lunedì 30 marzo 2009

Bilancio sociale: tra sogni e bisogni.

In questi giorni, a causa della crisi economica, si discute molto di spesa sociale, di misure anticrisi, di interventi straordinari per affrontare al meglio la situazione economico-finanziaria. Anche il Centro Studi Politici “A.Moro”, come le tante imprese e banche convocate dall’Amministrazione comunale, ha offerto un proprio contributo di idee e di proposte opportunamente rese pubbliche da Coratolive. Ci auguriamo che vengano tenute i considerazione nel prossimo dibattito consiliare per la deliberazione del bilancio di previsione 2009, che avrebbe dovuto tenersi entro il 31 marzo, ma che, come sempre, è slittato a data da destinarsi, per dare il tempo alla 1° Commissione consiliare, presieduta da Pasquale Aloiso, di esprimere il proprio parere sulla bozza predisposta dall’assessore alle finanze Massimo Mazzilli.

I cittadini, purtroppo, benché tutti invitati ad una pubblica assemblea nella sala conferenze della Biblioteca comunale il giorno 17 marzo scorso, non conoscono ancora i dati complessivi e settoriali relativi alle entrate ed alle uscite previste per il 2009. Solo quei sei presenti, tra i quali il sottoscritto, hanno potuto conoscere l’importo relativo ai principali titoli di spesa, ripartiti nei seguenti capitoli: Spesa corrente: 23.000.000,00; Investimenti: 34.000,000,00; Rimborso prestiti: 888.000,00; Partite di giro: 9.000,000,00 per un ammontare totale di euro 68.490.000,00.

Si pone, pertanto, ancora una volta, il problema non solo della trasparenza, ma anche quello dei metodi per renderla corrispondente alle tre “E”, cioè, efficace, efficiente ed economica. E’ sufficiente invitare con un semplice manifesto a un orario molto improbabile i cittadini o illustrare le linee guida del bilancio di previsione in una trasmissione televisiva non annunciata?

Non parliamo poi della completa ignoranza da parte di tutti del bilancio triennale, che dovrebbe contenere per il periodo di riferimento 2009, 20010 e 2011 informazioni relative a: 1) Valori di riferimento, visione e programma dell’amministrazione, con definizione della propria identità attraverso valori, missione e visione che orientano le scelte strategiche, chiarendo le priorità d’intervento su cui s’intende intervenire; 2) Politiche e servizi resi, con definizione dei risultati conseguiti nelle diverse aree di intervento in relazione agli obiettivi programmati; 3) Risorse disponibili e utilizzate, attraverso l’illustrazione delle risorse utilizzate, delle azioni poste in essere e dei risultati conseguiti con il loro impiego.

Occorre recuperare il dialogo con la cittadinanza nel rispetto del principio di sussidiarietà e di leale collaborazione. Come più volte mi sono permesso di ricordare, il bilancio comunale, se vuole essere veramente “partecipato”, deve essere sviluppato e strutturato seguendo le linee guida per la rendicontazione sociale degli enti locali e La Direttiva del Dipartimento della Funzione Pubblica, con tutti i limiti di una sperimentazione, ma con l’impegno di migliorarsi e giungere nel tempo a risultati di maggiore trasparenza, che permettano un pieno coinvolgimento dei portatori d’interesse nelle scelte operate dall’Amministrazione.

E’ evidente, che così facendo, si migliorano anche il livello di interazione e di comunicazione pubblica e si facilita la comprensione delle attività svolte dall’Ente all’esterno, con l’aspettativa di migliorare il rapporto con tutti gli operatori, singoli ed associati.

L’Ente locale – come purtroppo molti credono – non può essere considerato un entità a sé stante, bensì un sistema che vive di rapporti e di connessioni con altri attori con cui sono condivisi interessi socio-economici-culturali. E in tale logica, il sistema deve “comunicare”, attraverso un processo di mappatura ed identificazione di tutti gli stakeholders, quanto si è preventivato e realizzato per l’ascolto e la comprensione dei cittadini per recepire i bisogni e farsene carico attraverso soluzioni mirate all’interno della formazione dei bilanci. In tale logica entra anche l’obbligo di creare la “carta del cittadino” per la customer satisfaction.

Tutto questo, ovviamente, nel rispetto del Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali, (art. 13 D.Lgs.18 1gosto 2000, n. 267), secondo il quale” Spettano al Comune tutte le funzioni amministrative che riguardano la popolazione ed il territorio comunale, precipuamente nei settori organici dei servizi alla persona e alla comunità, dell’assetto ed utilizzazione del territorio e dello sviluppo economico, salvo quanto non sia espressamente attribuito ad altri soggetti dalla legge statale e regionale secondo le rispettive competenze”.

Alla luce di queste considerazioni, ci attendiamo di conoscere in quale misura ed in quale modo gli indici di efficienza, efficacia ed economicità, che devono essere alla base di ogni bilancio pubblico sono stati tenuti presenti dai nostri amministratori locali. Per “efficienza” intendiamo il costo del servizio in rapporto al numero dei beneficiari, per “efficacia” il rapporto tra il numero delle domande presentate rispetto a quelle soddisfatte; per “economicità” quella rapportata all’efficienza, all’efficacia ed al costo dei servizi.

E’ necessario, quindi, rispettare un insieme di principi che consentano una rapida ed efficace introduzione di un nuovo modo di perseguire obiettivi gestionali tali da massimizzare le risorse finanziarie, umane e strumentali disponibili. L’etica sociale comporta un valore intrinseco (assunzione di responsabilità da parte dei “gestori”) e un valore strumentale che consente ulteriore sviluppo. I valori della missione passano dalla costruzione del gruppo e quindi dalla crescita individuale. Partecipano alla missione sia i portatori d’interesse sia il personale che partecipa con la volontà di migliorare innalzando gli obiettivi qualitativi e quantitativi.

In conclusione, fattori importanti sono: una critica equilibrata, la trasparenza nel lavoro, l’organizzazione progettuale, l’innovazione tecnologica, la soddisfazione della comunità amministrata.



sabato 28 marzo 2009

L’operatore psicopedagogico: una figura da rivalutare

Il 27 marzo u.s. nel cinema Alfieri, su iniziativa della casa editrice SECOP Edizioni di Peppino Piacente e con il patrocinio del Comune, rappresentato dai consiglieri comunali delegati alla Cultura e alle Politiche giovanili, Giuseppe D’Introno e Luigi Menduni, si è svolto un interessante convegno sul tema “Giovani…è sempre depressione?”, seguito dallo spettacolo teatrale “Fiori di Plastica”, interpretato e diretto da Francesco Martinelli su testo di Elisabetta Pastore.

Il tema affrontato con profonda competenza e capacità comunicativa da diversi punti di vista: culturale, sociologico e psicopedagogico, rispettivamente, da Raffaella Leone (Secop edizioni), Alberto Lori (giornalista RAI), Angela De Leo (formatrice e scrittrice), Alessandra Lagrasta (docente e psicologa), ha dato la possibilità ai pochi presenti in sala di riflettere sulla depressione, un problema poco riconosciuto tra i giovani, ma sempre più esteso nei nostri giorni.

Gli argomenti trattati, le contraddizioni evidenziate e le indicazioni emerse per conoscere, coinvolgere e affrontarlo adeguatamente m’inducono a richiamare ancora una volta l’attenzione dei pubblici amministratori e delle istituzioni sulla necessità di rendersi promotori di significative iniziative a favore della crescita armoniosa e serena dei nostri ragazzi, in famiglia, a scuola e nella società.

In questa direzione si poneva il documento trasmesso dal sottoscritto all’Assessore alla P.I Franco Caputo nel marzo 2007 e che ripropongo all’attenzione dei nuovi amministratori, delle istituzioni preposte, degli operatori scolastici, delle organizzazioni di volontariato e della SECOP edizioni, cui va il merito di aver promosso un dibattito che deve continuare e tradursi in iniziative concrete di solidarietà

Coerentemente, pertanto, con i precedenti interventi, proposte e progetti presentati dal sottoscritto, aventi come destinatari i minori, i giovani, le famiglie, le scuole, gli organismi associativi e l’Ente locale, alcuni dei quali già realizzati con grande sensibilità dall’Amministrazione comunale (vedi Consiglio comunale dei Ragazzi, Forum dei Giovani, Consulta per l’Ambiente), condiviso il tentativo dell’Amministrazione comunale di superare il modello d’intervento economico “a pioggia” attraverso la modalità del lavoro “per progetti” più mirata ed agevolmente verificabile; preso atto della comune volontà di pervenire ad una più moderna concezione dell’infanzia e dell’adolescenza, considerate nella loro “complessità di espressione” e non più nelle sole forme di “patologia” (consigliere Giuseppe D’Introno); nonché della necessità di sviluppare un approccio preventivo alle diverse forme del disagio, anche nella prospettiva di una maggiore economicità dei costi sociali e finanziari (consigliere Luigi Menduni); della concezione della sicurezza e della legalità intese non più come mero “ordine pubblico”, bensì come espressione di responsabilità civile, coesione sociale, qualità della vita ed educazione morale, civile e democratica (consigliere Sergio Tedeschi e Sindaco Luigi Perrone); facendo riferimento al Piano Sociale di Zona previsto dalla Legge del 28/8/1997 n. 285 ed alla legge regionale n.10/99 “Promozione di diritti e di opportunità per l’infanzia e l’adolescenza”, nonché alle leggi 19/7/91, n. 216 “Prevenzione dei soggetti a rischio di coinvolgimento in attività criminose”, al D.P.R. 309/90 “Testo unico in materia di prevenzione delle tossicodipendenze”, della legge 496/94 “Dispersione scolastica, metodologie di apprendimento”, legge 40/98 “Integrazione degli immigrati” ed al D.L. 6/10/1988 n. 426, che prevede “L’utilizzazione nelle scuole dell’obbligo dell’operatore psicopedagogico”, torno a proporre l’istituzione della figura professionale dell’operatore psicopedagogico.

Una figura di educatore come l’operatore psicopedagogico appare di fondamentale importanza per l’azione preventiva che si è deciso di porre in essere nel nostro Comune. A questo proposito, si richiama l’attenzione sul D.L.6/8/1988,n.323, convertito con modificazioni nella legge 6/10/1988, n. 426, che prevede l’ ”utilizzazione nelle scuole dell’obbligo dell’operatore psicopedagogico”, al quale è attribuito, in via “esclusiva”, “l’uso di strumenti conoscitivi e d’intervento per la prevenzione, la diagnosi le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno nell’ambito psicopedagogico rivolti alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alla comunità scolastica”.

Ne emerge una figura di tutore e di consulente, di ricercatore-osservatore dei processi di insegnamento-apprendimento, di esperto di interazioni comunicative e relazionali, mediatore dei processi comunicativi e relazionali dei contrasti operativi, collaboratore con i docenti per la progettazione e l’elaborazione delle procedure e degli strumenti di verifica e di valutazione dell’apprendimento.

Occorre precisare, infine, che il ruolo dell’operatore psicopedagogico, non va confuso né con quello dello psicologo, né con quello dell’operatore sociale, professioni che richiedono altre competenze. Altrimenti, la legge non parlerebbe di “operatore psicopedagogico”. Non spetta a lui dedurre l’utilizzazione pedagogica e pratica delle sue proposte. Esse forniscono, non v’è dubbio, le basi conoscitive indispensabili per un progetto didattico coerente, ma spetta sempre al docente, immerso nella realtà della scuola, il compito di realizzarle e di trovare la soluzione didattica ai problemi, evitando d’incorrere in errori molto frequenti: l’adultismo (il considerare un adulto in miniatura); il sociomorfismo (il ritenere che gli alunni possano essere modellati sulla base di un ipotetico alunno medio), il puerilismo (il considerare il fanciullo in quello che è, senza prospettarsi quello cui tende talmente), valutare secondo le impressioni, il giudicare gli alunni in base alle loro manifestazioni esteriori.

Sono tutti errori che incidono negativamente sul processo educativo, deformandolo o deviandolo; errori che possono e quindi devono essere eliminati oltre che attraverso l’aggiornamento psicopedagogico, anche attraverso il dialogo ed il confronto con i colleghi ed eventuali esperti.

venerdì 27 marzo 2009

Misure anticrisi per famiglie e imprese: alcune proposte.

Ho partecipato con molto interesse agli incontri promossi all’Amministrazione comunale per ascoltare i rappresentanti degli istituti di credito e le organizzazioni di categoria in ordine ai provvedimenti anticrisi varati dalla Giunta comunale con deliberazione n. 193 del 16/12/2008 e che saranno attuati subito dopo l’approvazione da parte del Consiglio comunale del bilancio di previsione 2009.

Gli interventi inizialmente previsti, che ammontano ad oltre 500.000,00 euro e che in seguito agli incontri avuti con le realtà economiche e sociali potranno subire variazioni sia per i destinatari che per gli importi, sono stati oggetto sia di polemiche politiche da parte dei partiti di opposizione (che hanno lamentato la mancata consultazione), che di apprezzamento da parte degli organi di stampa nazionali (Il Giornale” e il “Sole 24 ore) e locali e dei tanti invitati a fornire suggerimenti.

Al di là delle legittime opinioni di tutti gli intervenuti nel dibattito, che sicuramente vedrà impegnati i consiglieri comunali in sede deliberante, bisogna dare atto agli amministratori locali guidati dal Sindaco Luigi Perrone e dagli assessori Massimo Mazzilli e Luca Cifarelli, di aver messo in campo un impegno articolato e indirizzato su più fronti, che ci auguriamo non resti limitato al pacchetto anticrisi, ma che venga esteso a tutte le voci di bilancio, sia in sede di previsione che in sede di verifica e di consuntivo, attraverso la costituzione – così come è stato suggerito dal presidente dell’AIC Francesco Squeo – di un tavolo di concertazione permanente con le categorie interessate, i sindacati, le associazioni e le banche, con le quali sarebbe opportuno concordare un protocollo d’intesa.

Gli imprenditori sono stati schietti: per superare la crisi al sistema produttivo serve “denaro”. Il sindaco ha promesso di “aprire la cassaforte”: liquidità come ricetta per combattere la crisi di domanda.

Anch’io - come tanti cittadini non invitati e con i quali non è previsto un confronto - ho portato in quella sede il mio contributo, proponendo la destinazione ad un bonus sociale dell’intera somma preventivata, tramite una social card, ossia una carta di credito caricata con almeno cento euro, di cui potrebbero beneficiare quei cittadini meno abbienti, che continuano a stringere la cinghia, astenendosi dal fare acquisti essenziali. Questo, a tutto discapito delle tante attività commerciali, che da tempo stanno languendo, se non addirittura chiudendo i battenti (se ne contano almeno una settantina) a discapito proprio e dei rispettivi dipendenti con i quali si trovano tutti in mezzo alla strada. A questo proposito urge monitorare la situazione in rapporto a tutti coloro i quali non riescono più a soddisfare i bisogni primari (alimentazione, casa, salute, studio e lavoro).

Il Centro Studi Politici “A. Moro” nel mentre esprime la propria soddisfazione per la strategia messa a punto dal Comune di Corato per contrastare la situazione di crisi con cui si stanno confrontando le aziende e i cittadini presenti sul nostro territorio, non intende sottrarsi all’invito di fornir suggerimenti che permettano di ridurre gli effetti negativi di un possibile peggioramento della situazione economica locale.

Fermo restando che la Città deve agire in fretta ed essere pronta ad affrontare immediatamente tali effetti a breve termine, noi chiediamo di definire subito un quadro di crisi mirato e rapido, senza paletti troppo rigidi per la sua applicazione, concertato a livello a livello pubblico e privato, per mettere in campo interventi straordinari per mitigare gli effetti dirompenti della recessione nella nostra città. Non si può più andare in ordine sparso, senza una programmazione a medio e lungo termine.

E’ noto che le aziende non riescono a pagare i debiti per carenza di ordini, calo dei consumi e ritardi nei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni. Per questo chiedono alle banche prestiti per consolidare il debito contingente sul medio e lungo periodo. E’ un grido d’allarme che stanno lanciando da diverso tempo. E’ questa la loro soluzione per sopravvivere. I tempi per gli investimenti arriveranno in seguito. Ora si punta sui fondi di garanzia, sullo strumento dei Cofidi. Il Comune potrebbe anche certificare il credito vantato dalle aziende in modo da garantire queste ultime agli occhi delle banche.

Per aiutare i giovani apprendisti, bisogna favorire le ditte che li assumono, per esempio, pagando una parte o l’intero costo della formazione. Per quelli in difficoltà d’inserimento professionale, si devono aumentare le possibilità di effettuare degli stages presso l’ente pubblico o privato.

Alle famiglie con figli, va garantito un sostegno con precisi aiuti mirati per i figli per affrontare le necessarie spese mensili, che gravano sul budget; pensiamo ad un assegno familiare per i lavoratori indipendenti al di sotto di un certo reddito, o ancora a prestiti o borse di studio.

Per gli indipendenti toccati da una diminuzione del lavoro e per le piccole e medie imprese, ad esempio, gli artigiani che non hanno forme di previdenza che assicurino loro un reddito in caso di diminuzione dell’attività, occorre prevedere forme di aiuto, come pure possono essere garantite certe agevolazioni (ad es. sconti sulla spesa per consumo elettrico e aiuti per la qualifica professionale).

A tutti i cittadini in difficoltà (italiani o extracomunitari), va garantito l’aiuto laddove vi è un comprovato bisogno, ovvero una difficoltà a far fronte alle spese ricorrenti e necessarie, al proprio fabbisogno, attraverso la concessione di una social card di almeno cento euro. Per i casi più gravi, l’aiuto può essere concesso in forma di prestito, che non dovrebbe gravare sui conti del bilancio comunale, in quanto lo concederebbe agli stessi tassi vantaggiosi che percepisce dagli istituti bancari presso i quali è depositata la liquidità. Il prestito, inoltre, può essere garantito da ipoteche. Ciò permetterebbe tra l’altro di aiutare pure le persone nel bisogno, malgrado siano proprietarie di immobili.

In conclusione, chiediamo anche la creazione di uno sportello speciale di crisi, al quale possono far riferimento le persone in particolari difficoltà e che non hanno potuto ottenere il sostegno in base al Regolamento del Piano Sociale di Zona.

Accanto a queste misure eccezionali, il Centro Studi Politici “A. Moro” è dell’idea che vadano incrementati gli investimenti, ad esempio negli stabili comunali dove è possibile una ristrutturazione da profilo energeticoambientale e cantierizzate al più presto tutte quelle opere pubbliche progettate ma ancora bloccate.

Ma bisogna anche dare un’accellerata sui rilasci di autorizzazioni: aprire cantieri ed attività commerciali, ad esempio, significa far girare soldi. Ma bisogna anche continuare con la lotta all’evasione che sta già dando buoni risultati.

E se i fondi non dovessero bastare per far fronte all’emergenza? Si potrebbero ridurre i costi della politica Si potrebbe cioè seguire l’esempio del Comune di Modugno, il cui esecutivo ha deliberato di ridurre nella misura percentuale del dieci percento i compensi al sindaco e agli assessori, a decorrere dal giorno successivo all’approvazione del Bilancio di previsione 2009. Un gesto tangibile, significativo ed esemplare che può essere raccolto anche dai nostri amministratori e dai consiglieri comunali che potrebbero ridurre analogamente il gettone di presenza nelle sedute dei Consigli comunali e delle Commissioni consiliari.

Insomma, da una parte trovare il giusto volano per rilanciare l’economia cittadine e dall’altra incrementare il risparmio con la collaborazione di tutti.

giovedì 26 marzo 2009

Nuova ordinanza sui cani pericolosi

Il giorno 24 marzo scorso la V° Commissione consiliare, presieduta da Pasquale Pomodoro, presenti i componenti sigg. Salvatore Vernice, Tommaso Loiodice, Angelo Amorese, Antonio Rigoletto, Savino Maldera, Giuseppe D’Introno, Luigi Menduni e il dirigente della Polizia municipale Vitantonio Patruno, hanno deliberato, a maggioranza, di estendere, oltre quelle già previste, anche ad altre piazze cittadine il divieto di percorrenza e stazionamento dei cani, che dopo l’approvazione da parte del Consiglio comunale, insieme ai rispettivi accompagnatori, saranno costrette a circumnavigarle. A tale estensione del divieto di circolazione si sono opposti i consiglieri di minoranza Loiodice, Rigoletto e Amorese.

Ferma restante la libertà di circolazione di tutti i cani, che devono, in ogni caso, essere sempre accompagnati dal proprietario e dotati obbligatoriamente di guinzaglio, museruola e paletta ecologica o quant’altro servirà a pulire deiezioni lasciate dal cane, nessun cenno è stato fatto ad una recentissima ordinanza ministeriale, ignota a quasi tutti, e che sarebbe opportuno far conoscere in modo particolare ai consiglieri comunali che discuteranno il regolamento ed ai proprietari del piccolo grande amico a quattro zampe.

Mi riferisco alle nuove misure presentate dal Sottosegretario al Ministero al Lavoro, Salute e Politiche sociali, on. Francesca Martini, “sulla tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione dei cani”, che mira alla formazione e alla responsabilizzazione dei padroni dei cani e non più a un gruppo di razze ritenute potenzialmente pericolose.

Secondo questa ordinanza, presentata in data 3 marzo 2009 e che entrerà in vigore appena sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, d’ora in avanti qualsiasi razza e padrone avrà le stesse regole, quindi verrà istituito un patentino per cane che per i primi due anni sarà facoltativo.

Questo prevede un corso di formazione in cui il proprietario verrà istruito adeguatamente e messo di fronte alle proprie responsabilità civili e penali che potrebbero scaturire da un cattivo comportamento del proprio cane. Questi corsi di formazione saranno tenuti dai veterinari, che dovranno consigliare il padrone del cane sui metodi più consoni all’educazione dell’animale. Tutto ciò, ovviamente, richiede la collaborazione dell’Ente locale e del proprietario, che sarà obbligato a stipulare una polizza assicurativa di responsabilità civile ed a condurre il proprio cane nelle aree pubbliche con guinzaglio (che non dovrà superare i 150 cm.) e con museruola.

Pensando di aver fatto cosa utile, invio cordiali saluti.



domenica 22 marzo 2009

PER UN PROGETTO DI CITTADINANZA ATTIVA


Premesso che lo Statuto comunale riconosce il valore dell’associazionismo liberamente costituito, tenuto conto che l’Amministrazione comunale cerca di tenerne conto anche se non sempre con risultati soddisfacenti in termini di partecipazione attiva (vedasi i recenti incontri relativi al Pirp, alla Riqualificazione urbana, al Bilancio di previsione, ecc, quasi sempre tutti semideserti), preso atto che, a distanza di dieci mesi non sono state ancora insediate le Consulte comunali, nonostante il puntuale lavoro di regolamentazione svolto dalla Commissione consiliare Affari istituzionali, tenuto presente che il Consiglio comunale si appresta a deliberare il bilancio di previsione 2008, nel quale ritengo necessario vengano previste apposite voci di spesa per lo specifico funzionamento degli istituti di partecipazione previsti dallo Statuto comunale, ritengo opportuno sottoporre alla cortese attenzione di tutto il mondo sociale e politico una serie di proposte aventi l’obiettivo di superare il frazionamento, l’autoreferenzialità, la dispersione delle risorse e delle energie, per pervenire alla realizzazione di una rete interassociativa programmatica fondata su valori condivisi.

Considerato che nella nostra città sono presenti tantissime realtà associative di ogni ispirazione ideale, culturale, etnica e religiosa per la crescita, l’integrazione e lo sviluppo culturale e sociale del territorio; atteso che la loro attività è svolta senza fini di lucro e tende a raggiungere specifiche finalità tese a: valorizzare i principi di pace e di solidarietà tra i popoli; sviluppare la personalità umana in tutte le sue espressioni; rimuovere gli ostacoli che limitano la libertà e l’uguaglianza di tutti coloro che risiedono nel Comune, anche se immigrati; realizzare e promuovere pari opportunità tra uomo e donna; tutelare e valorizzare le risorse ambientali, territoriali, naturali, artistiche e museali; realizzare sistemi integrati di sicurezza sociale e di tutela della salute; sviluppare il turismo sociale; diffondere la cultura a tutti i livelli; promuovere un’efficace organizzazione della protezione civile, attivare gli istituti di partecipazione previsti dallo Statuto comunale, realizzare forme di cittadinanza attiva, si rende necessario ed improcrastinabile un incontro con tutte le realtà associative disponibili a discutere le tematiche indicate in oggetto.

L’auspicio è che le istituzioni diventino reale luogo di promozione umana e diano risposte precise e coerenti ad un’attesa etica, culturale e civile diffusa. E’ indispensabile, quindi, alimentare un confronto continuo ed allargato fra chi opera nel “Palazzo” e chi è fuori.

Ma ciò non basta. A fronte di una realtà inquietante sotto molti aspetti, bisogna impegnarsi a fornire segnali positivi che diano corpo ad una nuova attenzione in favore degli ideali di solidarietà e di sussidiarietà e di chi non ha la capacità di esercitare i propri diritti di cittadinanza.

La realizzazione di questi principi costituzionali e statutari può diventare possibile se si concretizzano iniziative dove il confronto, depurato da pregiudizi e fondato su valori condivisi, può farsi gesto collettivo e individuale e tradursi in solidale progetto, in un vero e proprio “patto sociale”, in un “protocollo d’intesa” interistituzionale, in un “Osservatorio dell’Associazionismo”.

Di qui la proposta di costituire una rete interassociativa programmatica formata dai rappresentanti dell’Ente locale, delle Associazioni, dei Movimenti, degli Organi collegiali delle Scuole e da personalità del mondo dell’educazione, della cultura e delle professioni disponibili a produrre un impegno unitario e coordinato, finalizzato alla realizzazione di un PIANO STRATEGICO PER IL CAMBIAMENTO, effettivamente capace di migliorare la qualità della vita della nostra comunità.

Gli interessati sono pregati di far pervenire un cortese cenno di riscontro e di disponibilità, al seguente indirizzo e-mail: deleo6884@tiscali.it.

SICUREZZA: NON SOLO REPRESSIONE MA ANCHE PREVENZIONE



Facendo seguito ad uno dei periodici incontri tenuti tra i rappresentanti dell’Amministrazione comunale e le forze dell’ordine presenti sul territorio, su iniziativa del presidente della VI° Commissione consiliare Sergio Tedeschi, appositamente costituita per trattare le problematiche relative alla Sicurezza Urbana, al Controllo del territorio e alla Protezione Civile, si è svolto un interessante riunione aperta a tutte le forze imprenditoriali organizzate sul territorio, che hanno portato un contributo di idee e di proposte.

In quella sede, nella mia veste di presidente dell’”Associazione contro la criminalità per la legalità”, richiamandomi ad una precedente dichiarazione del consigliere Sergio tedeschi secondo il quale “E’ indispensabile incentivare l’azione di educazione alla legalità nelle scuole fra i giovani, i più esposti a rischi di devianza” ho evidenziato la necessità di incentrare la discussione non solo sui temi della repressione ma anche su quelli della prevenzione.

Si tratta, evidentemente, di un utile ed importante concetto di politica culturale e sociale, ripetuto più volte nelle sedi scolastiche, nei pubblici dibattiti e, ultimamente, anche nella Terza Commissione consiliare presieduta dal dott. Luigi Patruno, che ha accolto il progetto di educazione alla legalità redatto dal noto criminologo barese Miche Cagnazzo, “L’Antimafia entra nelle Scuole – Conoscere le mafie – Ricostruire la legalità” e presentato dal consigliere Francesco Mazzilli. Tale progetto, che prevede tirocini formativi e lezioni di esperti, accolto con favore e finanziato dall’Assessore alla P.I, Franco Caputo che ha dichiarato alla stampa “E’ necessario che le istituzioni e, in questo caso il Comune di Corato, cooperino secondo le logiche d’investimento nella prevenzione, ben sapendo che solo una programmazione di lungo periodo potrà determinare un reale cambiamento nel modo di essere responsabili. Se questo cambiamento inizia con l’età e nel contesto ottimali, sicuramente si otterranno risultati confortanti”, sarà, a partire dal 19 marzo, rivolto ad alcune classi della S.M.S. “A.De Gasperi”, recatesi in pari data a Casal di Principe, in occasione della “Giornata Nazionale della Memoria in favore delle vittime di mafia e si concluderà a fine maggio.

In una città che visto negli ultimi tempi un’incredibile escalation della microcriminalità e della violenza, tanto da far scattare l’”allarme rosso” e costringere l’Amministrazione comunale ad intensificare gli sforzi, che ci auguriamo anche di natura finanziaria, da prevedere nel prossimo bilancio di previsione 2009, per garantire alla collettività il più alto livello di sicurezza possibile. Ne sono prova l’istituzione del vigile di quartiere, il prolungamento fino alle due di notte dell’orario estivo dei vigili urbani, il potenziamento dell’ufficio mobile di polizia municipale, il periodico incontro con i dirigenti di tutte le forze dell’ordine.

Ma, stando alle notizie di cronaca, sembra che questi sforzi congiunti dei tutori dell’ordine e della civica amministrazione, non abbiano trovato sul versante della prevenzione altrettanto sostegno, in particolare da parte delle organizzazioni sociali, dei diversi ordini di scuola e delle famiglie.

Su quali dimensioni, ambiti e settori, con quali progetti e attività intendono muoversi gli attuali amministratori, il consiglio comunale, i partiti politici, il volontariato sociale, le scuole e le famiglie non ci è dato ancora di conoscere.

I problemi dei giovani, del disagio sociale, della tossicodipendenza, della microcriminalità, della prevenzione, dell’educazione alla legalità vanno affrontati globalmente e sinergicamente, essendo tutti consapevoli che il livello di vivibilità sul territorio non può far carico solo ai professionisti della sicurezza, ma deve impegnare ed occupare tutti.

Considerata, pertanto, la necessità da tutti condivisa di realizzare un’efficace opera di prevenzione contro la dispersione scolastica, l’illegalità, la devianza, il disagio sociale, la criminalità organizzata e le mafie; al fine di stabilire circuiti di comunicazione interistituzionale tra Volontariato, Scuola, Famiglia, Ente locale per favorire la promozione dei diritti, la qualità della vita, lo sviluppo e la realizzazione individuale e la socializzazione dei ragazzi, privilegiando l’ambiente ad essi più confacente, ovvero la famiglia, la scuola, il quartiere, la comunità cittadina, sono lieto di informare i lettori che è stata costituita anche a Corato l’Associazione contro la Criminalità per la Legalità, iscritta al registro generale delle Associazioni di Volontariato della Regione Puglia e presieduta dal sottoscritto, che ha anche chiesto l’iscrizione all’Albo delle Associazioni.

E’ giunto il momento di lavorare uniti per proiettarci in una dimensione che veda lo sforzo congiunto di tutte le realtà istituzionali; occorre un impegno comune a superare il vittimismo, a riattivare la moralità, la certezza del diritto, la stabilità delle regole e della convivenza sociale, la sicurezza della vita quotidiana.

Una spinta importante in questa direzione potrà essere data dall’impegno comune di tutte le istituzioni a porsi come difensori civici diffusi, proponendo una modifica radicale dei comportamenti individuali, sociali e politici.

Non c’è più spazio per chi immagini di rimanere chiuso nella propria torre d’avorio o limitarsi a coltivare il proprio orticello. E’ l’ora di fare nostro il motto persiano: “Spazza davanti alla tua casa e tutta la città sarà pulita”.

domenica 15 marzo 2009

Comunicato Stampa


Trentuno anni dopo, il Centro Studi Politici “Aldo Moro” di Corato, in memoria dello statista pugliese rapito il 16 marzo 1978 dopo l’uccisione della sua scorta, mentre si recava all’università, e ucciso il 9 maggio 1978 dalle Brigate Rosse dopo un interminabile e sofferta prigionia, ha voluto ricordare quello che fu l’inizio di una pagina buia della storia italiana. Il ritrovamento del suo corpo imbavagliato, nel bagagliaio di una Renault 4, in via Castani, a Roma, a metà strada tra la sede della DC e quella del PCI, resta ancora tragicamente vivo nel ricordo di tutti gli italiani e dei suoi tantissimi amici pugliesi e coratini. Al convinto europeista, al Suo alto profilo politico ed istituzionale, al Suo insegnamento sono stati intitolati prima il Centro Studi Politici “A. Moro”. Il prof. Vito De Leo, che lo ha conosciuto e seguito da sempre ha dichiarato: “Il senso di una commemorazione, a trentuno anni dalla morte di Moro, non è nostalgia o sentimentalismo, ma l’invito a cogliere il Suo messaggio umano e politico sempre attuale: quello, cioè, di far sì che ogni cittadino si occupi direttamente della realtà politica e sociale che lo circonda. Tante cose da allora sono cambiate. Sarebbe facile, drammatico gioco di esegesi andare a rileggere le espressioni che dall’infame prigione delle Brigate Rosse Aldo Moro dedicò alla società italiana e al suo partito, la Democrazia Cristiana”.

In una fase di indubbio logoramento delle istituzioni di crisi dei partiti e della politica, di degrado morale e civile, che in qualche misura hanno investito anche la nostra Corato, che tanto amò, mi piace additarlo - prosegue il presidente - come fulgido esempio di cristiano, di democratico, di politico, di statista, soprattutto ai giovani, che lamentano, a ragione, la mancanza di “Maestri”, un’assenza di esempi e di lezioni che li sollecitino ad accostarsi alla politica con animo puro e generoso”.

Noi giovani di ieri - conclude il “moroteo” Vito De Leo - insieme a quelli di oggi, siamo ancora impegnati a fare nostra la Sua lezione, proponendo oggi più che mai l’unità nella diversità, il cambiamento nella solidarietà, l’identità nel pluralismo, il confronto delle idee, la cultura della legalità, della partecipazione e delle pari opportunità, il ripristino delle condizioni di agibilità politica per tutti i cittadini, il rinnovamento della classe dirigente, dei metodi di gestione, la trasparenza e l’efficienza amministrativa, la visione del potere finalizzata al bene comune, gestito da persone oneste, competenti e capaci. In altre parole, continueremo, attraverso il Centro Studi Politici, a divulgare e realizzare il pensiero e l’opera di Aldo Moro, il cui martirio non può essere né dimenticato, né offeso da comportamenti incoerenti e contraddittori.

Se alla morte dell’uomo siamo rassegnati, non lo siamo per la morte della Politica, perché come diceva il Nostro: la politica è anche ideale”.

16 marzo 2008: trentunesimo anniversario del rapimento di Aldo Moro e dell’ uccisione della sua scorta.

Nel trentunesimo anniversario del rapimento di Aldo Moro e dell’uccisione della sua scorta, abbiamo avvertito l’esigenza di testimoniare la nostra fedeltà al suo pensiero e al suo insegnamento, attraverso l’impegno sentito ed entusiasta, di un “gruppo di ricerca” ritrovatosi nella Centro Studi “A. Moro”. Un’associazione formata da giovani e da meno giovani, che, attraverso una meditata lettura dei suoi scritti, hanno colto i brani e i concetti che maggiormente li hanno affascinati e che, raccolti in modo semplice ed organico in un’agevole pubblicazione, ci auguriamo possa costituire un utile strumento per consentire un concreto approccio alla figura e al pensiero di Aldo Moro da parte di tanti giovani, di ricercatori e uomini di buona volontà desiderosi d’impegnarsi nel sociale, attingendo ad una fonte purissima le ragioni più vere che rendono bella ed amabile la vita sociale.

Un Paese senza memoria è un paese senza grandezza. E nella storia di ogni Paese vi sono personaggi, eventi, parole, che ne testimoniano per sempre l’identità e il cui ricordo sfida il trascorrere dei decenni, travalica le grandi svolte della storia.


Non fu soltanto il suo tragico destino a rendere per sempre indimenticabile la sua figura. Fu la sua visione e azione di statista a segnare in modo indelebile la crescita della democrazia italiana in anni difficili, di aspro conflitto ideologico e politico in Italia, in Europa e nel mondo.

La scelta stessa di Moro come vittima sacrificale del terrorismo fu riconoscimento della sua grandezza, del suo prestigio. Un terrorismo infame e senza avvenire riconobbe in lui il maggiore protagonista di quella politica di ravvicinamento fra i partiti, di riunificazione della Nazione, che consentì l’allargamento delle basi della democrazia, aprendo all’Italia un futuro più sereno e più sicuro.

Ogni faziosità fu estranea al suo temperamento, e più ancora, alla sua idea dell’Italia. Diede, all’Italia di quegli anni, pagandola con la sua stessa vita, un’altissima lezione di saggezza politica. Ancora oggi la parola di Moro – la sua filosofia politica – conserva, in un quadro storico e politico pur tanto mutato, tutta la sua validità.

Il senso del rispetto dell’altro, la logica dell’inclusione, del “noi” e non solo dell’”io”, una concezione “mite” della politica sono i valori che Moro ci ha trasmessi e che occorre salvaguardare e valorizzare.

In un tempo in cui la memoria rischia di perire sotto i colpi della velocità che annienta il passato per esaltare le piccole vicende quotidiane, tocca alle Istituzioni conservare il ricordo di coloro che si sono battuti per la democrazia e per la pace.

Il Centro Studi Politici, intitolato alla memoria dello statista pugliese, nell’ambito delle iniziative che mirano alla maggiore e migliore conoscenza della vita e del pensiero dell’illustre politico, ed a favorire la crescita culturale, civile e democratica della nostra comunità, intende contribuire ad educare le nuove generazioni ad una sensibilità politica e civile attraverso la consapevolezza che la democrazia non è mai stata solo un atto dovuto, ma un traguardo raggiungibile dopo una lunga fatica.

Ricordare Aldo Moro, infatti, è dunque un segnale preciso verso i giovani a cui il Maestro parlava con facilità cercando sempre di interpretarne idee e bisogni.

Il compito che ci spetta è dunque non meno grande di quello che Moro indicava ai suoi studenti e colleghi. Le testimonianze e le considerazioni raccolte nel nostro dossier testimoniano di quanto ricca sia stata la vicenda umana di Aldo Moro e, dunque, quante sfaccettature del suo eclettico essere siano da rivisitare e cogliere.

Onorando la memoria di un grande uomo politico, aiutiamo tutti noi a capire l’importanza e il ruolo della politica nella storia.

Onorando un grande uomo di studi e di pensiero, aiutiamo tutti noi, e soprattutto i giovani, a capire l’importanza dello studio, della conoscenza e della formazione.

Onorando Aldo Moro, aiutano tutti noi ad avere fiducia nel nostro Paese e a sentire l’orgoglio di essere italiani.

lunedì 9 marzo 2009

Donne: diritti negati e “impari” opportunità

Quest’anno la Festa della donna, o meglio delle donne, si è liberata di ogni facile retorica ed ha recuperato la consapevolezza dei diritti in gioco. In questo senso si sono pronunciate le massime istituzioni ed i rappresentanti delle forze politiche e sociali nazionali. Quelle locali, invece, a partire dall’Amministrazione comunale, l’hanno completamente ignorata. Forse anche perché nel nostro Comune, a livello politico-amministrativo, la presenza delle donne è davvero molto scarsa. Ci auguriamo che la Consulta delle Pari opportunità, recentemente regolamentata ed istituita dal Consiglio comunale entri presto in funzione e cominci a dibattere i numerosi problemi sul tappeto che riguardano il mondo femminile…e non solo.

A partire dal diritto di vivere senza paura. La violenza contro le donne, gli abusi sessuali, i maltrattamenti in casa e fuori non da oggi fanno parte anche della nostra cronaca cittadina.

Non si tratta solo o soprattutto di un problema di ordine pubblico. E’ ancora forte e diffusa una in-cultura maschile che si rifiuta di accettare l’autonomia, la libertà e la dignità delle donne e che attraverso la violenza sul corpo femminile cerca di riaffermare il proprio potere. Ci siamo dimenticati le barzellette di Berlusconi?.

Non si tratta di sventolare vecchie bandiere, ma di ripensare in modo più complessivo la questione femminile rimettendo al centro i temi dell’emancipazione, senza farsi ingannare dal protagonismo, dai successi, dalla forza di alcune di loro, da quelle che hanno approfittato di questa giornata per uscire da sole con le amiche per concedersi una serata diversa, magari all’insegna della “trasgressione”.

E se ogni otto marzo diventa l’occasione per riflettere sulle “impari opportunità” ancora vigenti e sulla violenza di genere, quest’anno più che mai i due temi sono di estrema attualità. Lavoro, pensioni e stupri sono i termini più ricorrenti tra le cronache degli ultimi giorni. E se da una parte si aspetta una riforma pensionistica che si teme possa danneggiare le lavoratrici, dall’altra si sa che la disoccupazione colpisce gli strati più deboli della popolazione (giovani e donne). La violenza di genere è purtroppo un tema di costante attualità, a prescindere dai casi di cronaca che recentemente hanno suscitato tanto clamore. E al terrore delle aggressioni le donne cercano di fare scudo come possono.

E le istituzioni locali a questo proposito che cosa possono fare? Ci risulta che molte associazioni di volontariato ed enti privati, spesso in collaborazione con l’amministrazione comunale, hanno iniziato a promuovere delle lezioni per insegnare a reagire, in caso di emergenza, contro l’aggressione e la violenza. Programmi che affrontano ogni aspetto della sicurezza: dalla prevenzione, tramite l’analisi con le allieve di svariate situazioni di potenziale pericolo, alla difesa verbale al fine di scoraggiare l’aggressore, fino alle tecniche di difesa fisica, anche con strumenti difensivi occasionali.

Oggi – ne siamo tutti convinti – è necessario un cambiamento socio-culturale perché la democrazia paritaria è un requisito fondante di una società moderna e avanzata e deve essere garantita da pari opportunità di rappresentanza di donne e uomini in tutti i luoghi di decisione. In occasione della Festa della donna ritengo utile rinnovare la richiesta di discussione in Consiglio comunale, ai sensi dell’art. 51 della Costituzione, di un ordine del giorno sul tema delle pari opportunità e sulla valorizzazione della presenza femminile nella pubblica amministrazione.

La partecipazione delle donne alla vita democratica della città è, infatti, un fattore necessario per lo sviluppo che tenga realmente conto delle differenze di genere tra uomini e donne. Oggi non si tratta più di rivendicare diritti negati ma di sensibilizzare l’opinione pubblica e modificare una cultura politica, che considera ancora l’uomo il legittimo protagonista della gestione dello Stato.

Nel nostro Consiglio comunale, su 31 consiglieri è presente solo una donna, Maria Bovino (PD). Nella Giunta, a differenza, per esempio, di quella di Terlizzi che ne annovera ben 4 su sei, neanche una. E’ evidente che nel governo locale il tasso di femminilizzazione è molto squilibrato. Neanche il meccanismo di affidamento diretto delle deleghe di governo, fondato sulla valutazione di un mix di competenze politiche e tecniche hanno premiato le donne, nonostante il loro ingresso nelle liste elettorali di tutti i partiti che si sono affrontati ne consultazioni elettorali amministrative. Volendo usare un concetto espresso da Jan Paul Sartre direi che le donne sarebbero come quelle persone che aspettano alla fermata dell’autobus, accomunate dall’attesa del mezzo che in questo caso tarda a venire.

Alla domanda, pertanto, perché c’è scarsa presenza delle donne nelle Amministrazioni locali, potremmo rispondere così: l’istruzione e la socializzazione assegnano ruoli diversi alle donne e agli uomini. La sottorappresentanza delle donne si collega alla divisione tra sfera pubblica e sfera privata, di cui la prima appartiene agli uomini e la seconda alle donne. Ma c’è anche un’ altra risposta: le risorse finanziarie. La scarsa disponibilità di risorse monetarie significa che le donne non dispongono delle risorse necessarie per l’organizzazione delle campagne elettorali. Le candidate non attirano i finanziamenti e i sostegni esterni necessari poiché non vengono prese sul serio come persone che possono potenzialmente ricoprire cariche politiche. Le tecniche repressive, che si esprimono nel non divulgare le informazioni, nel rendere le donne invisibili e non percettibili nelle assemblee non vanno sottovalutate quali disincentivi. La cultura politica è un altro fattore che spiega la scarsa partecipazione delle donne: comprende la mancanza di appoggi per le donne membri di partiti, gli orari e i luoghi stabiliti per le riunioni politiche, nonché il linguaggio.

Il tipo di sistema politico svolge, pertanto, un ruolo importante nel facilitare od ostacolare l’accesso delle donne ai processi decisionali in campo politico. Il rispetto di una democrazia paritaria ha spinto, per esempio, il Partito Democratico a stabilire nel proprio statuto che tutti gli organi decisionali siano composti per il 50% da donne e per il 50% da uomini.

Concludendo, La democrazia acquisirà un significato reale e dinamico quando donne e uomini insieme definiranno i valori che vogliono affermare nella vita politica, economica, sociale e culturale e, insieme, prenderanno decisioni che contano.

lunedì 2 marzo 2009

FORUM DEI GIOVANI: PROPOSTA DI REGOLAMENTO.


Finalmente, dopo il primo incontro del 24 novembre 2008, promosso dal consigliere delegato alle politiche giovanili, Luigi Menduni, nel quale mi fu data la possibilità di esprimere osservazioni e proposte sul tema della partecipazione giovanile alle scelte politiche e amministrative dell’Amministrazione comunale, a distanza di quasi tre mesi, il 27 febbraio scorso, si è tenuto il secondo incontro che ha visto la partecipazione di molti giovani, singoli e associati.

In questa sede si è discussa la possibilità e l’opportunità di costituire il Forum dei giovani, ossia un organismo consultivo che metta in condizione i cittadini dai 16 ai 30 anni di essere ascoltati e resi partecipi delle politiche di sviluppo della città, a partire da quelle che li riguardano più da vicino e più direttamente.

In un contesto cittadino dove si conferma non solo il tradizionale divario generazionale, ma anche il limitato impegno nei confronti dei giovani, che si sentono inascoltati e dimenticati, scarsamente dotati di strutture ricettive e di aggregazione e di possibilità di lavoro, questa lodevole iniziativa necessita, tuttavia, non solo di una rete intergenerazionale e interistituzionale motivata strutturata e sostenuta, anche attraverso una politica di bilancio coerente con tale orientamento programmatico, ma anche di contributi di idee e di esperienze che ne facilitino e rendano più spedito il percorso intrapreso.

Il Centro Studi Politici “Aldo Moro”, ancora una volta, con spirito meramente costruttivo e collaborativi - così come già fece nel 2005 con l’invio del progetto d’istituzione del Consiglio Comunale dei Ragazzi, prontamente accolto dall’Amministrazione comunale, regolamentato dalla Commissione consiliare Affari Istituzionali e deliberato dal Consiglio comunale il 16/12/2007 – coerentemente con la proposta avanzata alle forze politiche alla vigilia della campagna elettorale amministrativa e subito accolta dall’Amministrazione comunale, al fine di accelerare i tempi dell’istituzione del Forum dei giovani, ha predisposto una bozza di Regolamento che ha consegnato al consigliere delegato Luigi Menduni e che mette a disposizione di tutti coloro che fossero interessati.

Questo regolamento, istituito in osservanza alla “Carta Europea riveduta della partecipazione dei giovani alla vita locale e regionale” , adottata dal Consiglio d’Europa il 2 maggio2003, definisce i principi programmatici, i compiti, le modalità di elezione degli organi di rappresentanza del Forum dei Giovani, il quale svolge le sue funzioni in modo libero e autonomo.

Esso concorre a promuovere: il pieno sviluppo della persona umana attraverso le politiche attive nei settori di interesse giovanile (scuola, università, mondo del lavoro, formazione, volontariato, vita associativa, tempo libero, arte, cultura, spettacolo, sport, ambiente, qualità della vita cittadina);l’effettiva partecipazione di tutti i cittadini all’organizzazione politica, economica, sociale culturale della comunità civile; una politica di formazione del senso civico e di prevenzione sociale; l’affermazione dei diritti dell’uomo; la diffusione della cultura della pace, della solidarietà e delle pari opportunità; la difesa del pieno equilibrio dell’ecosistema attraverso una politica dell’ambiente urbano ed extraurbano; l’affermazione del principio costituzionale del diritto al lavoro attraverso una politica d’informazione e di formazione dei giovani.

I suoi compiti sono: emettere pareri consultivi, per il tramite del Consiglio del Forum, su richiesta degli organi istituzionali del Comune, su deliberazioni ed iniziative rivolte ai giovani; a presentare rilievi e proposte agli organi di governo della città, in relazione alle politiche ed ai servizi comunali che attengono al mondo giovanile; organizzare iniziative rivolte a sviluppare coscienza civica e cultura della partecipazione, favorendo il raccordo tra la popolazione giovanile e le istituzioni locali; organizzare iniziative a carattere culturale, sportivo, ecologico, sociale e ricreativo; realizzare dibattiti, incontri e ricerche finalizzate alla conoscenza ed all’approfondimento delle problematiche inerenti la realtà giovanile cittadina; stabilire rapporti permanenti con le Consulte e i forum operanti sul territorio comunale, regionale e nazionale.

Al Forum possono aderire tutti i cittadini residenti nel Comune che abbiano compiuto il 16° anno di età e che non abbiano superato il 30° anno di età, senza distinzione di sesso, razza, religione, opinioni politiche, condizioni personali o sociali.

Gli organi di rappresentanza ed attività del Forum sono: l’Assemblea, il Consiglio e il Presidente, che esercitano le loro funzioni in modo libero e autonomo.

Il primo livello di confronto/raccordo tra il Forum e l’Amministrazione comunale per l’elaborazione di proposte, progetti e istanze sono l’Assessore o il Consigliere delegato alle Politiche giovanili, e gli eventuali Assessori e/o tecnici competenti per materia. Quest’ ultimi presentano al Consiglio comunale le proposte del Forum illustrate dal Presidente o dal Referente del Gruppo di lavoro. Il Consiglio comunale si esprimerà in merito alle proposte presentate impegnando l’Amministrazione alla loro realizzazione, compatibilmente con le disponibilità di bilancio, e/o mettendo a disposizione i Settori e Servizi della stessa. E’ facoltà della Giunta comunale promuovere incontri con l’Assemblea o con i presidente del Forum su argomenti specifici.

L’Amministrazione comunale s’impegna a mettere a disposizione idonei locali per le attività del Forum e relativa attrezzatura. Essa s’impegna anche mettere a disposizione, tramite il Servizio Politiche Giovanili, un’equipe di tutor, a supporto del sistema dei Gruppi di lavoro e in qualità di facilitatori della comunicazione.

Il mio auspicio, in conclusione, è che le politiche giovanili del nostro Comune siano finalizzate a favorire la crescita sociale e culturale dei giovani, lo sviluppo di relazioni di solidarietà nei confronti dell’altro, l’attenzione e l’impegno per ciascuno dei soggetti che compongono la Comunità cittadina. Queste politiche avranno valore se si concretizzeranno attraverso l’offerta di occasioni d’impegno, finalizzato allo sviluppo di capacità individuali e di lavoro di gruppo, in cui la dimensione dell’analisi della realtà e del confronto delle opinioni non sia disgiunta dalla dimensione relazionale, di promozione di rapporti amicali e di contesti vitali e creativi.