sabato 24 gennaio 2009

Il PD ALLE PROVINCIALI CON LE PRIMARIE: UNITI NELLA DIVERSITA’

Tutti insieme siamo chiamati a girare pagina e a ripartire facendolo con la serenità e lo sforzo di un grande partito che ha di fronte a sé compiti e possibilità importanti.”. Lo hanno detto insieme il segretario del circolo coratino del PD Riccardo Mazzilli e quello del circolo di Ruvo, Pasquale De Palo ai dirigenti ed agli amici che hanno manifestato la propria disponibilità a partecipare in prima persona alle primarie, previste per domenica 8 febbraio, Maria Bovino, consigliere provinciale uscente, l’ing. Natalino Petrone, libero professionista e docente e il dott. Benny Piarulli, 35 anni, giurista d’impresa, in occasione dell’organizzazione dell’evento democratico che vedrà impegnati non soltanto gli iscritti, ma anche i simpatizzanti del Partito democratico locale e gli elettori che hanno compiuto in quella data i 16 anni. Il Comune di Corato – com’è noto, per le elezioni provinciali che si svolgeranno il 6 e 7 giugno, è stato diviso in due Circoscrizioni di cui una comprendente il Comune di Ruvo (Collegio 32), nel quale il PD ruvese sarà rappresentato alle primarie dai consiglieri uscenti Salvatore (Rino) Basile, Vito Ottobrini e dal ventisettenne Francesco (Ciccio) Ceccalupo.

Il PD, quindi, è stato il primo a scoprire le carte per le candidature al Consiglio provinciale. E quella del collegio diviso in due è già la prima e principale novità delle prossime elezioni. Un “muro di Berlino” politico dividerà quindi il territorio di Corato. Una situazione che non piace ai \segretari di partito, costretti a destreggiarsi con un’ulteriore variabile, inaspettata, per decidere le candidature.

La scelta dovrà avvenire in entrambe le circoscrizioni, evidentemente, su persone diverse per età, professione ed esperienza politica ed amministrativa, ma con un comune denominatore: l’appartenenza ad un Partito nuovo, unito, sintesi di culture diverse. Si tratta di persone conosciute come oneste, serie, professionalmente affermate, apprezzate negli ambienti sociali, politicamente impegnate, che conoscono la burocrazia e la macchina amministrativa, che hanno le idee chiare sui compiti della Provincia di Bari e sui bisogni delle rispettive città di provenienza. Negli incontri tenutisi fino a questo momento e in quelli programmati prima dello svolgimento delle primarie hanno espresso concordemente non solo unità d’intenti, ma anche una chiara volontà d’impegno, a prescindere dal risultato elettorale, a realizzare una società ed una politica che valorizzino la persona, nella sua peculiarità e creatività, nei suoi talenti e bisogni. Sono tutti, insomma, fermamente decisi, unitamente al partito di provenienza e al candidato presidente Vincenzo Divella, presidente uscente della Provincia di Bari, a far crescere e migliorare la comunità provinciale nella sua interezza, valorizzandone le risorse culturali, sociali, strutturali, economiche, turistiche

Il dibattito in corso tra i dirigenti, gli iscritti, i simpatizzanti ed i liberi cittadini evidenzia, senza ombra di dubbio, la comune volontà di non dare spazio alcuno a posizioni correntizie e strumentali, ma solo alle idee, ai progetti, ai metodi di lavoro che devono caratterizzare tutti coloro che intendono impegnarsi a livello politico e amministrativo, offrendo così un’immagine della politica più attraente e più vicina ai cittadini.

Fare politica non è governare a tutti i costi, non è essere capaci di allearsi in modo mercenario, non è cambiare bandiera per opportunismo personale. Fare politica – è la convinzione manifestata da tutti nel dibattito ancora in corso e continuerà oltre la scadenza elettorale del 6 e 7 giugno prossimi per l’elezione del presidente e del Consiglio provinciale, oltre che dei rappresentanti nel Consiglio europeo, significa, principalmente, programmare e lottare per i programmi in cui si crede.

E’ ovvio che all’appuntamento elettorale provinciale ed europeo del giugno prossimo non si può giungere affidandosi soltanto alla mobilitazione di febbraio per le primarie. Ci sono due versanti, l’uno di organizzazione interna e l’altro di cultura politica. Bisogna rompere ogni indugio, aprendosi a mondi con i quali non si sono intessuti proficui dialoghi. Sono i mondi della società civile e delle articolazioni professionali, che si connaturano per l’espressione del consenso rivolto alle idee piuttosto che all’ultimo servigio, che esprimono professionalità e talenti che desiderano essere protagonisti più che comprimari.

In questo senso sicuramente i candidati alle primarie si porranno come esempio di un nuovo modo di fare politica, caratterizzato dall’ascolto, dal confronto e dalla condivisione.

Di pari passo, ritengo vada approfondita e realizzata l’organizzazione del partito per dipartimenti tematici amministrativi a carattere locale, provinciale e regionale, lasciando a chiunque la possibilità di mettere a disposizione cultura, esperienza e passione, prescindendo dall’età e dal sesso.

In conclusione, esprimiamo tutti la speranza che le cose che si vogliono fare coincidano con quelle che realmente si faranno. Indispensabile, a questo punto diventa l’assemblea programmatica, prevista per il 30 gennaio nel cinema Elia, alle ore 18,30, nella quale i sei candidati dei due distinti collegi saranno presentati alla cittadinanza, illustreranno il lavoro svolto e le strategie future sia personali che del Partito democratico e ascolteranno le proposte relative alle deleghe fondamentali della Provincia: viabilità, edilizia scolastica, turismo, cultura, formazione professionale e ambiente.

Occorre, insomma, sia una campagna d’immagine, ma anche di contenuti. Occorre che emergano proposte chiare e nette, per evitare il rischio che durante la campagna elettorale la differenza tra il PD e il PDL, si riduca ad una sola consonante.

Su questi ed altri temi confermiamo il nostro impegno con la forza che ci riviene dal metodo, dagli insegnamenti del nostro grande Maestro Aldo Moro: “Noi non vogliamo essere gli uomini del passato, ma quelli dell’avvenire…. Noi vogliamo essere diversi dagli stanchi e rari sostenitori di un mondo ormai superato”.

lunedì 19 gennaio 2009

PROPOSTA DI COSTRUZIONE DI UN MOVIMENTO PER LA PACE, LA NON VIOLENZA E LA SOLIDARIETA’

Il 17 gennaio scorso nella sala conferenze della Biblioteca comunale, su iniziativa dell’Associazione “CRISTIANI IN DIALOGO – Forum per il cambiamento solidale”, rappresentata dai proff. Vito De Leo, Luisa Varesano e Vito Di Chio, ha avuto luogo un convegno finalizzato a costruire un Movimento per la Pace, la Non violenza e la Solidarietà; ad invitare le Istituzioni e, in particolare, il Consiglio comunale di Corato ad assumere una posizione chiara di condanna della guerra, in favore della pace e ad aderire alla campagna di solidarietà in favore delle popolazioni della Striscia di Gaza promossa da Caritas Italiana e da Pax Christi; a creare le condizioni affinché le nuove generazioni siano coinvolte nella costruzione di una pedagogia della pace; e a sottoscrivere la campagna di aiuti promossa da Caritas Italiana e Pax Christi.

“Se c’è ancora qualcuno che pensa che la guerra è un crimine contro l’umanità; se c’e ancora qualcuno che pensa che la violenza è sempre un fallimento dell’uomo; se c’è ancora qualcuno che pensa che lòa Pace e la non violenza sono un binomio indissolubile; se c’è ancora qualcuno che pensa che il Mahatma Gandhi è stato il testimone della non violenza come ideale possibile per cui impegnarsi; se c’è ancora qualcuno che pensa che la questione israelo-palestinese si può risolvere solo col dialogo, con la formula due Popoli, due Stati, in Pace; se c’è ancora qualcuno che si commuove per le vittime di Gaza e di tutte le guerre del mondo; se ci sono ancora studenti che pensano che studiare significhi, in primo luogo, impegnarsi in un mondo diverso, senza ingiustizie, oppressioni e violenze; se c’è ancora qualcuno che pensa che gli immigrati e le immigrate che arrivano nel nostro Paese, siano la più grande ricchezza sociale, umana ed economica che ci sia mai capitata ; se c’è ancora qu8alcuno che crede negli sguardi, nei volti e negli altri; se c’è ancora qualcuno che non sopporta più questo clima provinciale, chiuso, alienante ed arrogante che gira in questo nostro Paese; se ci sono ancora cristiani, musulmani ed ebrei che sanno guardarsi negli occhi amando gli uni il Dio degli altri; se c’è ancora qualcuno, in questa nostra città di Corato, che spera e che sogna e che vuole cambiare questo stato di cose esistente” – è stato detto in vario modo dai devesi intervenuti (Luisa Varesano, Vito Di Chio, Vito De Leo, Corrado De Benedittis, Antonietta D’Ambrosio, Gaetano Bucci, Francesco Mazzilli e Aldo Scarpa) – è urgente che i responsabili della nostra comunità civile diano, con una loro presa di posizione, un impulso efficace perché si mobilitino le forze positive per la soluzione pacifica della crisi medio-orientale, perché si trovi una via d’uscita da questo tunnel di violenze e ci si avvii sulla strada della pace, che porterà i Palestinesi a vivere con dignità in uno Stato senza più occupazione militare, libero e sovrano e Israele a viver in pace e sicurezza”.

Dopo l’invito al Consiglio comunale a discutere un ordine del giorno sui temi della pace e ad aderire alla costituenda rete di organismi istituzionali, politici, sociali, culturali per dare vita, poi, ad una Consulta permanente, decisa a lavorare per la pace ad ogni livello, con iniziative concrete di solidarietà e cooperazione e, contemporaneamente, saldare questo impegno con quello delle istituzioni locali impegnati sugli stessi obiettivi, la seduta è stata aggiornata per continuare il lavoro di organizzazione di una cooperazione di qualità, creando un luogo di confronto, di riflessione, di condivisione di esperienze e di dibattito, di sensibilizzazione e mobilitazione dell’opinione pubblica attorno ad un impegno, un conflitto e una realtà estremamente complicate.

lunedì 12 gennaio 2009

CITTADINI E AMMINISTRATORI INSIEME PER LO SVILUPPO DEL TERRITORIO.

C’è una parte del paese che non sta alla finestra a guardare, che non aspetta che siano gli altri a muovere il primo passo. Il pensiero corre subito ai volontari, alle associazioni giovanili o, più semplicemente, a quella categoria di cittadini che tesse ogni giorno la tela sociale nel silenzio, contribuendo a costruire una società civile, combattendo in questo modo il degrado dove si annida la società malata.

Persone che rappresentano quel “rovescio della medaglia” del quale si parla poco, in una società sempre più nevrotica e frettolosa, dove non c’è molto tempo (e spazi) da dedicare alla riflessione.

Ecco, queste persone fanno da contraltare, contribuiscono a non far naufragare una “barca” che spesso vacilla paurosamente, quando soffia impetuoso il vento dell’indifferenza.

Sono sempre più numerosi i giovani di buona volontà che non chiedono la luna nel pozzo, ma la possibilità d’inserirsi nel sociale, di fare qualcosa per aiutare gli altri. Così nasce l’associazionismo. Così nascono le organizzazioni che operano sul fronte della solidarietà. Così nascono i gruppi di lavoro. Così nasce la Consulta delle Associazioni formata dalle sei Consulte comunali permanenti (per le politiche a favore delle persone disabili, del volontariato e della solidarietà sociale, della cultura, per le pari opportunità, dello sport, per lo sviluppo economico e dell’ambiente) e che – si spera – vengano insediate al più presto senza ulteriori ritardi.

Ma alla voglia di fare di questi giovani non sempre corrisponde la buona volontà delle istituzioni. Sì, spesso l’associazionismo è scoraggiato dalla mancanza di strutture, dalle lungaggini burocratiche che non consentono di avere il sostegno necessario per sopravvivere, dall’assenza di un Difensore civico, che presto, però, verrà nominato dal Consiglio comunale.

Ma, anche tra mille difficoltà, sta maturando una coscienza che presto potrebbe sfociare in nuove forme di aggregazione. L’obiettivo comune deve continuare ad essere anche nel nuovo anno quello di trovare un metodo per diminuire gli spazi di distanza tra l’Amministrazione ed i cittadini, che devono essere sempre e comunque i referenti delle decisioni pubbliche. Infatti, se negli ultimi anni si assiste ad una modificazione profonda dei luoghi di rappresentanza, per cui i partiti non sono più luoghi in cui i cittadini portano le loro istanze, occorre che le stesse amministrazioni trovino forme nuove di coinvolgimento nella città.

Questo approccio, che chiede ai cittadini di partecipare alla politica non solo per andare alle urne, ma per condividere le decisioni politiche prese via via dagli amministratori, arriva da lontano. Segue, infatti, le direttive della Riforma del Titolo V della V Costituzione, avvenuta nel 2001, che introduceva quel principio di sussidiarietà, recepita a sua volta dal Trattato di Maastricht, in base al quale gli enti territoriali sono esortati a “favorire l’assolvimento di funzioni e compiti di rilevanza sociale da parte delle famiglie, delle associazioni e comunità”. Il principio di sussidiarietà, semplificandone al massimo i contenuti, afferma infatti che il cittadino, secondo le proprie risorse e disponibilità, svolge di per sé una funzione pubblica.

Dalla stampa abbiamo appreso che nella vicina Ruvo è stato realizzato il progetto pilota C.A.S.T. (Cittadini e Amministrazioni per lo Sviluppo del Territorio) dell’Assessorato alla Trasparenza della Regione Puglia, intitolato “Ruvo comunic@”, che ha visto questa città diventare un cantiere sperimentale di democrazia partecipata. Circa 60 amministratori locali, funzionari, professionisti, associazioni e singoli cittadini hanno partecipato a laboratori, giornate di studio, visite presso amministrazioni virtuose. Sono stati organizzati workshop per quattro categorie differenti: politici, dirigenti, impiegati comunali e poi scuole, associazioni, cittadini organizzati e singoli. Attraverso tre sistemi di sintesi (forum, focus e Open Space Tecnology) i partecipanti al progetto si sono riuniti in gruppi e con l’aiuto dei facilitatori del Formez, hanno messo a punto proposte ed istanze. Il progetto verrà continuato anche nel 2009.

Non ci risulta che il Comune di Corato vi abbia partecipato o abbia programmato un’ iniziativa con caratteristiche metodologiche e scientifiche simili. Il fallimento dei numerosi tentativi effettuati negli anni scorsi di coinvolgere i cittadini (Bilancio di previsione, Pug, Pirp, ecc.) non è forse dovuto all’improvvisazione, alla limitata comunicazione, alla sporadicità degli eventi, alla scarsa scientificità della programmazione, da una parte, e alla scarsa abitudine di cittadini e associazioni di far sentire la propria voce, d’impegnarsi in un percorso di cittadinanza attiva, allo scetticismo imperante, all’istituto della delega eretto a sistema, al relativo funzionamento delle Consulte comunali permanenti?

Da sempre invochiamo una consapevolezza del carattere integrato e complesso dei problemi. Ricordiamo ancora una volta che il governo dei processi è importante quanto il loro merito. Tutti dobbiamo convincerci che lo sviluppo globale di un territorio o è una costruzione sociale allargata o non è. L’ascolto e la partecipazione sono l’unica modalità per non disperdere quel pregiato giacimento di conoscenze che ciascuno di noi possiede. Per non sbagliare.

Lettera aperta

Lì, 11/01/2009


Al Sig. Sindaco

Al Sig. Assessore alle Politiche di Coesione sociale

Ai Sigg. Assessori

Al Sig. Presidente del Consiglio Comunale

Al Presidente della Commissione consiliare Affari istituzionali

Ai sigg. Consiglieri

Al Sig. Segretario Generale

Alle Associazioni locali

Alle Parrocchie cittadine

Agli Organi di stampa

LORO SEDI



OGGETTO: Proposta di Convenzione tra il Comune di Corato, il Terzo Settore, la Consulta delle Associazioni,

le Istituzioni scolastiche, Enti, Cooperative e Parrocchie disponibili a far parte integrante delle

Consulte tematiche con particolare riferimento alle problematiche relative alle Pari opportunità, la

Cultura, le Politiche sociali, Ambientali, Sportive, Giovanili, Partecipative e del Tempo libero.



Ill.mi signori,

in riferimento alle continue sollecitazioni espresse in materia di partecipazione e di cittadinanza, preso atto della volontà espressa dall’Amministrazione comunale di riallacciare i nodi della partecipazione civica, coerentemente con gli articoli dello Statuto comunale relativi agli Istituti di partecipazione ed al Regolamento della Consulta delle Associazioni, oltre che al Progetto pilota della Regione Puglia, Assessorato alla Trasparenza e Cittadinanza Attiva C.A.S.T. (Cittadini e Amministrazioni per lo sviluppo del territorio), pensando di fare cosa utile, Vi trasmetto la proposta di istituzione, a mezzo convenzione, delle Consulte tematiche tra l’Amministrazione comunale e gli operatori del Terzo settore attivi nel territorio di Corato.

Il nostro auspicio continua ad essere, anche per questo nuovo anno, che il cittadino riconquisti lo scettro per esercitare il potere conferitogli dalla Costituzione repubblicana, il cui sessantesimo anniversario non ha trovato, purtroppo, adeguati riconoscimenti da parte delle istituzioni locali.

Il bagaglio di diritti e poteri previsti in essa contenuti (artt.3,17,18,21,48,50,51,54,75) non trova ancora un modo completo per essere esercitato con senso del dovere. Proviamo ad aprirlo, elemento dopo elemento.

C’è il diritto alla salute, all’efficienza degli ospedali, all’assistenza sanitaria, col connesso potere-dovere di imprecare contro i maneggioni delle ASL.

C’è il diritto al buon andamento e all’imparzialità dell’azione amministrativa, rafforzato dalla legge 241 del 1990 sulla trasparenza amministrativa e da quella più recente della legge 267/2000.

Si tratta di “armi improprie”, molto tempestive ed efficaci, di cui, se ben azionate, possono partire “colpi” molto più utili di quelli “sparati” con le “armi improprie” della richiesta di favori, raccomandazioni, o ricorso a bustarelle, tangenti e altre ben note pratiche all’italiana, di cui tanto sentiamo parlare in questi giorni.

Di qui la nostra costante richiesta di costituzione formale e sostanziale di realizzare Assemblee territoriali della Cittadinanza attiva, ossia delle vere e proprie Consulte tematiche che devono coinvolgere gruppi, associazioni, comitati di cittadini presenti ed attivi sul territorio su temi e problemi diversi (scuola, trasporti, sanità, assistenza domiciliare ed ospedaliera, ambiente, esclusione, sociale, politiche giovanili e per le pari opportunità, difensore civico, consiglio comunale dei ragazzi, forum dei giovani, teatro comunale, piano regolatore generale, politica fiscale, area metropolitana, osservatorio sui diritti, ecc, ) ai fini anche dell’individuazione delle priorità dell’intervento comune.

Scopo: mettere insieme tutte le energie per rappresentare una “voce” più consistente nel deserto.

Noi continuiamo a credere che questi siano punti fondamentali sui quali è utile sollevare un ampio dibattito nella città capace di coinvolgere e di dialogare con la gente. Ben sapendo che una democrazia vitale esige cittadini non ricattabili dal potere politico ed economico.

Il Comune è la prima sede di democrazia, ed è nel Comune che la persona, mettendosi in relazione con gli altri, può acquistare il gusto della politica intesa come possibilità di influire su scelte che incidono sulla vita quotidiana.

Sperando di fare cosa gradita, allego una proposta di convenzione tra il Comune di Corato e la società civile.

Cordiali saluti.

Il Presidente

Prof. Vito De Leo



PROPOSTA DI CONVENZIONE


Con il presente Regolamento presso l’ Assessorato alle Politiche di Coesione Sociale, con competenza in materia di Servizi alla persona e politiche di educazione alla salute, pari opportunità e centro risorse donne, istituti di partecipazione dei cittadini, interventi di integrazione con il volontariato

SI COSTITUISCONO,

ai sensi della legge 142 dell’8/6/1990, “Ordinamento delle Autonomie locali” e dell’art. 43 dello Statuto comunale “La partecipazione dei cittadini all’Amministrazione” tra il Comune di Terlizzi ed il Terzo Settore, la Consulta delle Associazioni, le Istituzioni scolastiche, gli Enti, le Cooperative e le Parrocchie disponibili a farne parte integrante,

  1. le Consulte tematiche con particolare riferimento alle problematiche relative alle Pari opportunità, la Cultura, le Politiche sociali, Ambientali, Sportive, Giovanili, Partecipative e del Tempo libero.

  2. Gli atti prodotti dalle Consulte tematiche sono approvati dal Consiglio comunale, su proposta della Giunta o su iniziativa dei Consiglieri.

  3. Gli atti di cui sopra stabiliscono:

  • la composizione ed i criteri di designazione dei componenti;

  • le modalità di consultazione e lo svolgimento delle attività;

  • l’accesso alle informazioni ed agli atti; l’utilizzazione di mezzi e strumenti;

  • e relazioni con le istanze istituzionali;

  1. Le Consulte tematiche vengono ascoltate in occasione della predisposizione del bilancio di previsione e di atti di indirizzo di particolare interesse sociale ed ambientale e di provvedimenti che riguardano la costituzione di servizi sul territorio e la protezione della salute.

  2. Obiettivi:

  • coordinamento delle attività programmate nei diversi settori dalle Associazioni, Movimenti, Gruppi, Cooperative, Parrocchie, che partecipano alle Consulte tematiche;

  • elaborazione di un unico progetto “culturale”, sociale”e “partecipativo”, che veda impegnati, ciascuno per il proprio specifico, tutti gli organismi aderenti;

  • stimolare l’azione dell’Assessorato di riferimento.

  1. Mete intermedie di lavoro:

  • costituzione dell’Osservatorio per le politiche sociali e culturali, che consenta una lettura più attenta dei bisogni, che facilitagli scambi e le collaborazioni, che renda più stabile la partecipazione del terzo Settore alla vita della comunità locale, che si ponga come laboratorio di ricerca comune permanente, che rileva l’efficacia o meno delle risposte , che elabori le strategie possibili per elaborare risposte comuni.

  1. Strumenti:

  • le Consulte tematiche potranno realizzare il proprio lavoro attraverso: a) le Associazioni, i Movimenti, i Gruppi presenti sul territorio, coordinandoli in attività in precedenza concordate e decise con essi stessi; b) cittadini volontari ed esperti, liberi professionisti, promuovendo così la cultura del volontariato e della partecipazione sociale; c) la convenzione con il Ministero della Difesa per poter avere obiettori di coscienza in servizio civile presso l’ Assessorato;

  • corso di formazione per gli operatori del Terzo Settore;

  • allestimento di una Mostra permanente intitolata . “I sentieri della solidarietà”, nella quale siano presentate e commentate esperienze e progetti;

  • attivazione di tutte le risorse che l’Ambito del Piano Sociale di Zona è in grado di mettere in campo ad integrazione di quelle previste nel bilancio comunale,

  • idonei locali per le riunioni delle Consulte tematiche;

  • un servizio di segretariato per lo svolgimento delle attività programmate, curato da un dipendente comunale.

  1. Funzioni di rappresentanza e di coordinamento:

  • Saranno individuate e disciplinate da apposito regolamento.

SOCIETA’ ED ISTITUZIONI: CONVIVENZA DIFFICILE, MA NON IMPOSSIBILE

C’è una parte del paese che non sta alla finestra a guardare, che non aspetta che siano gli altri a muovere il primo passo. Il pensiero corre subito ai volontari, alle associazioni giovanili o, più semplicemente, a quella categoria di cittadini che tesse ogni giorno la tela sociale nel silenzio, contribuendo a costruire una società civile, combattendo in questo modo il degrado dove si annida la società malata.

Persone che rappresentano quel “rovescio della medaglia” del quale si parla poco, in una società sempre più nevrotica e frettolosa, dove non c’è molto tempo (e spazi) da dedicare alla riflessione.

Ecco, queste persone fanno da contraltare, contribuiscono a non far naufragare una “barca” che spesso vacilla paurosamente, quando soffia impetuoso il vento dell’indifferenza.

Sono sempre più numerosi i giovani di buona volontà che non chiedono la luna nel pozzo, ma la possibilità d’inserirsi nel sociale, di fare qualcosa per aiutare gli altri. Così nasce l’associazionismo. Così nascono le organizzazioni che operano sul fronte della solidarietà. Così nascono i gruppi di lavoro. Così nasce la Consulta delle Associazioni formata dalle sei Consulte comunali permanenti (per le politiche a favore delle persone disabili, del volontariato e della solidarietà sociale, della cultura, per le pari opportunità, dello sport, per lo sviluppo economico e dell’ambiente) e che – si spera – vengano insediate al più presto senza ulteriori ritardi.

Ma alla voglia di fare di questi giovani non sempre corrisponde la buona volontà delle istituzioni. Sì, spesso l’associazionismo è scoraggiato dalla mancanza di strutture, dalle lungaggini burocratiche che non consentono di avere il sostegno necessario per sopravvivere, dall’assenza di un Difensore civico, che presto, però, verrà nominato dal Consiglio comunale.

Ma anche tra mille difficoltà, sta maturando una coscienza che presto potrebbe sfociare in nuove forme di aggregazione. L’obiettivo comune deve continuare ad essere anche nel nuovo anno quello di trovare un metodo per diminuire gli spazi di distanza tra l’Amministrazione ed i cittadini, che devono essere sempre e comunque i referenti delle decisioni pubbliche. Infatti, se negli ultimi anni si assiste ad una modificazione profonda dei luoghi di rappresentanza, per cui i partiti non sono più luoghi in cui i cittadini portano le loro istanze, occorre che le stesse amministrazioni trovino forme nuove di coinvolgimento nella città.

Questo approccio, che chiede ai cittadini di partecipare alla politica non solo per andare alle urne, ma per condividere le decisioni politiche prese via via dagli amministratori, arriva da lontano. Segue, infatti, le direttive della Riforma del Titolo V della V Costituzione, avvenuta nel 2001, che introduceva quel principio di sussidiarietà, recepita a sua volta dal Trattato di Maastricht, in base al quale gli enti territoriali sono esortati a “favorire l’assolvimento di funzioni e compiti di rilevanza sociale da parte delle famiglie, delle associazioni e comunità”. Il principio di sussidiarietà, semplificandone al massimo i contenuti, afferma infatti che il cittadino, secondo le proprie risorse e disponibilità, svolge di per sé una funzione pubblica.

Dalla stampa abbiamo appreso che nella vicina Ruvo è stato realizzato il progetto pilota C.A.S.T. (Cittadini e Amministrazioni per lo Sviluppo del Territorio) dell’Assessorato alla Trasparenza della Regione Puglia, intitolato “Ruvo comunic@”, che ha visto questa città diventare un cantiere sperimentale di democrazia partecipata. Circa 60 amministratori locali, funzionari, professionisti, associazioni e singoli cittadini hanno partecipato a laboratori, giornate di studio, visite presso amministrazioni virtuose. Sono stati organizzati workshop per quattro categorie differenti: politici, dirigenti, impiegati comunali e poi scuole, associazioni, cittadini organizzati e singoli. Attraverso tre sistemi di sintesi (forum, focus e Open Space Tecnology) i partecipanti al progetto si sono riuniti in gruppi e con l’aiuto dei facilitatori del Formez, hanno messo a punto proposte ed istanze. Il progetto verrà continuato anche nel 2009.

Non ci risulta che il Comune di Corato vi abbia partecipato o abbia programmato un’ iniziativa con caratteristiche metodologiche e scientifiche simili. Il fallimento dei numerosi tentativi effettuati negli anni scorsi di coinvolgere i cittadini (Bilancio di previsione, Pug, Pirp, ecc.) non è forse dovuto all’improvvisazione, alla limitata comunicazione, alla sporadicità degli eventi, da una parte, e alla scarsa abitudine di cittadini e associazioni di far sentire la propria voce e d’impegnarsi in un percorso di cittadinanza attiva, allo scetticismo imperante, all’istituto della delega eretto a sistema, al relativo funzionamento delle Consulte comunali permanenti?

Da sempre invochiamo una consapevolezza del carattere integrato e complesso dei problemi. Ricordiamo ancora una volta che il governo dei processi è importante quanto il loro merito. Tutti dobbiamo convincerci che lo sviluppo globale di un territorio o è una costruzione sociale allargata o non è. L’ascolto e la partecipazione sono l’unica modalità per non disperdere quel pregiato giacimento di conoscenze che ciascuno di noi possiede. Per non sbagliare.

Che ne pensa di tutto questo il sindaco più “virtuoso” d’Italia?

mercoledì 7 gennaio 2009

Per un Bilancio comunale veramente partecipato

Ho accolto di buon grado l’invito dell’Assessora alle Politiche di Coesione Sociale Santina Mastropasqua a partecipare all’Assemblea delle Associazioni per formulare proposte relative alla redazione del bilancio di previsione 2009. Purtroppo, però, a causa dell’imminente scadenza dell’adesione del Comune al G.A.L., la discussione è stata rinviata a data da destinarsi. Avendo sollecitato più volte gli amministratori locali a rendersi parte diligente in questo senso non posso che apprezzare l’iniziativa, augurandomi che in questo modo si voglia veramente dare applicazione agli istituti di partecipazione previsti dallo Statuto comunale.

Riservandomi di intervenire in modo più circostanziato nel merito del documento contabile subito dopo averne conosciute le linee guida, i principali assi di riferimento e le priorità previste nella programmazione 2009, auspico, in ogni caso, che sia data priorità al soddisfacimento dei bisogni della città con particolare attenzione alle fasce più deboli, al potenziamento dei servizi alla persona, sia assistenziali che socio-sanitari; all’esigenza di sviluppo del territorio e di attuazione di una politica fiscale attenta alle capacità contributive delle famiglie ed in particolare delle famiglie monoreddito e con prole.

Sono convinto che il bilancio di previsione 2009 è l’autentico start-up della maggioranza di governo, perché, al di là dei conti, bisogna guardare ad un paese che è sostanzialmente in crisi. Per cui l’auspicio è che nella visione di governo locale vengano poste al centro le esigenze delle categorie più deboli della comunità, le esigenze delle imprese, le esigenze dell’intera città, pur sapendo che bisogna fare i conti con le nuove norme introdotte dall’ultima legge finanziaria.

Nel frattempo, come ho sempre fatto durante il mio mandato di presidente della Consulta delle Associazioni, è sull’aspetto della partecipazione che intendo ora esprimere alcune considerazioni e formulare alcune proposte concrete.

Per il tramite di questo organismo associativo ho più volte proposto agli amministratori comunali di delineare, attraverso un accordo di programma, un piano di lavoro comune finalizzato a rendere più proficua ed efficace la collaborazione e più sistematica la partecipazione dei cittadini alle scelte politico-amministrative. I tempi, infatti, sono maturi per un riconoscimento ed uno spazio democratico per un volontariato che non sia solo testimonianza sociale negli interventi e nei servizi a favore della comunità, ma contestualmente soggetto politico, espressione di una società civile impegnata nella rimozione della cause del disagio, nell’affermazione, tutela, difesa e promozione dei diritti di cittadinanza.

Quello che continuo a proporre, insomma, in coerenza con lo Statuto comunale, che mi auguro sia quanto prima dotato dei regolamenti attuativi degli istituti di partecipazione, è la costituzione di un “Laboratorio urbano”, che faccia proprio il motto “Una città per tutti”, formato da cittadini stanchi di lamentarsi della bassa qualità della vita e di contestare l’inerzia delle istituzioni, la chiusura dei partiti ad un reale rapporto con la cittadinanza attiva, desiderosi di uscire dalla condizione di dipendenza, superficialità qualunquismo, deresponsabilizzazione e disaffezione alla politica.

In altri termini, propongo ancora una volta, rivolgendomi in modo particolare ai nuovi assessori di cui apprezziamo la provenienza associativa e civile, la condivisione di un impegno culturalmente e socialmente trasversale, lasciando che in altri ambiti i singoli e le associazioni operino in assoluta libertà le scelte più congeniali al proprio ruolo. Sarebbe utile ed interessante costituire una rete sinergica di forze singolarmente attive nella ricerca di una programmazione integrata sulla città, attraverso un costante confronto fra le diversità e le singole esperienze.

E’ questo – a mio avviso - il punto di partenza del cosiddetto Bilancio partecipato”. Un bilancio, cioè, in cui la politica si fa incontro, ascolto, ma soprattutto azione diretta, partecipazione autentica che consenta ai cittadini di scegliere democraticamente come e dove investire le risorse del proprio Comune.

Proviamo ad immaginarne il percorso, le tappe, i tempi del prossimo bilancio di previsione 2009, che avrebbe dovuto essere approvato entro il dicembre 2008 e che invece ricorrerà ai benefici di legge che ne consentono la proroga fino al prossimo 30 aprile.

In sintesi: il bilancio di previsione che mi auguro, almeno questa volta, sia redatto al termine di un ciclo di assemblee pubbliche, nel corso delle quali sindaco ed assessori discuteranno e decideranno insieme ai cittadini gli interventi più importanti da realizzare nel corso dell’anno. Questo rappresenterebbe il primo dei due momenti di confronto tra cittadini e amministratori da realizzarsi entro ilmese di gennaio. Il secondo ciclo di assemblee dovrebbe tenersi prima della discussione consiliare sul bilancio consuntivo, non più tardi del mese di luglio 2009, per rendere conto, in termini di efficacia, efficienza ed economicità dei risultati raggiunti.

La partecipazione si realizza innanzitutto su base territoriale: la città è divisa in quartieri. Nel corso di riunioni pubbliche la popolazione di ciascun quartiere è invitata ad esprimere i propri bisogni e a stabilire delle priorità in vari campi o settori (ambiente, educazione, salute, ecc.). A questo si aggiunge una partecipazione complementare organizzata su base tematica attraverso il coinvolgimento di categorie professionali o lavorative (sindacati, imprenditori, studenti…). Ciò permette di avere una visione più completa della città, attraverso il coinvolgimento dei cosiddetti settori produttivi della città. Gli amministratori comunali partecipano a tutte le riunioni di quartiere e a quelle tematiche.

Alla fine, ogni gruppo territoriale o tematico presenta le sue priorità all’Ufficio di pianificazione, che stila un progetto di bilancio, che tenga conto delle priorità indicate dai gruppi territoriali o tematici. Il Bilancio viene alla fine approvato dal Consiglio comunale.

Nel corso dell’anno, attraverso apposite riunioni, la cittadinanza valuta la realizzazione dei lavori e dei servizi decisi nel bilancio partecipativo dell’anno precedente.

Di solito le amministrazioni comunali, visti anche i vincoli di bilancio cui sono tenuti per legge, riconoscono alle proposte avanzate dai gruppi dei cittadini la possibilità di incidere su una certa percentuale del Bilancio comunale.

In conclusione, si tratta di uno strumento che serve per dare conto ai cittadini del progetto operato, nel tentativo di rendere trasparenti e comprensibili all’esterno i programmi, le attività e i risultati raggiunti.

Obiettivi nobili, da tutti decantati ed auspicati nella recente campagna elettorale, che devono essere assolutamente perseguiti in questo importante momento di avvio della nuova consiliatura, per capire prima e meglio quali siano le attese e i bisogni della nostra comunità.

GRUPPO DI AZIONE LOCALE “FIOR D’OLIVI”: PRESENTATI I PROGETTI

Il programma di iniziativa comunitaria “Leader” promuove uno sviluppo integrato, endogeno e sostenibile delle aree rurali, incoraggiando e aiutando gli operatori rurali a riflettere sulle potenzialità del territorio in una prospettiva di lungo termine.

Il regolamento (C.E.) 1968 del 20/09/2005 prevede che il sostegno allo sviluppo rurale sia assicurato attraverso quattro assi d’intervento: Asse 1: Miglioramento della competitività nel settore agricolo e forestale; Asse2: Miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale; Asse 3:, qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione dell’economia rurale; Asse 4: Leader.

I beneficiari dell’iniziativa comunitaria Leader sono i G.A.L., acronimo di Gruppi di Azione Locale, che sono chiamati a ricoprire un ruolo nella programmazione comunitaria, nazionale e regionale: ruolo di pianificazione, ruolo di innovazione, ruolo di organizzazione, ruolo di adozione di decisioni, ruolo di coordinamento, ruolo di distribuzione di responsabilità.

Di questo e di tanto altro si è parlato nel convegno promosso dall’Assessora alle Politiche di Coesione Sociale Santina Mastropasqua il giorno 16 dicembre scorso, nella sale consiliare, alla presenza di numerose associazioni locali, invitate ad esprimere la propria “Manifestazione d’interesse alla sottoscrizione del PROTOCOLLO D’INTESA per la costituzione del Gruppo di Azione Locale “Fior d’Olivi”, con riferimento ai Comuni di Terlizzi (Capofila), Bitonto e Giovinazzo, secondo modalità e termini indicati nella brochure predisposta dal Gruppo di Supporto Tecnico prima della scadenza dei termini previsti per il 20 dicembre e rappresentata dall’agronomo Francesco Vendola, amministratore unico della Vueffe Consulting e dal dott. Omorosini, che ha illustrato fondamenti, obiettivi, strategie e opportunità e modalità di partecipazione della costituenda struttura del partenariato locale.

Questo incontro segue a quelli tenuti precedentemente nel mese di novembre a Terlizzi, a Bitonto e il 1 dicembre a Giovinazzo, coordinati dalle associazioni di categoria Cia, Coldiretti e Confagricoltura.

Il costituendo Gruppo di Azione locale – hanno riferito i relatori - si candida alla gestione di risorse (minimo 9 milioni di euro-massimo 16 milioni euro) che la regione Puglia destinerà alla realizzazione delle progettualità avanzate in fase di candidatura iniziale.

Il protocollo d’intesa prevede, oltre al coinvolgimento delle organizzazioni di categoria, delle camere di commercio, degli enti di ricerca e delle banche, anche dei consorzi turistici e associazioni culturali no profit. Attraverso il Gruppo di Azione Locale gli enti consorziati potranno tra l’altro istituire corsi di formazione professionale per la riscoperta di antichi mestieri agricoli:dalla ricostruzione muretti a secco alle tecniche di potatura. Così come non mancheranno, come prevede il Piano, il sostegno e la nascita di microimprese, la tutela e riqualificazione del territorio rurale, gli incentivi alle attività turistiche.

Nel suo intervento puntuale e preciso Francesco Vendola ha sottolineato l’importanza delle modalità di progettazione partecipata, di condivisione, di progettazione dal basso, per le quali è ancora in corso la raccolta di ulteriori consensi da parte dei soggetti potenzialmente interessati ad un’opportunità in grado di contribuire al riavvio della produttività locale, oggi in forte crisi.

E’ risaputo, infatti che esistono diverse problematiche: criticità del sistema imprese: ridotte dimensioni aziendali, debolezza nella commercializzazione, scarsa propensione all’innovazione e alla ricerca; criticità del sistema amministrativo: non sempre in grado di garantire con tempestività i bisogni espressi dal territorio; frammentazione delle azioni ed una scarsa ed inadeguata integrazione; criticità sociale: criticità legate al lavoro femminile e giovanile, stabilità del lavoro e dell’occupazione, scolarità non adeguata con le esigenze del territorio e fuga dei cervelli; criticità del territorio: manca il dialogo tra attori pubblici e privati, prese di posizione e interessi contrastanti, mancanza di una leadership territoriale.

Di contro, alle criticità elencate vanno sottolineate le potenzialità da esprimere. Bene fa allora l’Amministrazione comunale a stimolare il tessuto imprenditoriale, altrimenti assisteremo alla fuga di molte imprese terlizzesi attratte dai sistemi locali limitrofi più dinamici.

Riservandomi di intervenire successivamente sull’argomento, a nome della Consulta delle Associazioni, esprimo la piena condivisione di un programma e dei progetti annunciati, sicuro di interpretare nonché la volontà partecipativa e la solidarietà del sistema del Terzo Settore, con la consapevolezza che ogni soggetto, ognuno con le proprie conoscenze ed esperienze, vorrà sentirsi parte integrante del partenariato avviato con i G.A.L..Ciò permetterà sicuramente di valorizzare al meglio tutte le potenzialità, ogni possibile sinergia, tutte le varie forme di collaborazione tra i diversi attori in campo.

Un complimento va fatto agli amministratori locali, che grazie all’apertura dimostrata, hanno saputo superare sterili posizioni partitiche e campanilismi, avendo come obiettivo comune lo sviluppo del territorio e il miglioramento della qualità della vita dei cittadini.

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LA PROVINCIA: CHE SIA VERAMENTE “UTILE” E NON UN ENTE DISTRIBUTORE DI POLTRONE


Siamo come ogni anno ormai alla vigilia di importanti scadenze elettorali. Il 6 e 7 giugno prossimi saremo chiamati alle urne ancora una volta, un anno prima di quelle regionali previste per il 2010. Dovremo, infatti, eleggere i nostri rappresentanti nel Consiglio europeo e nel Consiglio provinciale di Bari.

Siamo tutti consapevoli che il nuovo anno sarà carico di notevoli difficoltà che metteranno a dura prova i cittadini e le istituzioni che li rappresentano. La crisi economica e finanziaria ricevuta in eredità dall’anno 2008 renderà ancora più difficile la vita delle oltre cinquemila famiglie coratine in situazione di bisogno e di tutte le istituzioni impegnate a risolvere i loro problemi di sopravvivenza. In questo contesto problematico anche nel 2009, come nell’anno precedente, partititi ed elettori si recheranno alle urne per eleggere i propri rappresentanti nel Consiglio provinciale. Prima, però, dovranno decidere la sorte degli uscenti. Per quanto riguarda Corato, che sarà rappresentata in due collegi, al momento si sa soltanto che il PD ha affidato ai propri elettori il compito di scegliere i candidati. Tra questi sicuramente ritroveremo il consigliere uscente Maria Bovino che nelle primarie previste per il 18 febbraio dovrà vedersela con qualche altro giovane aspirante alla candidatura.

Dopo tanti annunci di abolizione, non solo le Province ce le teniamo, ma addirittura, come avverrà per quella di Bari, che viene divisa, ne creiamo di nuove come la BAT, a noi confinante. Ad occhio e croce si direbbe che questa sia una vittoria non del nuovo ma della vecchissima politica distributrice di poltrone. Ci avevano promesso di abolire le Province e il bollo auto ed è finita che fanno gestire il bollo auto alle Province.

Ormai le abbiamo e ce le dobbiamo tenere, nonostante nel programma di governo del PDL figurasse a chiare lettere l’abolizione delle Province. Ma “finchè la Lega è al Governo, le Province non si toccano” ha dichiarato Bossi, che su 109 ne controlla ben 6. E le promesse elettorali? Gli impegni solenni? Niente da fare. E’ la politica, bellezza. Al massimo, ha dichiarato Giulio Tremonti, si può fermare la nascita di Province nuove. Abbiamo visto com’è andata a finire con la BAT.

Di tutt’altra opinione è invece il presidente Vincenzo Divella il quale è assolutamente convinto che “le Province rivestono un ruolo di rilievo nell’ambito dell’efficienza del sistema pubblico. Sono gli interlocutori principali delle Regioni e dei Comuni per la programmazione, il coordinamento, l’organizzazione di reti di servizi e di funzioni, che, per loro natura, richiedono ambiti ed assetti sovracomunali”.

Dello stesso parere è Maria Bovino, la quale in una lettera riassuntiva del proprio impegno di consigliere uscente e nella quale dichiara la propria disponibilità a ricandidarsi, dichiara che “le risorse più cospicue sono state dirottate sulle due principali competenze della Provincia, quali la viabilità e l’edilizia scolastica”. In particolare, per quanto operato nelle Commissioni “Viabilità” ed “Edilizia scolastica” di cui è stata componente attiva sempre presente, ricorda i diversi interventi che hanno riguardato il nostro territorio. Tra le altre cose fa anche un riferimento particolare al nostro Comune che riportiamo testualmente: “Va evidenziata la responsabilità del Comune di Corato per la mancata individuazione e cessione delle aree necessarie per l’ampliamento del liceo classico o meglio ancora, come più volte richiesto dalle forze di centrosinistra di Corato, per la realizzazione di un polivalente. Solo dopo l’approvazione del piano triennale provinciale delle opere pubbliche, che prevede la costruzione di vari istituti nei Comuni della provincia con l’accensione di mutui in sostituzione dei fitti onerosi, il Comune di Corato si è impegnato a reperire l’area per la costruzione di un polivalente, ma, a tutt’oggi, non è stata prodotta alcuna documentazione, nonostante la Provincia sia disposta a reperire i finanziamenti necessari anche per il polivalente di Corato”.

Ai posteri l’ardua sentenza. La vera sfida oggi sta nel costruire una Provincia davvero vicina ai problemi dei cittadini e che sappia dare, qui ed ora, quelle risposte che il Nord Barese hanno finora ricevuto in maniera insufficiente. Sarà in grado una classe politica troppo spesso lontana dal tessuto sociale in cui agisce di provvedere a questo compito esaltante e gravoso al tempo stesso? I segnali sono contradditori. Speriamo che l’avvicinarsi dell’ora della competizione possa funzionare da sprone nell’anno che verrà.