All’indomani della
proclamazione ufficiale del risultato del ballottaggio nel quale è risultato
eletto il 140° sindaco di Corato nella persona dell’avv. Renato Bucci e in
attesa di conoscere i componenti della sua giunta, “in cui saranno presenti
delle donne e dei giovani, ispirata ai principi di competenza, limpidezza
morale e rappresentatività”, come Centro Studi Politici “A. Moro” desideriamo
continuare ad offrire il nostro contributo di idee e di proposte.
Com’è noto, dei 390 candidati al Consiglio
comunale presenti nelle 17 liste elettorali soltanto in 24 potranno occupare i
seggi presenti nella bellissima sala consiliare. Al di là delle loro
appartenenze, distinzioni politiche, esperienze e competenze, saremmo lieti che
attraverso il loro impegno quotidiano emerga una nuova idea di politica, fatta
di buoni esempi e di capacità al servizio del cittadino, attraverso la quale
uscire dallo stallo politico ed economico e capace di riavvicinare i giovani
alla politica.
Recenti statistiche dimostrano che i
giovani provano sempre maggiore disaffezione verso la politica. Sentimenti del
genere non possono essere giustificati, ma vanno capiti. Occorre fornire buoni
esempi di sobrietà e di capacità a trattare i problemi. C’è bisogno di
disegnare una visione precisa della città che verrà, senza limitarsi a qualche
singolo problema, ma riorganizzando il Comune a 360 gradi. Dovrà essere questo
il compito dei nostri nuovi amministratori, soprattutto dei più giovani.
Se da una parte ci sono i delusi della
politica, dall’altra – abbiamo visto – ci sono stati tanti giovani che hanno
deciso di impegnarsi nell’amministrazione comunale, alcuni dei quali
rappresentano ricchezze inespresse o non sviluppate. Questi giovani, che hanno
messo la faccia, hanno bisogno di un bagaglio di esperienze e di possibilità
che le istituzioni e i partiti politici dovrebbero saper fornire e sfruttare, facendosi
carico, tutti insieme, di istanze di ammodernamento della pubblica
amministrazione e soprattutto della possibilità di uscire fuori
dall’impossibilità di fare.
Il Comune costituisce uno dei livelli
istituzionali fondamentali, anzi il livello di governo più vicino al cittadino.
Ad esso la legislazione assegna compiti crescenti, avendone fatta l’istituzione
che gestisce gran parte dei servizi, in particolare quelli diretti alla
persona.
La mia antica esperienza di amministratore
comunale mi consente di ricordare che in una città esistono esigenze inevase e
scelte perfettibili, che riguardano le architetture tecnologiche, i sistemi di
conoscenza interna, le modalità di erogazione dei servizi ai cittadini, il
monitoraggio dei flussi finanziari, la ristrutturazione del debito e degli
oneri finanziari.
Sarebbe interessante se su questa linea si
muovessero, a partire da subito, i partiti, i movimenti, le associazioni
civiche, le Consulte comunali offrendo un’articolata panoramica delle capacità
normative, degli ambiti operativi, delle funzioni, delle attribuzioni e delle
articolazioni del Comune. Farebbero una cosa sicuramente utile per tutti coloro
che sono istituzionalmente impegnati e per coloro che vorranno esserlo in
futuro per dare risposte corrette ed esaurienti ai cittadini-interlocutori.
Potrebbe essere questo un modo per
applicare una delle principali disposizioni del Titolo V della Costituzione,
che all’art.118 attribuisce ai Comun i, sulla base dei principi di
differenziazione e adeguatezza delle funzioni amministrative, la facoltà di
realizzare la sussidiarietà orizzontale e verticale.
Chi s’impegna in politica, a qualsiasi
livello, ha bisogno di due tipi di competenze: quelle di tipo tecnico legate al
funzionamento pratico della pubblica amministrazione, che si possono apprendere
attraverso l’esperienza o con percorsi didattici ad hoc, ed un ottimo esempio.
Sono proprio queste le migliori scuole.
D’altra
parte, c’è un bagaglio di competenze che non si possono insegnare, come la capacità
di saper comunicare, di stare in mezzo alle persone, di portare avanti delle
idee. Per me questo vuol dire fare politica e per fare questo bisogna avere
passione. A Palazzo di Città cambierà anche il modo di fare
comunicazione ha dichiarato Renato Bucci all’indomani della sua elezione: «Il
mio obiettivo è quello di comunicare non solo per informare, ma soprattutto per
coinvolgere e provocare i cittadini. Cominceremo dalla trasparenza degli atti e
dall’adeguamento del sito istituzionale”.
Da sempre – come ho avuto modo di
esplicitare su queste pagine – coltivo il desiderio di una città intesa come
luogo delle relazioni e del vivere civile. Una città solidale, una città
multiculturale, una città aperta, una città sicura. Una comunità cresce nella
condivisione del potere e delle responsabilità. Da sempre propugniamo il
percorso di una democrazia partecipativa. La partecipazione va costruita,
promossa, alimentata, rispettata.
Credo – come è stato promesso dalla
maggior parte dei candidati – che sia necessario il diritto all’informazione e
alla comunicazione, che deve essere garantito e salvaguardato. Un’informazione
corretta, obiettiva, diffusa, multiforme, permette ai cittadini non solo di
ricevere ma anche di essere nella condizione di proporre.
C’è bisogno di una CARTA DELLA TRASPARENZA
per far crescere e qualificare l’attività amministrativa. C’è bisogno di far
crescere la VERTENZA CULTURA per promuovere i diritti di tutti i cittadini. C’è
bisogno di PASSIONE, ossia la capacità di resistenza e di rivolta; la volontà
di azione e di dedizione; il coraggio di sognare in grande; la coscienza del
dovere che abbiamo, come uomini, di cambiare il mondo in meglio, senza
accontentarci di mediocri cambiamenti di scena che lasciano tutto come prima. C’è
bisogno di CORAGGIO quando è necessario, anche se dire di sì è più comodo, di non
fare come gli altri, anche se per questo bisogna pagare un prezzo.