Aldo Moro.
     Trentaquattro anni dopo, il Centro Studi Politici “Aldo Moro” di Corato, in memoria dello statista pugliese ucciso il 9 maggio 1978 dalle Brigate Rosse, ha voluto ricordare quello che fu l’inizio di una pagina buia della storia italiana. Il ritrovamento del suo corpo imbavagliato, nel bagagliaio di una Renault 4, in via Caetani, a Roma, a metà strada tra la sede della DC e quella del PCI, resta ancora tragicamente vivo nel ricordo di tutti gli italiani e dei suoi tantissimi amici pugliesi e coratini. Al convinto europeista, al Suo alto profilo politico ed istituzionale, al Suo insegnamento è intitolato il nostro Centro Studi Politici di Corato.
     Il senso di una commemorazione, a trentaquattro anni dalla morte del nostro maestro e amico on. prof. Moro, non è nostalgia o sentimentalismo, ma l’invito a cogliere il Suo messaggio umano e politico sempre attuale: quello, cioè, di far sì che ogni cittadino si occupi direttamente della realtà politica e sociale che lo circonda. Tante cose da allora sono cambiate. Sarebbe facile, drammatico gioco di esegesi andare a rileggere le espressioni che dall’infame prigione delle Brigate Rosse Aldo Moro dedicò alla società italiana e al suo partito, la Democrazia Cristiana.
     E’ superfluo commentare il fatto storico della cattura di Aldo Moro, della sua prigionia e della sua uccisione, nell’indifferenza delle autorità politiche e del suo partito.
     In una fase di indubbio logoramento delle istituzioni di crisi dei partiti e della politica, di degrado morale e civile, ci piace additarlo come fulgido esempio di cristiano, di democratico, di politico, di statista, soprattutto ai giovani, che lamentano, a ragione, la mancanza di “Maestri”, un’assenza di esempi e di lezioni che li sollecitino ad accostarsi alla politica con animo puro e generoso.
     Noi giovani di ieri, insieme a quelli di oggi, siamo ancora impegnati a fare nostra la Sua lezione, proponendo oggi più che mai l’unità nella diversità, il cambiamento nella solidarietà, l’identità nel pluralismo, il confronto delle idee, la cultura della legalità, della partecipazione e delle pari opportunità, il ripristino delle condizioni di agibilità politica per tutti i cittadini, il rinnovamento della classe dirigente, dei metodi di gestione, la trasparenza e l’efficienza amministrativa, la visione del potere finalizzata al bene comune, gestito da persone oneste, competenti e capaci. In altre parole, continueremo, attraverso il Centro Studi Politici, a divulgare e realizzare il pensiero e l’opera di Aldo Moro, il cui martirio non può essere né dimenticato, né offeso da comportamenti incoerenti e contraddittori.
     Se alla morte dell’uomo siamo rassegnati, non lo siamo per la morte della Politica, perché -come diceva il Nostro - “la politica è anche ideale”.
     Il Suo insegnamento, la Sua probità, le Sue intuizioni, il Suo sogno di un’Italia moderna e civile in un’Europa unita e solidale, il Suo disegno lungimirante e coraggioso, la Sua attenzione costante verso i giovani e i deboli ne fanno un punto di riferimento sempre attuale, specialmente per i democratici cristiani che lo seguirono, lo sostennero, lo difesero e che continuano a ricordarlo con orgoglio e commozione.
     Il Centro Studi Politici “Aldo Moro”, forte del Suo esempio, senza soluzione di continuità e con coerenza, insieme ai democratici di ieri e di oggi, lo ricorda a quanti non hanno avuto il privilegio di conoscerlo e a chi, forse, lo ha dimenticato.
     Ricordare Moro, a 34 anni dalla sua scomparsa, vuole anche dare un segnale preciso alla società, di cui Egli cercava sempre d’interpretarne idee e bisogni: “Noi non vogliamo essere gli uomini del passato, ma quelli dell’avvenire”. “Il domani non appartiene ai conservatori e ai tiranni: è degli innovatori attenti, seri, senza retorica”. E quel domani nella società civile appartiene, anche per questo, largamente, alla forza rivoluzionaria del Cristianesimo. Noi siamo diversi. Noi vogliamo essere diversi dagli stanchi e rari sostenitori di un mondo ormai superato” (Aldo Moro).
     Siamo certi che anche di questo si parlerà nel cinema “Elia” il giorno 9 maggio, alle ore 18,30, in occasione della presentazione del libro del prof. Paolo Acanfora “Un nuovo umanesimo cristiano Aldo Moro e “Studium” (1945-1948), curata dal presidente della Comunità Braccianti, prof. Giuseppe Scaringella, introdotta dall’ing. Aldo Campione e moderata dal dott. Giuseppe Loiodice.
     Grazie a tutti!

IL DIFENSORE CIVICO RELAZIONA IN CONSIGLIO COMUNALE


     Nella seduta del Consiglio comunale dello scorso 8 maggio  il Difensore Civico, avv. Antonio Dell’Accio, eletto il 19 febbraio 2009 e insediatosi il 30 aprile 2010, ha tenuto una relazione sull’attività svolta nell’anno 2011. Si è trattato di un atto dovuto previsto dal D. Lgs 267/2000, art. 11 e dallo Statuto del Comune, artt.62-67.
     Dalla relazione, durata appena dieci minuti, è emersa, da una parte, la soddisfazione del Difensore Civico per il lavoro svolto e la collaborazione ricevuta dagli organi amministrativi e burocratici del Comune, e, dall’altra, i nove interventi effettuati a favore dei cittadini sotto forma di comunicazioni (appena n.5) e di proposte (n.4).
     Dopo gli interventi dei capigruppo consiliari e di alcuni consiglieri, non tutti positivi, si è proceduto alla votazione per la presa d’atto della relazione che ha registrato, su 21 consiglieri presenti, 15 voti a favore e 6 astensioni.
     In particolare, è stato fatto rilevare dai due consiglieri di opposizione Luigi Patruno e Cataldo Mazzilli, fermo restante il rispetto verso il professionista avv. Dell’Accio, la scarsa efficienza di questo importante istituto di partecipazione, che ai sensi della nuova normativa, sarà eliminato a partire dall’anno 2013. 
     Ne è prova la scarsa partecipazione dei cittadini restii a formalizzare le richieste d’intervento, ma soprattutto l’ignoranza da parte loro di questo importante istituto, che dal 19 giugno 2010 ha sede in P.zza Sedile, 44 (Tel. 080/8987675) e che si è limitato, nell’arco di due anni, ad avviare pochissimi interventi propositivi nei confronti dell’Ente locale.
     Evidentemente, la mancanza d’informazione da parte del Comune è stata determinante, il quale si è limitato ad inserire nel suo sito web la voce “Difensore civico”. In questo link sono registrate alcune lettere aperte del responsabile del servizio indirizzate al Sindaco e ad alcuni giornali locali sulle piste ciclabili (“A proposito di velocipedi”) e sugli scivoli dei marciapiedi  (“Piani inclinati per sedie e ruote ad uso dei diversamente abili”).  
     Soltanto alla vigilia del Consiglio comunale ci è stato dato di conoscere un depliant illustrativo contenente le seguenti informazioni: ”Chi è il Difensore Civico”, “Chi può rivolgere istanze al Difensore Civico”, “Cosa può fare il Difensore Civico”, “Come opera il Difensore Civico”, “Come rivolgersi al Difensore Civico” . Consapevole di questo deficit informativo l’avv. dell’Accio ha partecipato nei mesi scorsi ad alcune trasmissioni televisive su VideoItaliaPuglia, nelle quali ha spiegato che il Difensore civico è un’autorità amministrativa incaricata di tutelare i diritti e gli interessi legittimi, a garanzia di efficienza, correttezza e imparzialità e buon andamento della pubblica Amministrazione. Esercita la propria funzione in piena autonomia ed indipendenza, nel solo rispetto delle leggi e dello statuto e dei regolamenti ed è normalmente tenuto a presentare all’organo che lo ha eletto una relazione annuale sull’attività svolta. Può prospettare agli amministratori innovazioni normative e amministrative. Tenta soluzioni amichevoli, inviando solleciti agli uffici interessati, fornendo indicazioni relativamente ai diritti-doveri, vie percorribili, uffici o Enti cui rivolgersi.
     Questo è quanto. Nessun cenno tuttavia è stato fatto nella relazione e nel depliant che tra i “tagliati” dal comma 186 , art. 2 della Finanziaria del 2010, rientra il Difensore Civico comunale, così come hanno evidenziato alcuni consiglieri comunali nei rispettivi interventi. Essa dispone, infatti, che i “Comuni debbono sopprimere la difesa civica”. Sostanzialmente si dice che per realizzare le misure di contenimento della spesa i Comuni devono sopprimere la difesa civica insieme a tante altre cose, senza fornire nessuna base di dati.
     Chi era? Perché è stato fatto fuori? Quali sono i conti che pagheremo per questa dipartita? Come nelle migliori famiglie, di fronte alla scomparsa di un buono, troppo tranquillo e mai abbastanza conosciuto parente lontano, ci interroghiamo sull’eredità che ci ha lasciato e sull’opportunità di dare a questo istituto, generato negli anni ’70 dagli ottimi principi e dalla buona amministrazione, una seconda opportunità.
     Ai posteri l’ardua sentenza!

MORO SEMPRE VIVO E ATTUALE


     Con la legge n. 56 del 4 maggio 2007 (pubblicata nella G.U. - serie generale n. 103 del 5 maggio 2007-05-25) il Parlamento Italiano ha riconosciuto il 9 maggio, anniversario dell'uccisione di Aldo Moro, quale "Giorno della memoria", al fine di ricordare tutte le vittime del terrorismo, interno ed internazionale e delle stragi di tale matrice.
   La legge prevede che in occasione di tale ricorrenza possano essere organizzati, senza nuovi e maggiori oneri a carico dello Stato, manifestazioni pubbliche, cerimonie, incontri e momenti comuni di riflessione, anche - nel quadro della loro autonomia - da parte delle scuole di ogni ordine e grado, al fine di costruire ed alimentare una memoria storica condivisa in difesa delle istituzioni e dei valori democratici.
     Mi spiace rilevare che a Terlizzi, a differenza di tante altre città, nessuno se ne sia ricordato. Evidentemente, più che al passato, l’attenzione dei politici nostrani è tutta concentrata sulle schermaglie elettorali in vista del ballottaggio.
     Aldo Moro, statista e uomo politico, morto ammazzato dalle Brigate Rosse, un sequestro lungo, durato 55 giorni, che, nonostante tutti i processi, ancora oggi ha tanto da “svelare”, misteri sul sequestro, sulla trattativa, sul perché troppo poco venne fatto per restituire la libertà a Moro, l’uomo, il padre, il professore, centinaia di migliaia i chilometri di carta usate per scrivere le indagini, le sentenze, i libri, e poi, i film, le sceneggiature, tanto si è detto, tanto si dice, ma, nonostante tutto, un alone di mistero avvolge il caso Moro, forse chi sapeva ora non c’è più, ogni tanto dal buio nebuloso del passato appaiono come ombre nuovi fantasmi ricordi, e qualche flebile pista viene seguita, ma quel che è stato è stato, dopo Moro le pagine della storia di Italia hanno preso un altro senso e chissà cosa poteva succedere se quella triste pagina non si scriveva.
     Oggi, tutti noi abbiamo il dovere di essere degli attenti cultori del messaggio “rivoluzionario” di Moro, e porgere l’orecchio alle sfide che la società ci pone, convinti che nella diversità di opinioni si celino più opportunità che insidie.      Noi del Centro Studi Politici “A.Moro” e del Centro Studi “A.Moro-Quarta Fase” sentiamo di dover fare un forte appello, al di là della contingenza elettorale, al ritorno all'impegno politico e civile dei giovani nel segno di Aldo Moro, lo statista democristiano di cui ricorrono oggi i 34 anni dalla morte,
     Richiamare la testimonianza di umanità e di fede di Aldo Moro, che abbiamo avuto l’onore di conoscere ed il piacere di seguire durante la nostra gioventù,  è fondamentale per comprendere il pensiero e la vita di un laico che ha vissuto l`impegno politico come forma alta ed esigente di carità.  In questo turbolento momento politico ed economico  le parole e le scelte essenziali di Moro possono diventare, soprattutto per i giovani, un incoraggiamento a operare con competenza e coraggio per il bene comune. In un tempo politico senza o con pochissimi `padri` la memoria di Moro non può colmare un`assenza ma diventa appello forte a una nuova e lungimirante presenza politica. E questo è un compito che, paradossalmente, spetta soprattutto ai giovani, chiamati a passare da una rinunciataria condizione di “orfani” a una convinta assunzione di nuova responsabilità per il bene della città. Un`impresa ardua in cui spesso, dopo le grandi parole degli adulti, i giovani si trovano soli di fronte alle difficoltà. Anche in questo Aldo Moro ha oggi qualcosa da dire.
     Alcuni giovani mi hanno chiesto: quale può essere una traccia per capire il pensiero di Moro? Non si può cercare il suo pensiero – ho risposto. Il suo pensiero è nell’impegno politico, nel suo agire. Il suo segreto era nella capacità di ascolto: lui scandagliava. Lui capiva il momento delle scelte. Era il primo nelle soluzioni perché era il primo nell’analisi: psicologica, culturale, sociale, politica.
     E’ stato profeta , nel politico, nel sociale, nella concezione cristiana della vita,nella ricerca di sempre nuove ed adeguate forme da inventare e da prepararead un nuovo mondo che generava nuova umanità.A mano a mano che si entra nei ricordi dei suoi tanti interventi fatti anche nella nostra piazza, ci accorgiamo che questo martire della democrazia continua a parlare, ad ammaestrare, a coagulare attorno a sé ed alla sua testimonianza larghissime fasce di sempre nuovi assertori dei valori fondamentali dell’uomo e della società.
     Ricordare Moro, a 34 anni dalla sua scomparsa, vuole anche dare un segnale preciso alla società, di cui Egli cercava sempre d’interpretarne idee e bisogni: “Noi non vogliamo essere gli uomini del passato, ma quelli dell’avvenire”. “Il domani non appartiene ai conservatori e ai tiranni: è degli innovatori attenti, seri, senza retorica”. E quel domani nella società civile appartiene, anche per questo, largamente, alla forza rivoluzionaria del Cristianesimo. Noi siamo diversi. Noi vogliamo essere diversi dagli stanchi e rari sostenitori di un mondo ormai superato” (Aldo Moro).